"MIA MOGLIE HA FATTO TUTTO DA SOLA. TUTTA LA FAMIGLIA È RIMASTA SENZA PAROLE" - LA SURREALE INTERVISTA DI AQUA MOSES, MARITO DI ROSA VESPA, LA 51ENNE CHE, A COSENZA, HA RAPITO UNA NEONATA E HA PROVATO A SPACCIARLA PER SUA FIGLIA - IL 43ENNE SENEGALESE CREDEVA CHE LA MOGLIE FOSSE INCINTA: "LA SUA PANCIA CRESCEVA, E LEI CONTINUAVA A RIPETERE CHE IL MEDICO LE AVEVA COMUNICATO CHE SAREBBE STATO UN MASCHIETTO" - L'UOMO ERA STATO PORTATO IN PRIGIONE, MA È STATO SCARCERATO PERCHÉ "ESTRANEO AI FATTI"
Moses Omogo Chidiebere, marito di Rosa Vespa, questa sera a #PortaAPorta. Ore 23.40 su Rai1 pic.twitter.com/9kdHK117vl
— Porta a Porta (@RaiPortaaPorta) January 28, 2025
“PERDONO MIA MOGLIE PER AVER RAPITO SOFIA MA NON ANDRÒ DA LEI”
Estratto dell'articolo di Romina Marceca per "La Repubblica"
Chiuso dentro una camera di hotel, Moses Chiediebere Omogo parla al telefono nel suo italiano che ogni tanto inciampa su alcune parole: «Sono un essere umano e perdonerò Rosa, non sono il diavolo. Forse un giorno andrò a trovarla in carcere e chiederò a lei di dirmi perché mi ha fatto questo».
Moses Chiediebere, 43 anni, operaio, è marito di Rosa Vespa, la donna che è in carcere per avere rapito il 21 gennaio la neonata Sofia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. È stato scarcerato quattro giorni fa, il tribunale ha creduto alla sua innocenza. Ma i genitori di Sofia no e hanno nominato un’avvocata che ha presentato alla procura una integrazione di denuncia per diversi reati.
Cosa pensava quando era in carcere?
«Ero incredulo, sapevo solo che non c’entravo nulla con quel sequestro e pensavo a come difendermi. La mia paura era che non mi avrebbero creduto».
Ha paura di ritornare in carcere? Le indagini sono ancora in corso anche su di lei.
«No, perché sono innocente».
Come vi siete conosciuti con sua moglie?
«Tredici anni fa nella chiesa di Santa Teresa a Castrolibero, lei cantava nel coro e io ero lì per un progetto come mediatore culturale. Prima siamo diventati amici, poi ci siamo innamorati. Nel 2021 le nozze».
Volevate avere un figlio?
«Sì, lo abbiamo desiderato sin da subito. Ma non arrivava».
E Rosa ha mostrato insofferenza per questo motivo? Avevate deciso di adottarne uno?
«Non avevo notato che soffrisse particolarmente per questo. Adottare un bambino per noi era troppo difficile».
Nei nove mesi della falsa gravidanza, lei non ha proprio notato nulla di strano?
«A maggio, quando mi ha comunicato che sarei diventato papà, sono dovuto andare in Nigeria perché mia madre era morta. Quando sono tornato, a fine agosto, non ho sospettato niente perché la sua pancia era cresciuta di più. La vedevo, la toccavo. Poi c’erano le ecografie, mi raccontava cosa le diceva il dottore, leggevo gli esami. Come potevo immaginare che si trattava di bugie?».
Non ha mai assistito a una visita? Non ha chiesto di sentire il battito del cuore del suo bambino?
«Sì certo che avevo quel desiderio ma lavoro tutto il giorno perché costruisco gru. Poi c’è da dire che non avevo avuto altri figli, non conoscevo tutte quelle cose, non ho esperienza. E poi quando accompagnavo Rosa, lei non mi faceva entrare mai. Diceva che faceva subito e mi lasciava in macchina».
C’è un frame delle immagini del rapimento in clinica, in cui si vede lei che vuole adagiare la neonata nell’ovetto del passeggino e sua moglie che va via all’improvviso. Cosa è successo?
«Lei stava per sistemare quello che per me era mio figlio e poi all’improvviso mi ha detto di andare via subito. Si è quasi messa a correre e io l’ho seguita, mi sono preoccupato che cadesse con il bambino».
ROSA VESPA RAPISCE UNA BAMBINA
Ma l’ha vista la bambina, non ha notato la tutina rosa?
«No, perché Rosa gli aveva messo addosso un giubbotto. Una volta in auto, si è seduta sui sedili posteriori. Credo che l’abbia cambiata in quel momento».
Alla festa per la nascita di vostro figlio suo cognato le mostra le immagini del sequestro. Come ha reagito?
«Non ci credevo. Prima mi sono messo a ridere, poi ho pensato che la clinica avesse diffuso quelle immagini perché avevano visto un uomo di colore e avevano creduto che avessi rapito una bambina. Il solito razzismo, insomma. E stavano sbagliando, io ero lì per prendere mio figlio».
Ma poi Rosa ha confessato.
«Sì, subito. E anche in quel momento ho pensato che stesse facendo una battuta. Quando ha insistito dicendo che era la responsabile di tutto, i parenti si sono innervositi. Ho pensato subito a quella bambina, che era appena nata, l’ho presa tra le braccia e ho cercato di proteggerla. Pochi secondi dopo la polizia era dentro casa nostra e mi sono ritrovato in carcere». [...]
“MIA MOGLIE HA FATTO TUTTO DA SOLA. TUTTA LA FAMIGLIA SENZA PAROLE”: OMOGO MOSES ACCUSA ROSA VESPA
Estratto da www.ilfattoquotidiano.it
annuncio su facebook della presunta nascita della figlia di Aqua Moses e Rosa Vespa
“Mia moglie ha fatto tutto da sola. Anche sua madre, sua sorella e tutta la famiglia sono rimasti senza parole”. Con queste parole, Omogo Chiediebere Moses racconta a Cinque Minuti la sua versione inerente alla vicenda di Rosa Vespa, la moglie, che ha finto una gravidanza e rapito una neonata dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. “Sapevo della festa in casa perché l’avevo preparata anche io”, spiega Moses. [...]
Nei giorni scors Moses è stato scarcerato e dichiarato completamente estraneo ai fatti. “Ho creduto a mia moglie perché siamo insieme da quasi tredici anni“, ha dichiarato Moses a Bruno Vespa. “Prima di partire, lo scorso maggio, per il funerale di mia madre, mi aveva detto di essere incinta, e io non avevo motivo di dubitarne. Quando sono tornato ad agosto, la sua pancia era cresciuta. Faceva analisi e controlli, e nessuno in famiglia aveva sospettato nulla: né mia suocera né sua sorella”.
LA CHAT DI ROSA VESPA CON IL MARITO AQUA MOSES
Vespa aveva anche simulato i cambiamenti fisici tipici della gravidanza. “La sua pancia cresceva, e lei continuava a ripetere che il medico le aveva comunicato che sarebbe stato un maschietto”, ha continuato Moses. “Il 21 gennaio sarebbe dovuta tornare a casa dopo il parto. Ho preso mezza giornata di permesso al lavoro per accompagnarla, ma c’erano già delle stranezze. Lei sosteneva che il medico non avesse ancora firmato la lettera di dimissioni”. Moses ha concluso: “Non riesco a capacitarmi di come abbia potuto fare tutto questo”.