CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE CAZZOTTI - LA STORIA DI UN 28ENNE DELLA PROVINCIA DI TERAMO FINITO A PROCESSO PER AVER PICCHIATO IL PADRE E ASSOLTO DAL GIUDICE: "E' STATO EDUCATO COSÌ DAI GENITORI, E' CRESCIUTO IN UN CLIMA DI VIOLENZA" - IL RAGAZZO, CON UN PUGNO AL VISO, HA ROTTO LA DENTIERA AL PADRE: "HO VISTO LUI CHE FIN DA PICCOLO ALZAVA LE MANI E HO IMPARATO A FARLO. HO PENSATO CHE SI POTESSE FARE COSÌ…"
Teodora Poeta per "il Messaggero"
È finito a processo accusato di aver maltrattato il padre. Quel padre che, a sua volta, lo aveva picchiato da bambino. Così il giudice lo ha assolto: cresciuto in un clima di violenza, l' imputato ha creduto di potersi comportare in quel modo. «Adesso bisognerà attendere le motivazioni - spiega l' avvocato difensore, Pierfrancesco Manisco - ma noi siamo già pienamente soddisfatti della sentenza di primo grado».
Protagonista della vicenda un 28enne della provincia di Teramo, all' epoca dei fatti convivente con i genitori e due fratelli. A far finire la loro storia in un fascicolo aperto dal pubblico ministero Enrica Medori, la segnalazione dei vicini di casa dopo una delle tante liti familiari terminata con l' arrivo dei Carabinieri davanti alla porta dell' abitazione. Così è scattata la denuncia di entrambi i genitori nei confronti di uno dei figli, il 28enne, accusato di maltrattamenti in famiglia.
CAPO DI IMPUTAZIONE
In particolare, come si legge nel capo d' imputazione, il giovane avrebbe avuto continui comportamenti offensivi in particolare verso la madre, con parolacce ed epiteti, fumato marijuana all' interno della casa familiare tanto «da disperderne le esalazioni per tutta l' abitazione» e costretto i familiari ad inalarne i fumi, avrebbe tenuto il volume della musica particolarmente alto così da disturbare il riposo dei conviventi e rifiutarsi di abbassarlo nonostante le richieste. Infine avrebbe avuto «atteggiamenti violenti nei confronti del padre».
LA LITE
Tra i due ci sarebbe stata una lite con un pugno al volto dato proprio dal figlio, talmente forte da provocare la rottura della dentiera. Eppure agli atti non sono risultati certificati. Così come non sono risultati certificati che attestassero neanche presunti litigi finiti alle mani anche con gli altri fratelli.
Il principale accusatore del 28enne è stato proprio suo padre, l' uomo che lo ha trascinato a processo. L' imputato non si è mai sottoposto all' esame, ma ha reso spontanee dichiarazioni, durante le quali ha ammesso un solo episodio di violenza contro il genitore, accaduto un paio di anni fa, giustificato dal fatto di aver sempre preso le botte da lui. «Ho visto mio padre che fin da piccolo alzava le mani e ho imparato a farlo. Ho pensato che si potesse fare così», ha detto di fronte al giudice Domenico Canosa.
LA CIRCOSTANZA
«Una circostanza ha spiegato anche il difensore, l' avvocato Manisco ritenuta credibile dal giudice perché confermata pure da sua madre in dibattimento». La donna, infatti, che è stata sentita come teste, ha dichiarato di non aver mai avuto paura del figlio, ma piuttosto di suo marito. Alla fine delle udienze, la stessa Procura aveva chiesto l' assoluzione.
IL VERDETTO
E infatti il 28enne è stato assolto perché il fatto non sussiste con il Tribunale che ha proceduto alla riqualificazione del reato in ingiurie e lesioni con il primo reato depenalizzato e il secondo non procedibile per difetto di querela. Si tratta di fatti contestati che sarebbero avvenuti tra il 2009 e gennaio 2019. Dieci anni durante i quali, comunque siano andate le cose, in famiglia non c' è stato il buon esempio del padre per cui, secondo il giudice, anche uno dei figli ha tenuto comportamenti simili ai suoi.
Atteggiamenti sbagliati, ma non per questo è stato condannato.