jonathan toebbe

VOLEVANO FARE SOLDI VENDENDO SEGRETI MILITARI SUI SOTTOMARINI ATOMICI AMERICANI NASCOSTI NEI PANINI AL BURRO - E' LA STORIA DI JONATHAN TOEBBE, EX UFFICIALE DELLA MARINA STATUNITENSE, E DELLA MOGLIE DIANA, INSEGNANTE DI LICEO - LUI CONTATTA UN PAESE STRANIERO PER PROPORRE I DOCUMENTI MA IL SUO INTERLOCUTORE E' UN AGENTE FBI SOTTO COPERTURA - OSSESSIONATO DALLA SICUREZZA, USA UN NOME IN CODICE, VUOLE SOLO CRIPTOVALUTE, CHIEDE SEMPRE DI CAMBIARE LUOGO DOVE LASCIARE IL MATERIALE TOP SECRET, CHIEDE UNA VIA DI FUGA IN CASO DI EMERGENZA FINO A QUANDO…

Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

 

jonathan toebbe

Jonathan Toebbe e la moglie Diana pensavano di essere una coppia perfetta di spie. Volevano fare soldi vendendo segreti militari, in particolare quelli sui sofisticati sottomarini atomici americani. Macchine perfette che valgono oro. Ed allora hanno iniziato un gioco sul filo, pericoloso e più grande di loro. Li hanno scoperti perché hanno sbagliato fin dall'inizio della loro vita clandestina. Torniamo indietro nel tempo, al dicembre del 2020. Lui, quarantenne, ingegnere nucleare, ex ufficiale della Marina statunitense, da anni nel settore, ha accesso a molti programmi, compresi i sommergibili d'attacco classe Virginia. Il meglio del meglio.

 

jonathan toebbe e la moglie

Al suo fianco, nel ruolo di moglie e complice, Diana. Madre di due figli, 49 anni, stimata insegnante in un liceo. Toebbe fa la prima mossa. Temeraria e rischiosa. Contatta un Paese straniero - forse amico degli Usa - offrendo informazioni d'ogni tipo legato ai mezzi subacquei in servizio e sembra anche in sviluppo, come la classe Columbia. Crea un contatto stabile con un interlocutore che lui crede essere il suo gestore.

 

Non sa, invece, che si tratta di un agente dell'Fbi che si finge acquirente. Il Bureau è stato avvertito probabilmente dalle stesse autorità del Paese agganciato dall'ingegnere traditore. Per mesi il rapporto va avanti. Lo specialista è ossessionato dalla sicurezza, ha paura di essere scoperto, comunica con sistemi criptati, chiede sempre di cambiare luogo dove lasciare il materiale top secret, usa lo pseudonimo Alice, sollecita la creazione di una via di fuga da attivare in una situazione d'emergenza.

diana toebbe

 

Assicura di aver messo da parte cash e documenti nel caso debba scappare con i suoi, dice che potrebbe raggiungere un Paese terzo per incontrare dei colleghi (una scusa), ma poi devono essere i suoi «pagatori» a sistemarlo con una nuova esistenza. Jonathan è intraprendente. Carica le informazioni - definite cruciali dagli investigatori - in minuscole carte digitali, quindi le nasconde all'interno di cose comuni.

 

Una volta in mezzo a un panino con burro d'arachidi e marmellate, un'altra dentro un pacchetto di gomme americane. Il passaggio prosegue con un sistema classico - noto come «dead drop» -, in voga fin dall'epoca della Guerra fredda. Lo specialista lascia l'involucro in un luogo prestabilito - in genere aree della West Virginia, Pennsylvania - dove la loro controparte dovrà poi recuperarlo. Di solito è Diana a svolgere il ruolo di sentinella, per evitare sorprese, a verificare che tutto sia tranquillo.

jonathan toebbe e con la famiglia

 

L'Fbi, per mesi, lo «coltiva»; cerca di organizzare incontri, ma l'uomo non si fida. Vuole che creino un modus operandi che gli permetta di sottrarsi a eventuali controlli: un segnale da un edificio che lui possa scorgere mentre cammina in una via di Washington. È molto attento alla ricompensa. Pretende di essere pagato con cripto valuta, sempre per non suscitare sospetti nel caso verifichino i suoi conti. Riceverà l'equivalente di 100 mila dollari. Nel frattempo conduce vita regolare, da buon cittadino e padre.

jonathan toebbe e la moglie

 

La famiglia vive ad Annapolis, in Maryland, che ospita la celebre Accademia Navale. I vicini li descrivono come riservati e tranquilli, con Jonathan che di rado rispondeva ai segni di saluto. Piccoli scambi di cortesie, legate al giardino o a una siepe da tagliare. Ma nulla di più. Jonathan è più espansivo con il suo contatto. In un'email scrive: «Un giorno, quando sarà sicuro, potremmo vederci in un bar per condividere una bottiglia di vino e risate pensando ai nostri exploit». Si illudeva, Jonathan. Sabato lo hanno arrestato con le mani nella marmellata. Letteralmente. Ora c'è da comprendere in questa storia incredibile se il suo tradimento è andato a vuoto o sia riuscito a fare danni.

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