VATICANO-ANO-ANO - IL TRIBUNALE DELLA SANTA SEDE CONDANNA MONS. CARLO ALBERTO CAPELLA A 5 ANNI DI RECLUSIONE PER FOTO, VIDEO E 'SHOTAS', IMMAGINI PORNO DI FUMETTI GIAPPONESI. IN TUTTE CI SONO MINORI - GLI SCAMBI DI QUESTE IMMAGINI SONO TRANSITATE NELLE CHAT DEL SOCIAL TUMBLR - C'È ANCHE "UN VIDEO CON UN BAMBINO MOLTO PICCOLO IN ATTI ESPLICITI"
L'ex diplomatico vaticano, mons. Carlo Alberto Capella, è stato condannato a 5 anni di reclusione e 5mila euro di multa, per detenzione, cessione e trasmissione di materiale pedopornografico. Lo ha deciso il Tribunale Vaticano. Il Promotore di Giustizia aveva chiesto per l'ecclesiastico 5 anni e 9 mesi di reclusione e 10mila euro di multa.
Nel dispositivo della sentenza, letto dal Presiedente del Tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre, dopo circa un'ora di Camera di Consiglio, monsignor Carlo Albero Capella è stato riconosciuto "colpevole" del reato di "divulgazione, trasmissione, offerta e detenzione" di materiale pedopornografico.
Ai 5 anni e 5mila euro di multa si arriva partendo dal fatto che è stata comminata una pena base di 4 anni di reclusione e 4mila euro di multa, aumentata dalla "continuazione del reato e bilanciata dalle circostanze attenuanti generiche" concesse in virtù del "contegno processuale dell'imputato". E' stata anche decisa la confisca del materiale sequestrato e Capella è stato condannato anche al rifacimento delle spese processuali.
A sua discolpa parla della "crisi" attraversata in quel momento a causa del suo trasferimento alla Nunziatura di Washington. Dal primo momento sente che non vuole andare, nonostante sia un diplomatico, nonostante che gli Usa siano una sede ambita. "Ho sbagliato a sottovalutare la crisi che stavo attraversando".
Le immagini incriminate sono tra le 40 e le 55 e comprendono fotografie, video e 'shotas', immagini pornografiche di fumetti giapponesi. In tutte ci sono minori. Gli scambi di queste immagini sono transitate nelle chat private del social Tumblr sul quale il diplomatico aveva aperto un account. "Monsignor Capella cercava immagini di ragazzi tra i 14 e i 17 anni", ha detto l'ingegnere Gianluca Gauzzi della Gendarmeria vaticana, che ha eseguito gli accertamenti informatici e oggi è stato ascoltato come testimone. Ma tra il materiale sotto accusa c'è anche "un video con un bambino molto piccolo in atti espliciti".