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IL TRUCCHETTO DI GIORGETTI PER LA MANOVRA: SPINGERE IL  DEBITO UN PO’ PIU’ IN LA’ – COME TROVARE LE COPERTURE PER UNA LEGGE DI BILANCIO DA 25 MILIARDI, TRA LE STRETTOIE DEL PATTO DI STABILITÀ E UN DEBITO PUBBLICO CHE SFIORA I 3.000 MILIARDI? IL TESORO PUNTA SULL’EMISSIONE DI TITOLI DI STATO A MEDIA-LUNGA SCADENZA. UNO STRATAGEMMA PER RIDURRE NELL'IMMEDIATO L’IMPATTO DEGLI ONERI, MA CHE POTREBBE PESARE MOLTO SUI CONTI PUBBLICI FUTURI...

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

giancarlo giorgetti in conferenza stampa 5

Quota 3.000 miliardi di euro è vicina, ma il ricorso a Btp e Bot continuerà. «Arriveranno nuove emissioni di debito pubblico che saranno innovative. Se le condizioni di mercato lo permettono e se non ci sono turbolenze a livello geopolitico, siamo quasi pronti». Per il Tesoro, come spiegano fonti finanziarie vicine al dossier, l'obiettivo è quello di raccogliere risorse il prima possibile, specie per trovare respiro con la legge di Bilancio.

 

Il saldo del Conto disponibilità del Tesoro presso la Banca d'Italia a fine luglio era di 4,62 miliardi di euro, con 39,6 miliardi impiegati in liquidità richiamabili. Un anno fa, il saldo del conto per il servizio di tesoreria era di 42,55 miliardi. Due anni fa, 78,50 miliardi. E nel 2021 post-Covid? 102,79 miliardi.

 

EVOLUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO - LA STAMPA

Da qui a fine dicembre, come fa notare il Tesoro, si stimano emissioni di debito pubblico fino a 155 miliardi di euro. Parte di queste, affermano market dealer qualificati, «potranno essere utili per le coperture della legge di Bilancio». La previsione è nell'ordine di circa 15 miliardi di raccolta, che contribuiranno a coprire la parte in deficit della prossima manovra, che sarà da almeno 25 miliardi.

 

La gestione del debito pubblico italiano è quanto mai cruciale, data la congiuntura. L'inflazione sta frenando, la crescita pure, l'indebitamento assoluto veleggia verso i 3.000 miliardi di euro, gli interessi passivi costano quasi 100 miliardi l'anno. Come riporta il Tesoro, l'autunno non sarà esente da incognite.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

«Dal 1° giugno al 31 dicembre l'attività di funding dovrà tener conto delle scadenze di titoli di Stato a medio-lungo termine per un importo complessivo pari a 139 miliardi di euro, ai quali va aggiunta la quota di fabbisogno del settore statale dello stesso periodo», si spiega nelle linee guida del Mef per l'ultima parte dell'anno.

 

Nello specifico, «tenuto conto delle disponibilità di cassa attuali, delle emissioni del mese di giugno effettuate e di quelle già annunciate che regolano entro il 30 giugno, pari a circa 27 miliardi di euro, rispetto agli obiettivi di fine anno, per la restante parte del 2024, dal 1° luglio al 31 dicembre, si stimano emissioni lorde di titoli a medio-lungo termine in area 135-155 miliardi di euro».

 

DEBITO PUBBLICO ITALIANO

Come fatto notare a maggio da Davide Iacovoni, direttore generale del dipartimento Debito pubblico del Tesoro, ci sono in vista collocamenti «innovativi» dopo il Btp Valore primaverile. Il quale è stato accolto in modo tiepido, rispetto alle emissioni precedenti, dai risparmiatori italiani. «Una possibilità sono le nuove obbligazioni sostenibili, come il Btp Green», spiegano fonti finanziarie [...]

 

Data la spinta propulsiva del Green Deal europeo, in più di un operatore vede questa come un'operazione vantaggiosa. Ma potrebbe esserci una misura più interessante, anche per prendere tempo nell'attuale contesto geopolitico. Vale a dire una maxi emissione da 30 o 50 anni, in modo da aumentare le scadenze del debito pubblico italiano.

giancarlo giorgetti in conferenza stampa 1

 

«Non sarebbe la prima volta che il Mef opta per questa soluzione, in modo da finanziare sia la legge di Bilancio sia le esigenze di cassa odierne». Uno stratagemma che però, con i tassi d'interesse principali più elevati rispetto alle previsioni di inizio anno, potrebbe incidere sui conti pubblici futuri attraverso i maggiori oneri sui titoli di Stato esistenti. I rendimenti attesi sarebbero sopra quota 3,5%, con una propensione verso quota 4% in caso di fibrillazioni sui mercati.

 

A inizio agosto il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti è stato cauto. «Non è che uno arriva a 100 metri dal traguardo e dice ho vinto», ha fatto notare a chi chiedeva di un possibile "tesoretto" derivante dalle entrate tributarie. A coloro ha rammentato che occorre «aspettare ancora i risultati di luglio dei versamenti in autoliquidazione, ed altre scadenze prorogate come la quinta rata della rottamazione a settembre e il concordato preventivo a ottobre». Se non ci fossero i margini, tuttavia, il ricorso ai mercati finanziari sarebbe quasi inevitabile.

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