sergei cherkasov

LA RUSSIA CI INFILA LE SPIE IN OGNI BUCO - LA STRATEGIA DEI SERVIZI DI MOSCA E’ FAR ACQUISIRE AI SUOI AGENTI LA CITTADINANZA IN PAESI “DI TRANSITO”, COME IL BRASILE (DOVE E' PARTITA UNA MAXI INCHIESTA) O IL CANADA, PER POI INFILTRARLI NEI PAESI OCCIDENTALI - LE SPIE RUSSE CREANO DELLE IDENTITA’ FASULLE O USANO QUELLE DI PERSONE DECEDUTE PER OCCULTARSI ALLE AUTORITA’ LOCALI - LA STRATEGIA DEGLI SPIONI: APRONO ATTIVITÀ, FREQUENTANO CORSI, CONOSCONO PERSONE, STABILISCONO RELAZIONI E POI

Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli,Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Brasilia indaga, teme che il Paese sia diventato il punto di partenza per molti «illegali», gli agenti segreti russi addestrati ad operare in clandestinità in Occidente. È più di un sospetto, è una quasi certezza basata su numerosi elementi emersi nell’arco di pochi mesi. Non può essere un caso e neppure una coincidenza se gli episodi si ripetono. Secondo il Wall Street Journal , gli inquirenti locali hanno deciso di guardare in profondità, scrutinando passato, situazioni anomale, segnalazioni. Magari partendo da quanto è stato scoperto in altri Paesi.

Sergei Cherkasov

 

Il primo fascicolo riguarda il signor Viktor Muller Ferreira, respinto in Olanda e deciso a infiltrarsi nella Corte internazionale dell’Aia. L’intelligence occidentale doveva sapere da tempo chi fosse perché la polizia lo ha intercettato subito e lo ha mandato d’urgenza da dove era arrivato: il Brasile. Il suo vero nome sarebbe Sergei Cherkasov, elemento dello spionaggio russo che si è creato una «vita» fingendo di essere brasiliano. […] Ora è in prigione.

 

Mikhail Mikushin

Il secondo file coinvolge José Assis Giammaria, smascherato dai norvegesi durante un periodo di studio in un centro strategico di Tromso dopo un soggiorno in un ateneo del Canada. Ha sostenuto di essere nato nel 1984 a Padre Bernardo, Stato di Goyas, Brasile. Il padre era un imprenditore d’origine italiana, la mamma lavorava in una scuola.

 

L’arrestato si chiamerebbe in realtà Mikhail Mikushin, un altro clandestino spedito dalla Russia a cercare informazioni. Gli inquirenti hanno esaminato l’anagrafe e non escludono che il vero Giammaria possa essere deceduto da tempo, con la sua identità assunta dal russo. Modus operandi consueto di molte agenzie di intelligence e amato dagli eredi del Kgb come testimonia il terzo dossier.

 

Irina Smireva

Gerhard Daniel Campos gestiva una moderna tipografia in Brasile, aveva una fidanzata locale e una moglie in incognito, Maria Tsalla, residente ad Atene e proprietaria di una maglieria. Anche qui bugie su bugie. Il vero nome di Maria è Irina Smireva, illegale attiva in Grecia che ha rubato anni fa nome e cognome a una bambina deceduta prematuramente. Doveva creare un network in Europa viaggiando con il suo passaporto Ue, ma ha dovuto fermarsi all’improvviso quando ha temuto di venire individuata. Così ha lasciato tutto per tornarsene di gran fretta in Russia.

 

putin kgb

Fuga che ha costretto Campos a fare lo stesso, perché il «tipografo» è anche lui parte della «ditta»: è una spia di Mosca. Le autorità brasiliane ritengono che l’assenza di controlli stretti permetta agli stranieri di acquisire la cittadinanza, da qui la necessità di un’inchiesta ampia. Il problema non riguarda però solo il Brasile in quanto altri Paesi sudamericani — ma anche il Canada — sono stati scelti dalla Russia come area di «transito» per gli agenti «clandestini» poi mandati negli Usa o nell’area europea. Qui hanno aperto attività, frequentato corsi, conosciuto persone, stabilito relazioni normali, acquisito nazionalità (reale o posticcia), tappe preparatorie per il successivo trasferimento all’estero.

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