olindo romano e rosa bazzi

LA VERITA’, PER FAVORE, SULLA STRAGE DI ERBA – LA CORTE D’APPELLO DI BRESCIA RINVIA, AL 10 LUGLIO, LA DECISIONE SULLA REVISIONE DEL PROCESSO IN CUI SONO STATI CONDANNATI OLINDO E ROSA BAZZI - PER I LEGALI DELLA COPPIA, “NELLA LORO CONFESSIONE CI SONO 243 ERRORI” - L'IPOTESI CHE AD UCCIDERE, L'11 DICEMBRE 2006, SIANO STATI DEI KILLER SCAPPATI DAL TERRAZZO - IL MISTERO DELLA MACCHIA DI SANGUE NELLA MACCHINA DI OLINDO E LE TEORIE DI AZOUZ MARZOUK SULLA "VENDETTA" DA PARTE DEGLI SPACCIATORI...

IL GIORNO DEI LEGALI DI ROSA E OLINDO «NELLA LORO CONFESSIONE 243 ERRORI»

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

 

olindo romano e rosa bazzi entra in tribunale a Brescia

«A che velocità oraria può volare una rondine?» «Un chilometro». «Quanti chili può sollevare un atleta di sollevamento pesi?» «Otto». «Quanti secondi ci sono in un minuto?» «Cinque». «Dove si trova il Brasile?» «Non lo so...In Spagna». Era il 12 febbraio 2019 e Rosa Bazzi rispondeva alle domande di un test per valutare le sue capacità cognitive.

 

Praticamente inesistenti, secondo il racconto degli avvocati che hanno portato quel test in aula, ieri, nella Corte d’Appello di Brescia, dove si sta discutendo la possibilità di revisione del processo contro Rosa e contro suo marito, Olindo Romano. Era la seconda udienza e si è chiusa con nuovo rinvio.

azouz markouk entra nel tribunale di brescia

 

«C’è tanta carne al fuoco. Non entreremo oggi in camera di consiglio», ha spiegato il presidente Antonio Minervini rinviando il caso al 10 luglio per le repliche e la decisione finale. Sapremo quel giorno se la Corte ammetterà oppure no un nuovo processo per Olindo e Rosa, condannati all’ergastolo per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006. Nella parola «strage» non c’è la stessa dignità che si trova nei nomi di chi morì quella sera.

folla fuori al tribunale di brescia - udienza sulla strage di erba

 

E allora scriviamoli una volta di più, quei nomi: Raffaella Castagna, sua madre Paola Galli, suo figlio Youssef, che aveva 2 anni appena, e la sua vicina di casa, Valeria Cherubini, che si trovò per caso sul pianerottolo della mattanza assieme al marito, Mario Frigerio.

 

Frigerio doveva essere la quinta vittima ma la mano che lo sgozzò non poteva sapere della sua malformazione alla carotide. Lo credettero morto e lo abbandonarono lì dopo aver dato fuoco all’appartamento di Raffaella.

 

Ma torniamo a ieri. Sette ore di discussione in aula per difendere i due ergastolani con prove che gli avvocati — Fabio Schembri, Luisa Bordeaux, Patrizia Morello e Nino D’Ascola — definiscono «nuove» e «scientifiche», con testimonianze inedite e con consulenze varie.

azouz marzouk in tribunale a brescia per l udienza sulla revisione del processo sulla strage di erba 4

 

Per ripetere i punti chiave della richiesta di revisione. E cioè che Frigerio, sopravvissuto e diventato testimone oculare della strage, fu vittima di una «amnesia anterograda perché intossicato dal monossido di carbonio», che fece il nome di Olindo, creandosi una falsa memoria, perché «imbeccato dal maresciallo dei carabinieri di Erba, Gallorini».  […]

 

Insomma, una condanna all’ergastolo che secondo la difesa fa acqua da tutte le parti; mille dettagli dell’inchiesta iniziale che peccherebbero di sciatteria o sarebbero una frode processuale ed elementi letti come prove che invece sono «ipotesi fantascientifiche».

rosa bazzi entra in tribunale a Brescia

 

C’è stato un tema, fra gli altri, sul quale i legali hanno particolarmente insistito: Olindo e (molto di più) Rosa non hanno nessun tratto — questo è il senso — degli assassini spietati e le loro confessioni sono state «estorte» dietro la minaccia di separare per sempre l’uno dall’altra.

