francesco pelle 5

HA VENDUTO CARA LA PELLE - ARRESTATO A LISBONA IL BOSS DELLA ‘NDRANGHETA PELLE, TRA I 30 LATITANTI PIÙ PERICOLOSI - A QUASI DUE ANNI DALL’IMPENSABILE FUGA DAL SUO APPARTAMENTO MILANESE, “CICCIO PAKISTAN”, COSTRETTO ALLA SEDIA A ROTELLE DOPO UN AGGUATO, È RITENUTO RESPONSABILE DELLA FAIDA CHE HA PORTATO ALLE STRAGI DI NATALE 2006 A SAN LUCA E DI FERRAGOSTO 2007 A DUISBURG - IL SUPERLATITANTE È STATO SCOVATO IN UNA CLINICA PRIVATA, DOVE ERA IN CURA PER IL COVID...

Alessia Candito per repubblica.it

 

 

FRANCESCO PELLE 5

In sedia a rotelle, ufficialmente malato, ma capace di farsi ombra e sparire. A quasi due anni dall’impensabile fuga dal suo appartamento milanese, Ciccio Pakistan – al secolo, Francesco Pelle, condannato all’ergastolo per la faida di San Luca – fra i primi 30 latitanti più pericolosi è stato catturato. 

 

Latitante di massima pericolosità, dunque e inserito nel programma speciale di ricerca del ministero dell’Interno, Pelle è stato arrestato dagli agenti dalla policia judiciaria portoghese su richiesta della procura antimafia di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombadieri. Un risultato arrivato all’esito di indagini che duravano da tempo.

 

 

FRANCESCO PELLE 4

Coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e sostituto Alessandro Moffa, i carabinieri di Reggio Calabria avevano capito che dopo la fuga Ciccio Pakistan si era allontanato dall’Italia, per rifugiarsi all’estero. L’ipotesi, divenuta con il passare dei mesi certezza, era che fosse da qualche parte nella penisola iberica. Poi, nelle ultime settimane, l’inchiesta ha subito un’accelerazione. Il superlatitante è stato scovato in una clinica privata, dove era in cura per il Covid, e immediatamente è scattato il blitz.

 

 

 

Sui dettagli però c’è massimo riserbo, segno che l’indagine procede per individuare tutti i nodi della rete che hanno permesso a Pelle di far perdere le proprie tracce all’indomani della sentenza di Cassazione che lo avrebbe portato in carcere almeno per 30 anni.

FRANCESCO PELLE

 

Costretto in sedia a rotelle da una lesione alla colonna vertebrale risultato di un agguato che avrebbe dovuto ucciderlo, per motivi sanitari Pelle aveva strappato la possibilità di attendere fuori dal carcere, con solo obbligo di firma e divieto di uscire dopo le 20, l’esito della sentenza. 

 

Ma l’11 giugno del 2019, all’indomani del verdetto della Suprema Corte, i poliziotti di Milano che avrebbero dovuto controllarlo di lui non hanno trovato traccia. Nel suo appartamento milanese, proprio accanto all’ospedale Niguarda che lo aveva in cura, c’era solo la moglie, Annunziatina Morabito, con le valigie pronte per il viaggio verso la natia Africo. Del boss, neanche l’ombra. Per gli investigatori, sicuramente grazie alla rete dei clan di San Luca, intervenuta per “salvare” uno dei suoi capi. 

FRANCESCO PELLE 1

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?