TERRORE AD ALTA QUOTA - DUE ITALIANI SONO MORTI IN NEPAL, TRAVOLTI DA UNA FRANA MENTRE FACEVANO TREKKING A 3.500 METRI - DISPERSI IL VERONESE GIOVANNI CIPOLLA E I 4 SPELEOLOGI DEL SOCCORSO ALPINO
Due italiani, Renzo B. e Marco P. sono morti sabato in Nepal, travolti da una frana staccatasi dalla montagna mentre erano impegnati a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. I corpi delle due vittime sono stati ritrovati, come hanno confermato due loro compagni, ricoverati in ospedale. Uno di loro, Attilio D., è illeso, mentre Iolanda M., è ferita.
Intanto ha chiamato a casa Fiorella Fracassetti , la 39enne di Bergamo che risultava dispersa dopo il sisma di magnitudo 7.8 che ha colpito il Nepal il 25 aprile e nel quale sono morte più di 3.600 persone. Questa mattina è arrivata una telefonata nella quale Frassetti ha tranquillizzato i genitori.
Mentre risulta disperso un 24enne veronese, Giovanni Cipolla. Come riferisce L'Arena, l'ultimo contatto dei familiari con il giovane scalatore risale a poche poche ore prima del terremoto che ha sconvolto il Paese. Il 24enne sarebbe stato proprio a Kathmandu, la capitale del Nepal. Con la sua scomparsa il numero di dispersi italiani sale a 5.
Nessuna notizia dei 4 speleologi. Risultano infatti ancora dispersi i quattro speleologi italiani del Soccorso alplino che si trovavano a Langtang, uno dei villaggi distrutti dal sisma in Nepal. I contatti con Giuseppe 'Pino' Antonini, 53 anni, di Ancona, Gigliola Mancinelli, 51 anni, anche lei di Ancona, medico anestesista, Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Giovanni 'Nanni' Pizzorni, 52 anni, genovese, esperto torrentista, si sono interrotti da sabato.
La speranza è che abbiano difficoltà a ricaricare i telefoni satellitari che hanno in dotazione. Il Soccorso alpino delle Marche, intanto, sta cercando di attivare i contatti in zona con guide nepalesi. "Il Nepal - dice Paolo Panini - è per molti di noi una seconda casa, in quel Paese organizziamo molte spedizioni e abbiamo una serie di contatti". Ma per il momento sembra che nessuno sia in grado di dare informazioni sui quattro tecnici.
Cento scalatori bloccati sull'Everest. Sono state portate a termine le operazioni di evacuazione dei 100 scalatori bloccati sull'Everest dopo il terremoto. Tre elicotteri sono riusciti a raggiungere i campi base 1 e 2 situati a oltre 6mila metri. In tutto i feriti sono 60, fra loro alcuni gravi. Un gruppo di alpinisti è rimasto al campo base e 5 italiani sono riusciti ad arrivare nella Piramide di EvK2Cnr, a 5.050 mt di altitudine sul versante nepalese dell’Everest, presso la quale operano scienziati italiani e nepalesi. Sono Maria Vielmo, Claudio Tesseralo, Annalisa Fioretti, Marco Sala e Sebastiano Valentini. "Abbiamo visto la morte in faccia - ha detto Vielmo - . La testimonianza è stata raccolta con una registrazione audio della stessa associazione".
E' impossibile dire quante persone sono state inghiottite dai ghiacci nei crepacci che si trovano in una delle zone più pericolose dell'Everest, quella che collega il campo base al Campo 1, come fa sapere l'associazione Ev-K2-Cnr, sulla base di quanto riportato ieri dagli sherpa sulla conseguenze di un fenomeno diverso rispetto a quello delle due valanghe.
La preghiera del Dalai Lama. Un messaggio per le vittime del sisma arriva anche dal Dalai Lama. "Sto pregando dopo il terribile terremoto che ha colpito il Nepal", ha detto il Dalai Lama, leader spirituale tibetano.
Più di 3.600 morti e 6.617 feriti. Sono più di 3.600, secondo il nuovo bilancio ufficiale della polizia, i morti provocati dal terremoto, . mentre i feriti sono oltre 6.617. Secondo la Caritas il bilancio dei decessi potrebbe arrivare a 6.000. La maggior parte di persone che ha perso la vita si trovava in Nepal, ma ci sarebbero vittime anche in India (66) e in Cina (17). I numeri così drammatici sono stati forniti da Rameshwor Dangal, che dirige la divisione emergenza del ministero dell'Interno del paese asiatico.
I precedenti. Il Nepal e l'India erano già stati teatro di un devastante terremoto il 15 gennaio del 1934, quando un sisma di magnitudo 8 devastò le città di Kathmandu, Munger e Muzaffarpur, con più di 11.000 morti, e lo Stato indiano del Bihar, dove persero la vita in oltre 7.000.