TERREMOTO AI VERTICI DELLA "ROYAL SOCIETY OF LITERATURE", LA PIÙ ANTICA E PRESTIGIOSA ASSOCIAZIONE DI SCRITTORI AL MONDO: IL PRESIDENTE ESECUTIVO DALJIT NAGRA E LA DIRETTRICE MOLLY ROSENBERG SI SONO DIMESSI PRIMA DI ESSERE CACCIATI. IL MOTIVO? PER DIFENDERE DIVERSITÀ E INCLUSIONE, HANNO COMPRESSO LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE – UNA STUPIDITÀ CHE LI AVEVA PORTATI A DIMOSTRARE UNA TIEPIDA SOLIDARIETÀ A SALMAN RUSHDIE ALL’INDOMANI DEL SUO ACCOLTELLAMENTO DA PARTE DI UN FANATICO ISLAMICO: TROPPO SOSTEGNO ALLO SCRITTORE POTEVA "RISULTARE OFFENSIVO" PER I MUSULMANI...
Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"
Londra Terremoto nell’Olimpo delle lettere britanniche: i vertici della Royal Society of Literature, la più antica e prestigiosa associazione di scrittori al mondo, si sono dimessi a sorpresa dopo un anno di astiose polemiche seguite alla svolta «politicamente corretta» della veneranda Società.
Il presidente esecutivo (chairman) della Royal Society, il poeta Daljit Nagra, e la direttrice Molly Rosenberg, hanno preferito lasciare i loro incarichi alla vigilia di una assemblea annuale nella quale molti membri dell’associazione intendevano chiedere la loro cacciata: il management della Società era infatti accusato di non difendere a sufficienza la libertà di espressione e di aver diluito i criteri di associazione in nome della «diversità» e dell’«inclusione».
A farsi portavoce delle critiche erano stati scrittori come Margaret Atwood, Kazuo Ishiguro e Ian McEwan: e nel mirino era finita anche Bernardine Evaristo, la prima donna nera a diventare president della Royal Society e attiva promotrice del nuovo corso «progressista».
A suscitare clamore era stata la tiepida solidarietà mostrata dalla Società nei confronti di Salman Rushdie all’indomani del suo accoltellamento, nel 2022, da parte di un fanatico islamico: un sostegno troppo aperto per l’autore dei Versi satanici «potrebbe risultare offensivo»
[…] La presidente Evaristo, tuttora in carica, aveva difeso questo atteggiamento, sostenendo che la Royal Society doveva rimanere «imparziale»: al che Rushdie si era chiesto se la Società fosse «imparziale rispetto al tentato omicidio».
Ma già nel 2021 la Royal Society aveva mancato di scendere in campo a sostegno di Kate Clanchy, la scrittrice e socia accusata di adoperare stereotipi razzisti e che per questo era stata vittima di abusi online e si era vista «cancellata», tanto da essere abbandonata dal proprio editore.
[…] E pensare che la Royal Society of Literature era stata fondata nel 1820 da re Giorgio IV per «premiare il merito letterario e suscitare il talento» […]
negli ultimi anni, specialmente dopo le proteste legate al movimento Black Lives Matter, era partito uno sforzo per rendere la Società meno «pallida, stantia e maschile», ossia per aprirla ad autori di minoranze etniche e categorie sottorappresentate, dagli Lgbtq+ ai disabili.
Poco importa che l’idea di una Royal Society quale club di bianchi borghesi rispecchiasse poco la realtà, visto che fra i soci passati e presenti si annoverano autori come Anita Desai, Amitav Gosh, Ben Okri, Zadie Smith e Wole Soyinka, per non parlare di V.S. Naipaul che divenne membro nel ’62 a soli 30 anni.
Ma tant’è: sotto l’attuale dirigenza sono state lanciate «iniziative inclusive» tese a superare il presunto carattere «elitario» della Società.
Ed è però così che Bernardine Evaristo e gli altri manager al vertice sono stati accusati di aver «instupidito» la Royal Society, fino al punto da autorizzare il pubblico a suggerire le nomine dei nuovi soci […]
Come ha scritto sul «Sunday Times» la columnist Hadley Freeman, «quando una società letteraria è più interessata alla diversità dei suoi scrittori che alla qualità della loro scrittura, ha cessato di avere ogni ragione di esistere».
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