
“TRA ANNA LUCIA CECERE E IL FRATELLO NON C’È ALCUN RAPPORTO. COME FA A DIRE CHE PUÒ AVER UCCISO NADA CELLA?” – IL LEGALE DELLA DONNA, ACCUSATA DELL’OMICIDIO DELLA SEGRETARIA AMMAZZATA NELLO STUDIO COMMERCIALISTA NEL 1996 A CHIAVARI (GENOVA), ACCUSA L’UOMO DI ESSERE A CACCIA DI OSPITATE TV: “DA QUANDO È STATO ADOTTATO, NON L’HA MAI VISTA FISICAMENTE. GLI UNICI CONTATTI TRA I DUE SONO STATE LE TELEFONATE CHE LUI LE FECE QUANDO VENNE A SAPERE CHE ERA INDAGATA. LA PRESSAVA CON DOMANDE INSISTENTI, ATTEGGIANDOSI DA INVESTIGATORE FINO A QUANDO…”
Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca per il “Corriere della Sera”
«Lui si spaccia per suo fratello, ma in verità, da quando è stato adottato, non l’ha mai vista fisicamente. Tra loro non c’è alcun rapporto». Anna Lucia Cecere non rilascia interviste. Parla invece il suo legale, Giovanni Roffo, confermando indirettamente quanto tormentata sia la storia familiare della donna che a 29 anni di distanza è a processo con l’accusa di avere ucciso, il 6 maggio 1996 nello studio di Chiavari del commercialista Marco Soracco, la 25enne Nada Cella.
Ad accusarla ora c’è anche quel fratello che lei disconosce. «Può avere ucciso Nada.
Se le vai contro, mia sorella diventa di una cattiveria impressionante», ha detto Maurizio Onorati (dal cognome della famiglia che l’ha adottato) dopo l’ultima udienza del processo in corso a Genova.
«Come fa a dirlo — insiste Roffo — se gli unici contatti tra i due sono state le telefonate che lui le fece quando venne a sapere che era indagata? La pressava con domande insistenti, atteggiandosi a investigatore, fino a quando lei non l’ha mandato a quel paese». Ma che interesse avrebbe? «Le vie delle ospitate in tv sono infinite», replica sibillino il legale.
Il padre violento Anna Lucia Cecere e Maurizio Onorati sono accomunati da un’infanzia da incubo. Il padre alcolizzato e violento un giorno diede fuoco alla casa, con dentro tutti i cinque figli. «Sul corpo portiamo ancora i segni delle bruciature», racconta Onorati.
Sottratti ai genitori i piccoli finirono in adozione o in orfanotrofio, come Anna Lucia.
Prima a Napoli, poi dalle suore a Chiavari. Un trauma che l’ha segnata per sempre. Fattasi donna è venuto fuori un carattere scostante e irascibile. Come conferma un ex fidanzato: «Quando si arrabbiava era impossibile starle dietro». E anche l’uomo, Ottavio Cini, con il quale ha avuto un figlio.
OMICIDIO DI NADA CELLA - ANNALUCIA CECERE
«L’avevamo vista dalle suore e a 18 anni l’abbiamo presa in casa dandole un lavoro». Una presenza che aveva portato alla fine del matrimonio di Cini e all’inizio della relazione con Anna Lucia, dalla quale è nato un figlio. E anche qui torna quel carattere difficile. «Era spesso violenta, mentre cambiava il bimbo lo strattonava, si vedeva che non le piaceva il ruolo di madre», racconta l’uomo. E infatti, dopo qualche anno, lei abbandona il figlio e il compagno.
Da tempo ha ormai lasciato Chiavari per rintanarsi a Boves (Cuneo). Sempre poco socievole, anche con parenti e vicini. «[…]
Il sospetto che sia stata lei a uccidere Nada Cella c’è da sempre. Ma indagata dopo il delitto venne subito scagionata. […]
OMICIDIO DI NADA CELLA - SCENA DEL DELITTO
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OMICIDIO DI NADA CELLA - MARCO SORACCO