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STORIE DI ORDINARIA MALASANITÀ - A ROMA, I MEDICI DEL POLICLINICO "UMBERTO I" HANNO RIMOSSO LA MANDIBOLA A UN PAZIENTE PER UN TUMORE MALIGNO CHE…ERA STATO DIAGNOSTICATO A UN'ALTRA PERSONA! - TUTTA COLPA DI UNO SCAMBIO DEI VETRINI DELLA BIOPSIA - ADESSO IL 35ENNE SI RITROVA CON UNA PLACCA AL POSTO DELL'OSSO ASPORTATO E UNA PARESI FACCIALE. NON SI SA ANCORA LA SORTE DELLA PERSONA CUI APPARTIENE IL MATERIALE BIOLOGICO ESAMINATO…
Estratto dell'articolo di Giulio De Santis per il “Corriere della Sera”
Hanno scambiato i vetrini della biopsia e a una persona sana, certi che avesse un tumore maligno, hanno rimosso la mandibola. Un clamoroso caso di malasanità nella Capitale, avvenuto al policlinico Umberto I, uno degli ospedali più grandi d’Italia. La persona operata per errore è Francesco (nome di fantasia), 35 anni, che dopo l’intervento ha subito un grave danno, una paresi facciale.
Lui, comunque, è vivo. Mistero sulla sorte della persona cui appartiene il materiale biologico esaminato. Si ignora se le sia stato comunicato l’esito della biopsia in tempo. Sulla vicenda indaga il pm Eleonora Fini dopo la denuncia per lesioni gravi del protagonista del caso.
[…] La denuncia è degli avvocati Andrea Bertolini e Giacomo Gaudenzi contro i medici dell’Umberto I. È il 20 maggio del 2024, quando il paziente va nella clinica odontoiatrica del Policlinico, l’istituto Eastman, per rimuovere un dente del giudizio e una cisti. Di ruotine, la cisti viene mandata in laboratorio per l’esame istologico.
«Il 10 giugno — ricorda Francesco — per telefono mi dicono che l’esame è positivo».
Il 18 giugno capisce la gravità della situazione: «Quel giorno mi viene detto che avevo un osteosarcoma (un tumore, ndr ) di alto grado di malignità. È una diagnosi gravissima. Mi dicono che non ho alternative: subito demolizione della mandibola e poi via con 9 cicli di chemio. Io e la mia compagna ci siamo sentiti devastati».
Il 22 luglio Francesco viene operato per impiantargli una placca che ricostruisce l’osso asportato. «Quando mi sveglio, la parte destra del viso è paralizzata. Come deformata», ricorda. Il 9 settembre gli viene detto che il nuovo esame istologico sull’osso rimosso «è negativo». «Io e la mia compagna rimaniamo confusi — rammenta, forte di una consulenza del professore Luigi Cipolloni —. Mi dicono che sono stato fortunato a essermi operato in tempo e il tumore non ha attecchito».
Tutto finito? Macché. Francesco va al Regina Elena dove confermano la diagnosi di tumore. Tornato all’Umberto I, «i medici mi dicono che forse la chemio non è più così necessaria...». Il 21 ottobre il malato porta i vetrini all’università Cattolica per un nuovo esame, insospettito dopo i rinvii alla chemio. «Il 25 ottobre il responso — taglia corto —: il Dna non è il mio. Non ho più la mandibola. Ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male».