tè bollente

VI PIACE SORSEGGIARE UNA TAZZA DI TÈ BOLLENTE? STATE ATTENTI, AUMENTA IL RISCHIO DI TUMORE ALL’ESOFAGO – SECONDO UNO STUDIO LE PROBABILITÀ DI AMMALARSI AUMENTANO DA DUE A CINQUE VOLTE, MA SOLO NELLE PERSONE CHE BEVONO ALCOLICI E FUMANO (ANNAMO BENE)

Cristina Marrone per www.corriere.it

 

the bollente

A chi non piace sorseggiare una tazza di tè bollente soprattutto nelle fredde giornate d’inverno? Magari dopo aver trascorso qualche ora all’aperto a sciare o semplicemente a fare una passeggiata? D’ora in avanti però meglio lasciar raffreddare il tè prima di goderselo: bere spesso tè troppo caldo potrebbe aumentare il rischio di cancro all’esofago.

 

L’associazione non è nuova, ma lo studio che arriva a queste conclusioni, appena pubblicato negli Annals of international Medicine, è il più grande mai fatto nel suo genere e ha studiato quasi 500 mila persone. I ricercatori hanno concluso che bere tè caldo o bollente è associato a un aumento da due a cinque volte del tumore all’esofago, ma solo nelle persone che fumano e bevono alcolici.

 

Il tumore all’esofago

Il cancro esofageo è l’ottavo tumore più diffuso al mondo: è spesso fatale e, secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro uccide ogni anno circa 400 mila persone. Cina e Giappone (dove si beve sakè bollente) sono Pesi in cui l’incidenza di questa neoplasia è più elevata. In genere è causato da lesioni all’esofago provocate da fumo, alcol, reflusso e anche liquidi bollenti.

 

Lo studio

the bollente bevanda

I ricercatori della National Natural Science Foundation of China e del Programma nazionale di ricerca e sviluppo hanno intervistato i partecipanti arruolati nello studio China Kadoorie Biobank (CKB), escludendo quelli con una precedente diagnosi di cancro o con un ridotto consumo di tè, alcol o fumo, per capire se l’abitudine di bere tè bollente fosse associata a un aumentato rischio di cancro esofageo. Gli autori hanno seguito 456.155 soggetti fra 30 e 79 anni in media per 9,2 anni. Così hanno individuato un’associazione importante fra tè caldo, alcol o fumo e rischio di cancro esofageo.

 

tumore

In particolare, per chi oltre a bere tè bollente consumava anche parecchi alcolici e fumava il rischio di cancro esofageo è risultato più di 5 volte maggiore rispetto a quanti non avevano nessuna di queste abitudini. Tuttavia, in assenza di consumo eccessivo di alcool e di sigarette il consumo quotidiano di tè non è risultato associato al rischio di cancro esofageo. «Le bevande molto calde potrebbero rendere l’esofago più vulnerabile agli agenti cancerogeni noti come fumo e alcol.

 

Irritare la mucosa dell’esofago potrebbe portare a un aumento dell’infiammazione e i liquidi troppo caldi possono compromettere la funzione di barriera delle cellule che rivestono l’esofago, lasciando il tessuto più predisposto ad essere attaccato da altri agenti cancerogeni» ha spiegato Neal Freedman, ricercatore del Nacional Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland, intervistato dalla Cnn.

 

Le altre ricerche

Uno dei principali limiti dello studio è che i partecipanti non hanno misurato la temperatura del proprio tè in modo oggettivo, ma dovevano descrivere la bevanda come «calda» «o molto calda». Studi precedenti hanno tuttavia affermato che bere bevande calde superiori ai 65° potrebbe provocare il cancro all’esofago. In una revisione pubblicata nel 2016 su The Lancet Oncology bere bevande molto calde è stato classificato come «probabilmente cancerogeno per l’uomo». In Europa e negli Stati Uniti raramente si consuma tè ad altissime temperature, cosa che invece avviene in Medio Oriente o in Russia. Resta importante che la migliore prevenzione del tumore esofageo è limitare il consumo di tabacco e alcol.

tumore

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…