“VATILEAKS” SI CONCLUDE CON 9 ARCHIVIAZIONI - TRA I NOMI DI SPICCO PAOLO BERLUSCONI, L’EX FUNZIONARIO DI PALAZZO CHIGI, MARIO BENOTTI E I GIORNALISTI ALESSANDRO SALLUSTI E ENRICO CISNETTO – CADUTE LE ACCUSE ANCHE PER FRANCESCA IMMACOLATA CHAOQUI
Edoardo Izzo per www.lastampa.it
Ci sono anche l’editore, Paolo Berlusconi, e il prestigioso ex consigliere di Palazzo Chigi, Mario Benotti, tra le 9 persone «archiviate» dal tribunale di Roma per la vicenda giudiziaria nota come «Vatileaks», che anche al Tribunale Vaticano si era sgonfiata come una bolla di sapone.
Ma se nei due processi d’Oltretevere c’erano state assoluzioni per i giornalisti, Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, e condanne sia pure lievi, ulteriormente alleggerite dalla grazia concessa da Benedetto XVI al maggiordomo Paolo Gabriele, dalla scarcerazione anticipata di monsignor Vallejo Balda e dalla condizionale concessa a Francesca Immacolata Chaouqui, a piazzale Clodio, dove si è indagato su vicende collegate a quei processi, non c’è stato bisogno di un dibattimento.
E’ apparso chiaro ai pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano, infatti, che nessun illecito era contestabile agli indagati, finiti però ugualmente nel tritacarne mediatico. E il gip della Capitale, Cinzia Parasporo, non ha potuto che disporre l’archiviazione nei confronti di tutti e 9 gli indagati. Il primo nome nel provvedimento è quello di Benotti, un laico cattolico molto in vista in Vaticano, già alla guida di Rai International e poi approdato a Palazzo Chigi con incarichi prestigiosi. Tra gli «archiviati» anche i giornalisti, Alessandro Sallusti e Enrico Cisnetto, e il loro editore Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier Silvio, e coinvolto da alcune esternazioni della Chaouqui che voleva «silenziare» il vaticanista del Giornale Fabio Marchese Ragona, troppo critico nei suoi confronti.
Le accuse riconosciute dagli stessi pm come infondate erano tutte scaturite da intercettazioni telefoniche della ex consigliera della Cosea, l’organismo voluto da Papa Francesco per mettere ordine nella giungla degli enti economici del Vaticano. Per Benotti è stato verificato da accertamenti tecnici che non c’erano state le asserite intrusioni informatiche ad opera del marito della Chaouqui, Corrado Lanino, richieste, sempre secondo affermazioni telefoniche della donna (che se ne vantava), dall’allora consigliere di Palazzo Chigi per ragioni private.
Ugualmente non è stato trovato nessun riscontro riguardo a profili di reato che secondo le prime indagini emergevano da conversazioni telefoniche di Benotti con Pietro D’Agui, lo storico nocchiero della Banca Intermobiliare. Il prestigio della Bim e delle due personalità non è stato dunque intaccato perchè alle ipotesi telefoniche su possibili operazioni societarie (peraltro lecite) non seguirono azioni concrete. Infine, le accuse a Paolo Berlusconi sono cadute in quanto come destinatario delle lamentele della Chaouqui riguardo ad articoli del vaticanista, Marchese Ragona, si era limitato a consolare la signora senza dar seguito alle sue richieste, come ha giurato il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti.