israele hamas cisgiordania ostaggi

LA STORIA INSEGNA: BISOGNA STARE ATTENTI AI DETENUTI RILASCIATI – I PRIGIONIERI SCARCERATI DA ISRAELE VENGONO SCELTI DAI MILIZIANI DI HAMAS. E NON CI SONO SOLTANTO DONNE E MINORENNI – I PRECEDENTI SONO INQUIETANTI: NEL 2011, PER LIBERARE IL SOLDATO GILAD SHALIT FURONO LIBERATI 1027 PALESTINESI. TRA LORO, ANCHE L’ATTUALE CAPO DI HAMAS, YAHYA SINWAR – TRA QUELLI CHE VENGONO RILASCIATI OGGI CI SARANNO ANCHE I TERRORISTI DI DOMANI?

liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di hamas

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

Un ragazzino sistema le sedie gialle, con due occhi attaccati sullo schienale, legate l’una all’altra, strette in solidarietà e prigionia. Le raddrizza, spazza via qualche foglia volata giù dagli alberi in uno dei primi giorni di fresco, che doveva pur arrivare in questa città che condivide memoria e movida, le mette l’una accanto all’altra in una segreta alchimia che non si trasforma in antitesi.

 

hamas rilascia gli ostaggi 5

Dopo aver raddrizzato ogni fila e ripulito ogni sedia, il ragazzino si sposta verso il lungo tavolo apparecchiato per sedie vuote, e fa lo stesso minuzioso lavoro: ruota i piatti, stira con le mani i tovaglioli, allinea i bicchieri avvolti da un nastro giallo. Rimane molto tempo a ordinare l’assenza in questa piazza di Tel Aviv che dal 7 ottobre tutti conoscono come Piazza degli ostaggi.

 

ELON MUSK BIBI NETANYAHU

Non sono soltanto i familiari di chi è stato rapito da Hamas a venire qui, sono tutti: passare per Piazza degli ostaggi vuol dire dimostrare che gli israeliani sono uniti e, nel giorno in cui anche Elon Musk è in visita in Israele e si negozia la liberazione di altri civili nelle mani dei terroristi in cambio di altri due giorni di tregua, sono convinti che questa sia l’unica scelta giusta da prendere.

 

Ogni passo in questa piazza è un ricordo, ogni sospiro è un’attesa, tra le foto con i volti dei rapiti si inizia a scorgere qualcuno che è tornato a casa e si spera che magari il volto accanto sarà il prossimo.

 

Liberazione di Gilad Shalit

[…] L’annuncio di un’estensione della tregua è stato dato prima dal Qatar e dall’Egitto, poi da Hamas, poi dalla Casa Bianca, infine da Israele che per il ritorno di altri venti ostaggi, oltre ad altri due giorni di pausa umanitaria, dovrà rilasciare altri palestinesi condannati per terrorismo.

 

“Ho sentito usare spesso la parola ‘scambio’, ma non è giusto”, dice al Foglio l’avvocato Ilan Borreda, ex capo della divisione intelligence nel servizio carcerario israeliano. “Hamas ha rapito dei civili, li ha portati via, presi dal letto, picchiati. I palestinesi che si trovano nelle carceri israeliane invece sono stati condannati per terrorismo, dopo un processo”.

 

Ilan Borreda

Ieri da Gaza sono stati liberati nove bambini e due madri. “Cosa hanno in comune un bambino e un terrorista? – si domanda Borreda […]”. L’avvocato è contrario perché nella storia israeliana, come in ogni storia, tutto si ripete e il 7 ottobre senza il rilascio di oltre mille terroristi palestinesi nel 2011 forse non sarebbe esistito: l’accordo per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit portò alla scarcerazione di quelli che sono diventati capi di Hamas, anche del regista dell’attacco contro i kibbutz, Yahya Sinwar, “era un leader pure in carcere, oggi non si può non ripensare a quelle scarcerazioni”.

 

E’ un’angoscia di cui nessun israeliano si libera, e al momento non c’è una soluzione, nessuno sa dire come evitare che i terroristi rilasciati oggi diventino i Sinwar di domani. L’esercito e il governo non pensano che la pausa dai combattimenti possa annullare quello che è stato fatto per indebolire Hamas a Gaza: il problema, adesso, è fuori dalla Striscia.

 

hamas rilascia gli ostaggi 2

Il rilascio dei prigionieri palestinesi aumenta la forza di Hamas in Cisgiordania; chi esce festeggia tra le bandiere verdi dell’organizzazione di terroristi, sa che deve la sua scarcerazione ai miliziani della Striscia. Sono loro ad averli scelti.

 

[…] Ogni sera, Piazza degli ostaggi attende. Sobbalza per un attimo, composta, soltanto quando la notizia del rilascio dei cittadini israeliani è ufficiale. Ogni giorno qualcosa sembra andare storto, poi viene raddrizzato. Ogni giorno si teme per le condizioni di salute di chi viene liberato. Sessantanove persone sono tornate finora a riempire le sedie rimaste vuote, ma attorno al tavolo nessuno ha ancora la forza di mettersi a sedere.

 

 

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