
UN ALTRO SUCCESSO PER IL GOVERNO DEL MADE IN ITALY: 126 MILA LAVORATORI RISCHIANO DI RIMANERE A CASA – A GENNAIO AL MINISTERO DI ADOLFO URSO SI SONO APERTI ALTRI TAVOLI DI CRISI, PER UN TOTALE DI 7.400 DIPENDENTI COINVOLTI – LO SCORSO 31 DICEMBRE SI ERA CHIUSO L’ANNO CON OLTRE 118 MILA POSTI A RISCHIO – È L’EFFETTO DI 23 MESI DI CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE – LA CGIL: “SI SONO SOMMATE ULTERIORI CRISI, IN PARTICOLARE NEL COMPARTO SERVIZI E COMMERCIO...”
Estratto dell’articolo di Diego Longhin per “la Repubblica”
adolfo urso giorgia meloni - foto lapresse
La curva è orientata ancora all’insù e non da segni di assestamento. E il contatore dei lavoratori coinvolti da crisi, che ora non sono solo industriali, ma riguardano anche imprese del settore servizi e commercio, continua a girare mostrando numeri sempre più grandi.
A gennaio si sono aperti altri tavoli di crisi al ministero delle Imprese e del Made in Italy per un totale di 7.395 lavoratori a rischio rispetto a quelli già censiti dalla Cgil nel 2024.
A questi, sempre solo a gennaio, si aggiungono chiusure definitive ed esuberi per altri 772 lavoratori. Il 31 dicembre si è chiuso l’anno con 118.310 persone coinvolte dalla crisi. Il totale fa 126.447 addetti.
PRODUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA
Lo scorso anno il numero dei lavoratori coinvolti è raddoppiato rispetto a quello di fine 2023: sono stati 105.974 gli addetti coinvolti da crisi industriali per i quali sono aperti confronti al ministero guidato da Adolfo Urso. Dodici mesi prima erano 58.026. Tra le ultime imprese la Ceramica Dolomite, la Dana Italia e la Venator Italy.
Sono cifre figlie di 23 mesi di flessione negativa della produzione industriale, con un tonfo a dicembre quando si è registrato un -7,1% rispetto allo stesso periodo 2023. A gennaio il trend non è migliorato..
GIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI
[...] «Si sono sommate ulteriori crisi, oltre a quelle già note, in particolare nel comparto servizi e commercio, a testimonianza che 23 mesi di produzione col segno negativo hanno effetti anche al di fuori dello stretto settore industriale, determinando povertà per centinaia di migliaia di famiglie italiane. Situazione frutto di decenni di mancata programmazione e di assenza di politiche industriali», dice Giuseppe Gesmundo, segretario nazionale della Cgil.
Basti pensare, solo per citare alcuni casi, al tavolo di Coin, tra chiusure di punti vendita e una novantina di addetti a rischio, Conbipel, dove 800 persone rischiavano di rimanere senza lavoro, mentre ora si è aperta una discussione su altri ammortizzatori sociali, e Conforama, catena dell’arredo che è in difficoltà e pensa di ridurre di una sessantina i posti nel proprio organico. Gesmundo della Cgil teme che si aprano nuovi fronti, come quello Fibercop, la ex rete Tim. [...]
Dietro a tutti questi dati ci sono persone e famiglie. Come i dipendenti di Beko, brand degli elettrodomestici in mano a un gruppo turco che in Italia ha acquistato tutte le fabbriche ex Whirlpool. A rischio, stando ai risultati ottenuti dal ministero delle Imprese, sono rimasti i quasi 300 addetti del sito di Siena. [...]
CASSA INTEGRAZIONE
CASSA INTEGRAZIONE
adolfo urso giorgia meloni question time alla camera