dongo mussolini fucilazione alfredo morini partigiano riccardo

STORIA SEGRETA DEL PARTIGIANO CHE UCCISE “PER SBAGLIO” MUSSOLINI – ALFREDO MORDINI, NOME DI BATTAGLIA “RICCARDO”, IL 28 APRILE 1945 A DONGO, POCHE ORE DOPO L'ARRESTO DEL DUCE, EBBE UNO SCONTRO FISICO CON IL CAPO DEL FASCISMO E LO FERI’ A MORTE CON ALCUNI COLPI DI PISTOLA – A QUEL PUNTO, PER COPRIRE L'INCIDENTE, FU ORGANIZZATA LA “FUCILAZIONE UFFICIALE”, A PORTE CHIUSE – DOPO QUANTO ACCADUTO, DI MORDINI SI SONO PERSE LE TRACCE…

Estratto dell'articolo di Aris Alpi* per “il Fatto quotidiano”

*direttore laltraimola.it.

 

Alfredo Mordini - partigiano riccardo

Un segreto inconfessabile custodito fino alla morte, legato agli ultimi giorni del Duce e della Petacci, confidato soltanto a qualche parente. Una vita come combattente per la resistenza in Spagna e Francia. Nato nel 1902, ferroviere toscano originario di Poggio Tignoso, una trentina di anime sopra Firenzuola. Alfredo Mordini, nome di battaglia Riccardo, costruisce la sua carriera politico-miliare sull’attività antifascista, sfociata nel 1943 con il suo arruolamento nella 3ª Divisione Garibaldi-Lombardia attiva nell’Oltre Po pavese, per la quale riceverà una Medaglia d’argento al valore militare.

 

Partigiano esperto e spietato, è protagonista con altri undici compagni nell’operazione Dongo del 28 aprile 1945, che porterà alla fucilazione dei gerarchi fascisti, di Mussolini e Petacci: il firenzuolino è scelto per guidare l’operazione. Ma il suo ruolo, secondo alcune testimonianze, non è quello che ci è sempre stato raccontato nelle cronache fino a oggi e spiegherebbe in parte il motivo della fucilazione del Duce e della Petacci dinanzi a Villa Belmonte, teatro della cosiddetta “esecuzione ufficiale”.

 

[...]

benito mussolini e claretta petacci fucilati a dongo 28 aprile 1945

 

La presenza del partigiano Riccardo negli anni scompare rapidamente dalla narrazione: la sua immagine si smaterializza senza motivo. Perché? Secondo il prof Luciano Ardiccioni, autore di Nel cuore della Linea Gotica, “Riccardo” avrebbe partecipato addirittura all’esecuzione stessa di Mussolini. Nel libro di Fabrizio Bernini Claretta difese col suo corpo il Duce dai mitra dei giustizieri viene confermata la presenza di “Riccardo”, assegnandoli una parte nella soppressione del Duce e della Petacci, ossia quella dell’esecutore involontario per il primo e volontario per la seconda.

 

La dinamica mai chiarita emerge però da uno scritto risalente al 2002 firmato dal Generale Ambrogio Viviani, per 36 anni nell’esercito ed ex parlamentare del Partito Radicale; una descrizione che riporta Mordini in un ruolo segreto e di primissimo piano durante gli ultimi minuti del Duce. “Verso le ore 11 Lampredi e Mordini sono a casa De Maria. Moretti rassicura i coniugi e Lino con Sandrino che a turno sono stati di guardia sul ballatoio davanti alla stanza dei prigionieri. Mussolini e Petacci stanno ancora cercando di riposare e sono sommariamente vestiti.

fucilazione dei fascisti a Dongo 28 aprile 1945

 

Passati i momenti più critici dalla cattura avvenuta circa 20 ore prima, ritenendo ormai di venire sottoposto a un processo, rinunciato a un possibile tentativo di fuga, Mussolini, trovandosi di fronte due sconosciuti rifiuta di obbedire all’ordine di seguirli. Segue una colluttazione – forse un ordine del Mordini rigettato con forza dal Duce – durante la quale Mussolini viene gravemente ferito da alcuni colpi di pistola Beretta calibro 9 sparati da Mordini. Anche Clara Petacci (coinvolta) viene ferita con due colpi della stessa arma”.

 

fucilazione dei gerarchi fascisti a Dongo 28 aprile 1945

“A quel punto – ricostruisce Viviani – occorre riparare al grave imprevisto e viene organizzata una fucilazione ‘ufficiale’”: quella che tutti conosciamo, davanti al cancello di Villa Belmonte, necessariamente senza testimoni essendo impossibile farla in pubblico insieme agli altri.

 

Geninazza viene allontanato, Lino e Sandrino vengono lasciati in casa De Maria. Mussolini viene necessariamente disteso a terra e la donna gli è in qualche modo accanto. Segue una raffica di mitra. È di scarso interesse sapere chi abbia effettivamente sparato. Longo nella veste di Walter Audisio dichiarò di averlo fatto; la stessa cosa sostenne anni dopo Moretti; Lampredi diede il colpo di grazia con la pistola di Moretti. Petacci venne eliminata perché non testimoniasse su quanto era accaduto in casa De Maria. Giuseppe Frangi (Lino), nipote dei De Maria, venne trovato morto pochi giorni dopo, il 6 maggio, alle ore 2:00.

Alfredo Mordini - partigiano riccardo

 

[…]

 

Che fine farà Alfredo Mordini? Di lui si perdono le tracce. Emarginato dalla vita politica, dopo la guerra è costretto a umili lavori per guadagnarsi un tozzo di pane per campare. Allontanatosi dal Pci, morirà dopo anni di alcolismo, a soli 67 anni. […]

fucilazione dei gerarchi fascisti a Dongo 28 aprile 1945 la fucilazione dei gerarchi fascisti a Dongocamion di mussolini a DongodongoAlfredo Mordini - partigiano riccardo

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…