ristoranti new york nell'era covid-5

UNA TAVOLATA A CIELO APERTO – COME SOPRAVVIVONO I RISTORATORI DI NEW YORK? INVADENDO LE STRADE CON I TAVOLI E INVENTANDOSI OGNI RIMEDIO CONTRO IL GELO: CON TEMPERATURE SOTTOZERO, MASSE DI NEWYORCHESI PRANZANO FUORI GRAZIE ALL'INVESTIMENTO IN TENDE ISOLANTI, IGLOO DI PLEXIGLAS, STUFE A GAS E KEROSENE – UNA RIVOLUZIONE PER MANHATTAN CHE SI STA "EUROPEIZZANDO" NEL PAESAGGIO URBANO E…

Federico Rampini per "la Repubblica"

 

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Sono pochi i cambiamenti buoni provocati da pandemia e lockdown, ma uno ce lo godiamo noi newyorchesi: Manhattan sta diventando, un po' alla volta, una grande isola pedonale. La metamorfosi ebbe inizio per caso. Per sopravvivere al primo lockdown i ristoranti hanno dovuto invadere le strade coi tavolini all'aperto. Il secondo lockdown - quello decretato dal governatore Andrew Cuomo all'inizio di dicembre - coincideva con i primi rigori invernali.

 

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Ma i ristoratori non si sono scoraggiati. Anche oggi, con temperature sottozero, masse di newyorchesi stanno pranzando e cenando fuori grazie all'investimento in tende isolanti, igloo di plexiglas, stufe a gas e kerosene. Dietro i ristoratori si sono accodati anche certi commercianti, perché il mercatino con bancarelle all'aperto dà più sicurezza sul distanziamento. Le auto sono state costrette a cedere molta superficie urbana. E la nuova Manhattan che sta emergendo piace quasi a tutti; con l'unica eccezione degli automobilisti (una specie minacciata d'estinzione).

 

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Così il cambiamento potrebbe diventare permanente. Manhattan, che una volta era la giungla d'asfalto per eccellenza, ora si sta "europeizzando" nel paesaggio urbano, nonostante un clima che non è proprio mediterraneo. Troppo afosa d'estate, afflitta da lunghi periodi di freddo polare da fine dicembre a marzo, passa dall'aria condizionata al turbo-riscaldamento. La burocrazia comunale ha dovuto dare prova di flessibilità: non c'era la tradizione delle stufe all'aperto per i ristoranti, qualche pericolo per la sicurezza poteva ostacolare la creatività.

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Invece ha prevalso il buonsenso: New York è già un cimitero economico, segnato dall'ecatombe di tanti piccoli esercizi falliti durante il lockdown, sui sopravvissuti vale la pena chiudere un occhio. I tavolini dei ristoranti hanno invaso marciapiedi, piste ciclabili, e anche intere corsie per automobili. È successo a Brooklyn come a Harlem, nell'Upper West e nell'Upper East, al Village e Soho. La tenda-igloo in plastica trasparente, che protegge dal vento e dalla neve ogni tavolata, si è affiancata a tensostrutture degne di ospitare piccoli circhi equestri.

 

Anche la burocrazia sanitaria ha fatto i suoi sforzi di flessibilità: certe tende sono così ermeticamente sigillate per proteggere dai venti gelidi, che rendono vago il confine tra "dentro" e "fuori": ma solo così i ristoranti riescono a lavorare, visto che "dentro" non possono ospitare. Anche alcune categorie di artisti hanno sfoderato la fantasia, occupando marciapiedi e parchi per spettacoli e concerti.

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La trasformazione ambientalista di New York cominciò ai tempi del sindaco Bloomberg con l'invasione delle piste ciclabili, e tanti nuovi parchi tra cui la "sopraelevata verde" High Line. Il Covid ha costretto a fare un balzo in avanti, che nessuno immaginava: verso una New York dominata dai pedoni.

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