TUTTE LE IPOTESI IN CAMPO PER LA FINE DEL LOCKDOWN - CI SARÀ UNA PROROGA DELLA CHIUSURA ALMENO FINO AL 18 APRILE E POI PROBABILMENTE UNA RIAPERTURA A TAPPE IN LINEA CON L’ANDAMENTO DEI CONTAGI E LE INDICAZIONI DEI VIROLOGI - DOVREBBE SCATTARE UNA GRADUALE RIAPERTURA DELLE ATTIVITÀ IN CUI NON…
Andrea Carli per https://www.ilsole24ore.com/
giuseppe conte roberto gualtieri
Un nuovo blocco di due settimane, fino al 18 aprile e poi, se l’andamento dei contagi da Coronavirus lo consentirà, una ripresa a tappe, per scaglioni. Molto della partita che si giocherà nei prossimi giorni per un allentamento della stretta imposta dall’esecutivo per arginare la diffusione del coronavirus si giocherà infatti sul piano dei contagi, con un occhio costante da parte dei virologi a quel Ro,l’indice di contagiosità che, prima di aprire uno spiraglio nella porta ad oggi serrata, dovrà scendere sotto l’uno, ovvero un positivo infetta meno di una persona.
Conte: misure di rallentamento con via libera del comitato scientifico
E che alla fine si guardi proprio a quel parametro lo confermano le parole che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rilasciato al quotidiano spagnolo El Pais. «Bisogna ragionare in termini di proporzionalità», ha sottolineato a proposito della riapertura delle attività a fronte dell’emergenza Coronavirus.
roberto gualtieri giuseppe conte 1
Alla domanda se la chiusura delle attività produttive durerà molto, il premier ha risposto: «No, è una misura economicamente troppo dura. È l’ultima che abbiamo preso e non può essere prolungata troppo. Per le scuole e le università, però, si possono introdurre delle modifiche. Anche per gli esami e le valutazioni di fine anno, in modo da non far perdere agli studenti l’anno scolastico o l’esame universitario».
Alla domanda se l’Italia è favorevole ad aprire prima che termini la pandemia, Conte ha risposto: «È prematuro dirlo, Quando il comitato scientifico dirà che la curva inizia a scendere potremo studiare delle misure di rallentamento. Però dovrà essere molto graduale».
Di Maio: per la riapertura dobbiamo attendere parere esperti
Sulla stessa linea di Conte, ovvero quella di considerare quello che dicono gli scienziati, è il ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio. «Per la riapertura dobbiamo attendere il parere degli esperti del comitato scientifico: per non annunciare date che poi possono essere smentite», ha affermato in un intervento a Storie italiane su Rai 1. Per aiutare le aziende, Di Maio ha lanciato nuovamente un appello in attesa di capire quando potranno riaprire: «Chiedo a tutti quelli che vanno a fare la spesa di comprare prodotti italiani».
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Blocco oltre il 3 aprile
Il ministro per gli Affari regionali Fracesco Boccia lo ha già praticamente annunciato: le misure restrittive che stando a quanto prevede il Dpcm del 9 marzo dovrebbero scadere il 3 aprile, saranno inevitabimente allungate. Dunque di sicuro resteranno chiuse le scuole. «Ci sarà una proroga - ha detto il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina -: si andrà oltre il 3 aprile», Insomma, l’Italia dell’emergenza coronavirus resterà bloccata anche dopo quella data. Di quanto lo deciderà il Consiglio dei ministri, probabilmente a ridosso della scadenza, sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato tecnico scentifico del ministero della Salute.
Il piano
Lo schema dovrebbe prevedere un nuovo decreto del presidente del Consiglio, che dovrebbe estendere il lockdown almeno fino al 18 aprile, quindi dopo Pasqua. Dopodiché, anche con un occhio all’andamento della curva dei contagi, potrebbe scattare un’apertura graduale, dando la precedenza a quelle attività dove si può garantire la distanza necessaria tra le persone. «Quanto tempo dovremo restare a casa? Arriviamo fino a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere -ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro in un’intervista a Repubblica - Va vista l’evoluzione dell’epidemia».
I rischi connessi a una riapertura non graduale
Il rischio che una riapertura non calibrata possa determinare una ripresa dei casi, vanificando i risultati raggiunti fino a questo punto, è reale. L’idea è quella di cominciare con una riapertura parziale di alcune fabbriche. probabilmente quelle che operano nella filiera agroalimentare e sanitaria, forse anche della meccanica e della logistica.
L’allentamento della stretta potrebbe interessare anche alcuni negozi, mentre tutte le attività caatterizzate dalla concentrazione di persone in spazi chiusi, come bar, ristoranti, locali per il divertimento, cinema, teatri, stadi andrebbero automaticamente in coda. Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora proporrà l'estensione del blocco delle competizioni sportive fino al 30 aprile.
La graduale riapertura sarà accompagnata da un’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine, per verificare che le persone non escano più di quanto necessario.
Renzi in pressing: pensiamo a come riaprire imprese a aprile
A premere per una riapertura è il leader di Italia viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Le critiche alla mia proposta di riapertura? Ho visto tanta ipocrisia - ha detto in un’intervista al Corriere della Sera -. Io non ho chiesto di riaprire oggi, ma ad aprile. Ho chiesto però di pensare adesso a come riaprire. Perché se non ci pensiamo oggi arriviamo in ritardo all’appuntamento con l’emergenza economica almeno come siamo arrivati in ritardo sull’emergenza sanitaria».
matteo renzi dritto e rovescio
«Il vaccino - ha continuato Renzi - arriverà nel 2021 o nel 2022. C’è qualcuno che pensa che gli italiani possano restare a casa fino al 2021? Io no. Dobbiamo fare un piano per l’uscita. E per farlo bisogna moltiplicare i test: i tecnici ci dicono che è possibile che ci siano 5-10 milioni di italiani che hanno già contratto il Covid-19 senza sintomi. Se hanno sviluppato gli anticorpi, perché tenerli in casa? E anche chi non ha preso il virus può tornare a lavorare se la sua azienda rispetta le regole di sicurezza. Anche perché stare a casa mesi ha un costo enorme sociale ed economico. Chi paga?».