 

«Confessano facendo entrambi un atto generoso, ciascuno per salvare l’altro, non perché hanno ucciso. Non a caso nelle loro confessioni abbiamo contato 243 errori», ha ricordato Fabio Schembri che aveva già parlato in passato di questo dato.

 

Olindo sarebbe un credulone che «chiedeva insistentemente la cella matrimoniale». Lei è «stata dipinta come astuta» e invece sarebbe preda di un «ritardo mentale» grave che le fa dare quelle risposte al test del 2019 e che — dice sempre Schembri — «non sa prendere un autobus, non sa leggere e non sa scrivere, non sa digitare un numero di telefono...». […]

 

“KILLER APPOSTATI IN CASA E POI FUGGITI DAI TETTI” LA STRAGE DI ERBA SECONDO ROSA E OLINDO

Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per "La Repubblica"

 

strage erba 2

[…] Eliminata l’ipotesi che identificava in Pietro Castagna il mandante, se non l’esecutore, di un indicibile mattanza familiare, resta un unico scenario per provare a scagionare Rosa e Olindo.

 

Quello di una vendetta trasversale contro Azouz Marzouk, lo spacciatore tunisino marito di Raffaella Castagna e papà del piccolo Youssef, che la ascolta tra i banchi dell’udienza ancora convinto che la coppia di vicini sia vittima di errore giudiziario:

 

strage erba 1

«Conduco questa battaglia per tutti — spiega poi a taccuini e microfoni — ho letto le carte, qualcosa non va. Tantissime le cose che non tornano».

 

A quadrare, secondo Azouz, è invece la pista della droga e la tesi della missione di morte della banda rivale alla sua. «Minacce ci furono — argomenta l’avvocato Schembri — Azouz venne massacrato di botte in carcere, lo dovettero ricoverare all’ospedale. Raffaella, poveretta, era spaventatissima. In atti ci sono le dichiarazioni di Carlo Castagna, sul fratello di Azouz che venne accoltellato.

 

Non c’inventiamo nulla e non ci vergogniamo di nulla: che ci fosse una faida è una cosa importante, ci dice che c’era un movente alternativo». Killer appostati in casa Castagna per ore, in attesa di sgozzare la moglie, la suocera e il figlioletto del rivale, e pure la vicina di casa Valeria Cherubini per sopprimere una scomoda testimone.

strage di erba

 

Macellai ninja che sarebbero scappati dai terrazzini. «Nessuno ha controllato i tetti», ribadisce l’avvocato, «a Milano, oggi, i furti in appartamento si fanno dai tetti». E fatica ad arginare le proteste della Procura generale, che protesta a voce alta quando compare un fotogramma non acquisito agli atti. A volare alto, a inizio udienza, era stato Nico D’Ascola, legale ed ex parlamentare alfaniano, abile a mescolare Popper e sentenze di Cassazione, giurisprudenza e testi Altavilla.

STRAGE DI ERBA

 

Le accuse agli inquirenti che raccolsero le confessioni di Rosa e Olindo, le accuse del superstite Mario Frigerio e la macchia di sangue sull’auto degli imputati, non sono nemmeno tanto velate: «Noi abbiamo indicati dei fatti gravi, delle omissioni gravi, delle anomalie gravissime, che devono essere accertate», insiste Schembri, che dipinge una Rosa lontanissima dalla feroce assassina certificata dalle sentenze […]

STRAGE DI ERBAROSA E OLINDO

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