TATTOO? AGLI UNDER 14 NON SI FA PIÙ – NEL FAR WEST LEGISLATIVO E IN MANCANZA DI UNA NORMA NAZIONALE, IL PD HA PRESENTATO UNA PROPOSTA DI LEGGE ALLA REGIONE LAZIO PER REGOLARE IL SETTORE: DIVIETO ASSOLUTO DI TATUAGGIO PER GLI UNDER 14 E OK PER I MINORI SOLO SE C’È IL PERMESSO DEI GENITORI – PER IL PIERCING CI VORRÀ IL CONSENSO DEI GENITORI E PER TOGLIERLI SI ANDRA’ ALLA ASL. NO A DISEGNI NELLE ZONE INTIME – E PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE, LA MULTA È SALATA…
Camilla Mozzetti per "Il Messaggero"
Una libellula sulla spalla, una coccinella sul polso, un tribale intorno al braccio. E ancora i tatuaggi per eccellenza con i nomi dei figli e dei genitori. Nella Capitale sono circa 700 mila - persona più persona meno - coloro i quali hanno sulla pelle un simbolo o un'immagine che racchiude pezzi di storie personali insieme a quelli che ne fanno ricorso con finalità mediche, per camuffare alcune patologie della pelle o cicatrici. Un'abitudine che travalica le mode stagionali e va avanti da anni a tal punto che sono aumentati anche i centri specializzati per tatuaggi e piercing.
Ma in futuro, soprattutto i più giovani, dovranno essere autorizzati dai genitori per farsi un piercing o un tatuaggio. Benché il ministero della Salute abbia già da tempo diramato delle linee guida sulla corretta gestione sia degli spazi che delle procedure da seguire, non esiste una norma nazionale che regola il settore. Ed è per questo che, dopo l'esempio di alcune Regioni (Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Marche) anche il Lazio è pronto ad approvare la sua legge sui tatuatori con particolare attenzione alle fasce giovanili.
I TATUAGGI DI GABRIELE DONNINI
Presentata dalla consigliera del Pd Marta Leonori, la proposta - che dovrebbe arrivare in Aula al termine della pausa estiva - punta a incardinare dentro binari precisi tutte le regole a cui gli operatori e i clienti dovranno attenersi. Con l'obiettivo principale di tutelare la salute pubblica e ridurre il numero di infezioni e trasmissioni di virus.
DIVIETI PER I MINORI La proposta di legge redatta con la collaborazione dell'associazione tatuatori Art prevede norme diversificate a seconda dei ruoli. Ai minori sotto ai 14 anni il tatuaggio - su qualsiasi parte del corpo - è vietato mentre potrà essere consentito, ma soltanto a fronte dell'autorizzazione di mamma e papà, il piercing al lobo dell'orecchio.
Ai minori di 18 anni, invece, quindi ai ragazzi sopra i 14 anni ma non ancora maggiorenni, tatuaggi e piercing saranno autorizzati solo dietro il consenso dei genitori. Vera novità è il divieto di tatuaggi e piercing su «parti anatomiche nelle quali sono possibili conseguenze invalidanti», o comunque «in parti dove la cicatrizzazione è particolarmente difficoltosa».
Ancora: no ai disegni sugli animali, che pure spesso si verificano, mentre per chi invece vuole rimuovere un simbolo o ancora una frase, il nome di una fidanzata che non c'è più o quello dell'ormai ex marito, gli interventi non potranno svolgersi nei laboratori ma solo in strutture sanitarie così come non potranno essere usati anestetizzanti in fase di preparazione sia per i tatuaggi che per i piercing al fine di evitare possibili effetti collaterali.
il tatuaggio nel culo di emily ratajkowski 2
Passando invece agli obblighi per gli operatori, l'esercizio della professione prevede dei percorsi formativi con la partecipazione a un corso teorico pratico della durata di tre anni: 900 ore all'anno più 100 in formazione sul campo per chi vuole diventate tatuatore e di un corso di un anno per chi invece vuole essere abilitato all'attività di piercing.
Per le nuove aperture dei centri o dei laboratori oltre alla Scia sarà necessaria l'autorizzazione dell'Asl di riferimento necessaria ad accertare il rispetto delle norme igienico-sanitarie, mentre il controllo è demandato alle amministrazione comunali che potranno decidere come e in che modo effettuare le verifiche. I rifiuti prodotto dai laboratori, inoltre, dovranno essere smaltiti come se si trattasse di rifiuti sanitari.
LE CONTRAVVENZIONI Multe salate per chi sarà comunque trovato a violare le disposizioni. Chi esercita la professione senza aver comunicato la Scia o senza aver svolto il corso formativo è soggetto a una multa da 3 mila a 15 mila euro oltre al sequestro delle attrezzature mentre chi non sosterrà i corsi di aggiornamento potrà essere multato con contravvenzioni che oscillano tra i 2 mila e i 10 mila euro.
«La maggioranza delle persone si rivolge a un centro specializzato ma, più del 13%, purtroppo, si affida a canali non ufficiali - spiega la consigliera dem Marta Leonori - esponendosi ad un rischio concreto di infezioni. Migliorare questa attività attraverso una legge permette non solo di elevarne la dimensione creativa, ma anche garantire la qualità degli interventi».
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