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SE QUESTO E’ UN SUICIDIO - TROVATA IMPICCATA A UN ALBERO A MILANO LA STILISTA 37ENNE CARLOTTA BENUSIGLIO, MA I PIEDI TOCCAVANO TERRA: E’ GIALLO - CARLOTTA ERA FINITA TRE VOLTE IN OSPEDALE DOPO LITIGI CON IL FIDANZATO (CHE NON E’ INDAGATO)
Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”
Lunedì sera era con qualche amico ed era sorridente. S' è seduta ai tavoli di un bar in via Vigevano e ha bevuto qualcosa; nello stesso locale, per un paio d' anni, aveva lavorato, dava una mano nei fine settimana; da allora è sempre tornata, come cliente e amica; di solito era in compagnia del fidanzato e nessuno, mai, ha pensato che tra loro ci fosse qualcosa di irrisolto, di complicato, o violento.
Qualche ora dopo, alle 6 del mattino del martedì, un uomo che passava in piazza Napoli, prima periferia di Milano, tra le aiuole e gli alberi ha visto il corpo di una ragazza con una sciarpa intorno al collo e legata a un ramo, i piedi che toccavano terra. Le Volanti della polizia, in quell' alba ancora fredda, sono intervenute per un suicidio. E questa, per il momento, è l' unica ipotesi giudiziaria.
CARLOTTA BENUSIGLIO CON LA SORELLA
Gli investigatori del commissariato Porta Genova stanno però lavorando a fondo sulla morte di Carlotta Benusiglio, 37 anni, donna alta, mora e bellissima, stilista del marchio «Blume». Perché qualche mese fa Carlotta aveva firmato una denuncia contro il suo compagno e perché, almeno tre volte, dopo che i litigi erano degenerati, era andata in pronto soccorso: non erano spinte o schiaffi, ma lesioni più gravi.
CARLOTTA BENUSIGLIO I GIARDINI DI PIAZZA NAPOLI
Questa mattina verrà fatta l' autopsia. Potrebbe aiutare a chiarire. È «assolutamente doveroso», spiega un investigatore, approfondire tutti gli elementi poco chiari in questa morte (come chiede la famiglia). Carlotta abitava a pochi metri da piazza Napoli, viveva in un loft, aveva i suoi tre gatti e li affidava alla vicina ogni volta che si allontanava da Milano, quando il suo lavoro la portava a Parigi o a New York.
Oggi la stessa vicina racconta che «sì, qualche volta avevo sentito dei litigi». E poi riflette: «Voleva morire? Voleva impiccarsi? Perché non lo ha fatto in casa, dove c' è un soppalco...?». In quella casa c' era anche altro: il computer portatile trovato aperto e con la musica che andava; qualche macchia di sangue sulle lenzuola; una scatola di farmaci contro l' ansia da cui mancavano quattro pastiglie.
E poi gli abiti: Carlotta è stata trovata con una sorta di impermeabile, e ora i poliziotti stanno cercando di capire come fosse vestita durante il giorno, e poi di sera, per ricostruire nel dettaglio le ultime 12 ore della sua vita.
Col suo fidanzato la ragazza si era lasciata e riavvicinata più volte, anche dopo la denuncia e le violenze, e l' ha visto anche lunedì, a pranzo con un' amica, e poi di nuovo di sera, quando lui è ripassato dalla casa di piazza Napoli e poi è andato via. Lo ha raccontato lui stesso, quando è stato chiamato dalla polizia come testimone, «persona informata sui fatti», al pari dei familiari e di alcuni amici.
In quello stesso parchetto di piazza Napoli, la notte del 4 marzo scorso, si è suicidata con un lenzuolo intorno al collo un' altra donna, polacca, 46 anni, senzatetto. La cosa ha creato qualche paura, qualche inquietudine tra gli abitanti della zona: ma le due morti, esclusa la coincidenza del luogo, non hanno alcun collegamento.
Gli ex colleghi di Carlotta, al bar sui Navigli, ricordano: «Era solare e determinata. Stava seguendo le sue ambizioni, e ci sembra improbabile che si sia tolta la vita. Aveva programmato il suo futuro, aveva una forte volontà e sapeva ciò che voleva».