“QUELLA SERA NON È STATA USATA AYAHUASCA, MA DELLE PURGHE NON PSICHEDELICHE” – LA VERSIONE DI JHONNI BENAVIDES E SEBASTIAN CASTILLOS, I “CURANDEROS” COLOMBIANI OSPITI DEL RADUNO SCIAMANICO NELL’ABBAZIA DI VIDOR IN CUI È MORTO ALEX MARANGON: “IL RAGAZZO ERA NERVOSO, PROVAVA A DIRE QUALCOSA. PUÒ SUCCEDERE CHE LE PERSONE SI INNERVOSISCANO DURANTE QUESTI RITI, NON SONO MEDICINE PER TUTTI” – I VIGILI DEL FUOCO NON HANNO TROVATO SEGNI DI CADUTA DAL TERRAZZAMENTO DOVE I TESTIMONI DICONO IL 25ENNE SI SAREBBE BUTTATO, SMENTENDO LE LORO DICHIARAZIONI…
Estratto dell’articolo di Roberta Polese e Pierfrancesco Carcassi per il “Corriere della Sera”
«Siamo costernati per l’accaduto, ma la tesi dell’omicidio per noi non ha senso». Jhonni Benavides e Sebastian Castillos, i «curanderos» colombiani ospiti del raduno sciamanico nell’abbazia di Vidor (Treviso), dopo il quale il venticinquenne veneziano Alex Marangon è morto, parlano per la prima volta e raccontano la loro versione sulla notte tra il 28 e il 29 giugno, quando il giovane è scomparso durante un rituale.
Lo fanno attraverso il loro avvocato, lo spagnolo Òscar Palet Santandreu, […] Quando i carabinieri sono arrivati a Vidor la mattina del 29 giugno, i due colombiani, che non sono stati sentiti e non sono indagati, se n’erano già andati, eppure erano stati loro tra gli ultimi a vederlo vivo. Il 2 luglio Alex è stato trovato senza vita lungo il fiume Piave. Tre giorni dopo l’autopsia rivela che il ragazzo ha la testa distrutta, costole rotte, un occhio nero: ferite compatibili con un pestaggio. La procura inizia a indagare per omicidio volontario.
«I due curanderos il 30 giugno avevano altri impegni e sono andati via, non sapevano che Alex fosse morto, apprenderlo per loro è stato uno choc, quella sera — continua l’avvocato — non è stata usata ayahuasca (l’erba amazzonica che provoca gravi allucinazioni e che in Italia è illegale ndr ) ma delle purghe, ovvero erbe non psichedeliche che inducono il vomito, per la purificazione di ciò che si ha dentro». […]
«Il ragazzo era nervoso, provava a dire qualcosa. Può succedere che le persone si innervosiscano durante questi riti, non sono medicine per tutti quelle della cultura sciamanica precolombiana. Bisogna prepararsi. Si attraversano cose che si hanno dentro e questo fatto può generare conflitto, confusione. Il purgante non è psichedelico ma può far espellere rabbia o altri sentimenti forti, la persona non dimostra l’ira, per esempio, ma se ne libera. La scienza studia queste medicine per il valore terapeutico, ma ripeto, non sono per tutti».
Il procuratore capo di Treviso Marco Martani, che sta seguendo il caso insieme con il sostituto Giovanni Valmassoi, non sta lasciando nulla di intentato: «Al momento il fascicolo a carico di ignoti resta con l’ipotesi di omicidio volontario ma noi continuiamo a indagare, l’ipotesi di reato “morte come conseguenza di altro reato” (ossia l’assunzione di erbe illegali) non si esclude, ma dovremo attendere l’esito del tossicologico su Alex».
Ci vorranno ancora alcune settimane prima di ulteriori passi avanti. Intanto il sopralluogo dei vigili del fuoco all’abbazia ha evidenziato che non ci sono segni di caduta dal terrazzamento dove i testimoni dicono che Alex si sarebbe buttato. La folta vegetazione che si trova 15 metri sotto al terrazzo e che copre un terrapieno che scivola ripidamente verso il Piave appare intatta: nessun ramo rotto, nessun segno del passaggio di un corpo. Una constatazione che sembra smentire le dichiarazioni dei testimoni. […]