quentin tarantino alla festa del cinema di roma

“OGGI IL CINEMA È MENO LIBERO DI ESPRIMERSI? È PIÙ DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE” – QUENTIN TARANTINO NON SI FA ABBINDOLARE DAL POLITICAMENTE CORRETTO E VA A RUOTA LIBERA ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA: “A CHI ANDÒ GIÙ PESANTE SU “PULP FICTION” VOLEVO DIRE: IO HO FATTO UN FILM SUI GANGSTER, TU CHE PROBLEMI HAI?” – “PER DAVID CRONENBERG IL CINEMA È MORTO? FORSE DIVENTERÀ DI NICCHIA. IL PRIMO FILM CHE HO VISTO? UNO INGLESE CON UNA SCENA SADOMASO. AVEVO CINQUE ANNI…” - VIDEO

 

 

Valerio Cappelli per il "Corriere della Sera"

quentin tarantino foto di bacco (2)

 

Quentin, oh yeah. È il Tarantino' s day alla Festa del cinema, e il celebre regista Usa ritira il Premio alla carriera, festosamente addobbato di videomessaggi di tre suoi attori feticcio, John Travolta, Samuel L. Jackson e Christoph Waltz. «Mi piacerebbe da morire girare un film in Italia, a Cinecittà sarebbe pazzesco. Amo più di ogni altri Sergio Leone e Ennio Morricone, era un vero gigante». Parla della sua passione per il cinema larger than life , punteggia le domande con smorfie che lo fanno somigliare a Braccio di Ferro, gli escono urletti striduli di soddisfazione e con la sua comunicatività debordante gesticola come un matto. «Ho sempre avuto una opinione alta di me stesso, soprattutto come sceneggiatore».

quentin tarantino daniella pick foto di bacco (13)

 

Racconta di quando da ragazzo scrisse il curriculum da attore con due bugie: «Scrissi che avevo recitato per Godard in Re Lear, un film terrificante, non puoi resistere più di cinque minuti e pensavo che tanto nessuno l'aveva visto. Poi uno di zombie di Romero, nella scena di una gang di motociclisti c'era uno che mi somigliava».

 

quentin tarantino foto di bacco (5)

Il primo film che ha visto?

«Un film inglese di agenti segreti, c'era una scena sadomaso di cui mi sfuggì la parte politico-sessuale. Avevo cinque anni».

 

Intanto ripassa i suoi film, e quando scorre una scena di violenza ride di gusto. Nel 2020 è diventato padre di Leo: «Sembra fatto apposta, le mie priorità con lui sono cambiate, l'ho avuto a fine carriera».

 

Ma ha appena 58 anni, sarà che l'America ha tempi tutti suoi. Tuffandoci invece nel passato della Seconda guerra mondiale, averla riscritta, in Bastardi senza gloria , è stato consolatorio?

quentin tarantino foto di bacco (4)

«Scrivendo quel film non mi sono detto, ecco, ora cambio la Storia. Mi sono messo in trappola da solo, non sapevo come uscirne e ho ucciso Hitler in una sala da cinema. Mi sembrava una buona idea. A chi mi criticò risposi, ehi, è roba mia, l'ho inventata io e posso fare quello che mi pare».

 

Ha ridisegnato i confini dello schermo alterando il nostro immaginario con nuovi linguaggi e tecniche, usando dialoghi iperrealistici, violenza a go-go, citazioni cinefile. Oggi il cinema è meno libero di esprimersi?

uma thurman pulp fiction

«È più difficile ma non impossibile, bisogna volerlo, crederci. Non va bene riflettere troppo. Pulp Fiction ebbe molto successo ma a chi ci andò giù pesante volevo dire: io ho fatto un film sui gangster, tu che problemi hai? Nel tempo ho capito che non bisogna prendersela troppo, se un film diventa argomento di conversazione si vede che lascia il segno. Ho imparato ad accettare chi mi insulta. Quel film lo girai alla fine degli anni 80, anche quelli erano tempi repressivi, io credo che la permissività degli anni 90 debba qualcosa a Pulp Fiction».

 

Per il suo collega David Cronenberg il cinema è morto. Cosa ne pensa?

quentin tarantino foto di bacco (1)

«È impossibile rispondere, staremo a vedere, io ho una sala che fa i revival intitolata New Beverly e c'è un'affluenza incredibile dopo la pandemia, ne ho appena acquistata un'altra. Non penso che sia morto. Forse sarà di nicchia. Se parliamo di incassi per film in 3.000 sale non lo so».

 

Si aprono siparietti e gag, è il Tarantino Show, lui ha una curiosità onnivora, sembra davvero un pupazzo nelle sue buffe espressioni. «C'è un film muto che cancellerei, è The Birth of a Nation del 1915, portò alla rinascita del Ku Klux Klan».

 

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C'è un personaggio dei suoi film di cui diventerebbe amico e uno con cui non andrebbe d'accordo?

«Prendiamo C'era una volta a Hollywood . Rick Dalton, l'attore in declino impersonato da Leo DiCaprio, è un piagnucolone e non si rende conto della bella vita che ha avuto; forse con Cliff, la sua controfigura (Brad Pitt) mi troverei bene. Ma non ho mai creato un mondo in cui vorrei abitare, mettiamola così».

 

Ha scritto un romanzo da quel film: «Sono cresciuto leggendo libri che si basano sui film. L'ho fatto anch' io. È un genere divertente, il trash della letteratura. Mi piace giocare con l'alto e il basso». Con lui prima o poi si parla di B movie e stavolta di B libri: è la lettera liberatoria che alimenta gli sbarchi della sua ciclopica immaginaria Normandia sullo schermo.

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