vaccini

LA TERZA DOSE SERVE DAVVERO? PER L'EPIDEMIOLOGO GIOVANNI REZZA PRIMA BISOGNA SCIOGLIERE ALCUNI NODI: "QUANTO DURA LA PROTEZIONE DEI VACCINI? QUALE RUOLO GIOCANO LE VARIANTI? SARA' POSSIBILE RAGGIUNGERE L'IMMUNITA' DI GREGGE?" - "AL PRIMO QUESITO NON SAPPIAMO ANCORA DEL TUTTO RISPONDERE, ANCHE SE LE RISPOSTE CELLULARI E LA MEMORIA PERSISTONO PIU' DI QUANTO SI PENSASSE - LA DOMANDA SULLE VARIANTI E' ANCORA PIU' COMPLESSA PERCHE'...

Dal “Corriere della Sera”

 

GIOVANNI REZZA

Pubblichiamo l'intervento dell'epidemiologo Giovanni Rezza, già direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità e ora direttore generale della Prevenzione sanitaria al ministero della Salute.

 

La campagna vaccinale nel nostro Paese procede a passo spedito, e ormai sono state somministrate circa 74 milioni di dosi di vaccino. Quasi 35 milioni di italiani, ovvero oltre il 57% della popolazione, hanno completato il ciclo vaccinale. Siamo quindi sostanzialmente in linea con gli altri grandi Paesi europei.

 

vaccini personale sanitario

I vaccini hanno dimostrato un'ottima efficacia, nel mondo reale, nel controllo della malattia grave, riducendo il rischio di ospedalizzazione e decessi, rispettando quindi i dati più che confortanti derivati dagli studi sperimentali. Mentre si sta completando la campagna vaccinale di massa, ci si interroga però sulle prossime mosse e, in particolare, sulla necessità di somministrare una terza dose di richiamo a tutta o parte della popolazione.

 

Per sciogliere questo nodo è ora essenziale rispondere ad alcuni quesiti di tipo scientifico: 1) quanto dura l'immunità conferita dai vaccini; 2) quale ruolo giocano le varianti nel ridurre l'efficacia e la durata della protezione; 3) se sarà possibile raggiungere la cosiddetta immunità di gregge o di comunità.

 

VACCINI GIOVANI

Al primo quesito non sappiamo ancora del tutto rispondere, visto che il follow-up delle persone vaccinate è ancora troppo breve. Sembra però che, anche se gli anticorpi neutralizzanti tendono a scendere nel corso del tempo, le risposte cellulari e la memoria dell'incontro con l'antigene virale persistano più a lungo di quanto si pensasse. Naturalmente, esiste una variabilità individuale e, soprattutto, persone immunodepresse potrebbero trovarsi per prime in difficoltà di fronte a un attacco virale.

 

Il quesito relativo alle varianti è ancor più complesso. La variante Beta (sudafricana) sembra essere la più resistente ai vaccini, ma per fortuna la sua circolazione da noi è estremamente limitata. Per quanto attiene alla variante Delta (indiana), i vaccini conservano un'elevata efficacia nel proteggerci dalle forme gravi di malattia, ma non sempre sono in grado di evitare l'infezione. Ciò vuol dire che, in un certo numero di casi, il virus può continuare a circolare tra le persone vaccinate, pur non causando i danni gravi a cui ci aveva abituato in precedenza.

 

VACCINAZIONE ANZIANI5

Naturalmente, quanto esposto relativamente ai primi due quesiti ha delle ripercussioni sul terzo. Considerato che è probabile che il virus continuerà a circolare, dobbiamo vaccinare il più possibile senza pensare al raggiungimento di un obiettivo ambizioso come quello dell'immunità di gregge, ma piuttosto per favorire un ritorno alla normalità, proteggendo la popolazione dalle conseguenze peggiori della malattia ed evitando la congestione delle strutture sanitarie.

 

vaccini adolescenti 5

Quando poi avremo vaccinato gran parte della popolazione, continuando per un po' a mantenere dei comportamenti prudenti, dovremmo vedere anche degli effetti sulla riduzione della circolazione del virus. Sulla terza dose, per ora, conviene astenersi dal solito dibattito fra pro e contro, iniziando a programmare gli eventuali richiami, da effettuare in maniera graduale, sulla base delle necessità e delle evidenze scientifiche.

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