QANI DA CACCIA - LA STORIA DEL 46ENNE ALBANESE QANI KELOLLI, RICERCATO DAL GENNAIO 2019 PER UNA STORIA DI TRAFFICO DI DROGA - DI LUI SI ERANO PERSE LE TRACCE MA GLI AGENTI LO HANNO RINTRACCIATO: SI ERA ISCRITTO ALL’ACCADEMIA DI BRERA CON DOCUMENTI FALSI - QUANDO GLI AGENTI GLI SI SONO AVVICINATI E’ SCAPPATO E…
Federico Berni per il “Corriere della Sera - Edizione Milano”
Prima di tutto l'arte. E lo studio. Anche se inseguiti dalla giustizia. Perché dietro a Qani Kelolli, quarantaseienne albanese a un passo dalla laurea biennale a Brera, pesa un passato da trafficante di droga che alla fine lo ha portato in carcere subito dopo aver sostenuto l'esame di Anatomia artistica. L'arresto è avvenuto nei giorni scorsi ed è stato molto movimentato. Kelolli, come dichiarato dal suo legale, «cerca di reinserirsi nella società». Ma quando gli agenti gli si sono avvicinati, proprio dopo l' esame, si è lanciato in una fuga all' interno del palazzo che ospita l' Accademia, con un poliziotto della Squadra Mobile rimasto infortunato nell' inseguimento.
Del quarantaseienne albanese, coinvolto in una vecchia indagine antidroga, si erano perse le tracce da gennaio 2019. Da quando, cioè, era diventata definitiva una condanna a due anni, quattro mesi e sei giorni, proprio per reati legati al traffico di stupefacenti. Da allora, per gli agenti dell' Antidroga, guidati dal dirigente Domenico Balsamo, l' uomo era diventato un «fantasma», inseguito da un ordine di cattura. L' intuizione giusta l' ha avuta proprio uno degli investigatori, che sapeva delle aspirazioni artistiche di Kelolli, il quale, secondo quanto ricostruito, era iscritto all' Accademia di Brera.
La trappola è scattata il 5 febbraio, data in cui era fissata una sessione di esami. Dopo aver sostenuto la prova, il 46enne, secondo quanto riferito dal suo legale, l' avvocato Simone Gatto, stava mangiando un panino al bar, quando i poliziotti si sono avvicinati a lui per un controllo. Kelolli ha esibito documenti greci, risultati falsi, ma quando ha compreso di non potersela cavare, ha improvvisato una fuga disperata all' interno dell' istituto. Il personale della Mobile ha faticato non poco per bloccarlo e uno dei poliziotti ne è uscito malconcio.
Già in passato Kelolli era stato protagonista di una fuga dagli arresti domiciliari, ma stavolta gli è andata male. Durante un periodo di detenzione al carcere di Bollate, inoltre, aveva dato alle stampe un romanzo scritto a quattro mani con un altro detenuto, ed era anche finito in tv per raccontare la sua storia e il tentativo di «riabilitarsi» attraverso l' arte.
Un' esistenza, la sua, caratterizzata da un continuo viavai dentro e fuori il carcere, tra continue disavventure giudiziarie che si trascinano da almeno quindici anni. Il 46enne è nato a Berat, una delle città più suggestive dall' Albania, dichiarata patrimonio Unesco per la rocca e le case bianche ottomane che punteggiano la collina. Forse da lì nasce la sua passione per il «bello». Kelolli, secondo quanto riferito dal suo avvocato, sarebbe andato in Albania per sottrarsi alla cattura, ma sarebbe rientrato in Italia per l' esame a Brera, dove, per la cronaca, ha preso 24.