“ABBIAMO PROVATO A DIALOGARE CON I MANIFESTANTI MA NON SI SMUOVONO” - QUATTRO TURISTE ITALIANE SONO BLOCCATE DA QUASI DUE GIORNI SU UN AUTOBUS TURISTICO IN PERÙ: LE AMICHE ERANO DIRETTE IN BOLIVIA, MA SONO STATE FERMATE DALLE PROTESTE DOPO IL TENTATO GOLPE – “C’È UNA FILA LUNGHISSIMA DI AUTO DAVANTI A NOI CHE SUPERA I 5CHILOMETRI. MANCANO I SERVIZI IGIENICI E C’È GENTE CHE NON HA PIÙ SOLDI PER MANGIARE E CHE NON RIESCE A TORNARE A CASA…”
Enea Conti per www.corriere.it
Quattro giovani turiste italiane sono bloccate da quasi due giorni su un autobus turistico in Perù, nella zona rurale del villaggio di Checacupe. Le giovani si chiamano: Giulia Opizzi di Cesenatico, le sorelle Federica e Lorenza Zani di Cotignola e Martina Meloni di Firenze. Il pullman - di cui ancora non si conosce la compagnia di viaggio di appartenenza - è fermo per le proteste in corso dopo il tentato golpe dei giorni scorsi. Le ragazze erano partite dall’Italia lo scorso 26 novembre per una vacanza tra amiche. Nei giorni scorsi avevano deciso di raggiungere la Bolivia ed erano partite a bordo del pullman dal Perù.
Solo una di loro, Giulia Opizzi, riesce a comunicare con il telefono. Proprio lei ha dato l’allarme chiedendo aiuto in italia. Prima attraverso Instagram, poi è riuscita a inviare un drammatico whatsapp a un amico nel quale scrive: «Stavamo andando in Bolivia dal Perù e ci siamo ritrovate bloccate dai manifestanti, siamo nel pullman, una fila lunghissima di auto davanti a noi che supera i 5chilometri. Mancano i servizi igienici e c’è gente che non ha più soldi per mangiare e che non riesce a tornare a casa. Abbiamo provato a dialogare con i manifestanti ma non si smuovono....»
I contatti con l’ambasciata
Il comune di Cotignola è in contatto con l’ambasciata italiana a Lima ed è stata attivata anche l’unità di crisi della Farnesina che segue il caso. L’assessora del comune romagnolo Laura Monti ha appreso la notizia da Instagram: una delle giovani aveva pubblicato un post lanciando l’allarme. La stessa Monti ha poi preso i contatti con le autorità anche grazie alla collaborazione della deputata ravennate Ouidad Bakkali. Grazie anche all’intervento della Farnesina, alle quattro ragazze i manifestanti hanno concesso di recarsi nel paese più vicino al pullman e rifornirsi di acqua e cibo.
«Ho parlato al telefono con Giulia Opizzi — spiega la parlamentare Bakkali — e sono riuscite a procurarsi del cibo, ma ora il problema è che i soldi in loro possesso stanno finendo. Posso comunque garantire da parte della Farnesina e dell’ambasciata il massimo impegno».
Manca cibo e acqua
L’ambasciata a Lima è in contatto con la polizia del Paese sudamericano ma dal 7 dicembre il governo ha proclamato il coprifuoco serale. Nel pullman, dove viaggiano anche altri cittadini europei, ma anche giapponesi, argentini e statunitensi è impossibile usufruire dei servizi igienici e si teme che non siano disponibili scorte di cibo e acqua. «Stiamo cercando di capire – spiega l’assessora Laura Monti – almeno quale sia la compagnia di viaggio a cui appartiene il pullman».
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