MENO CAUSE PER TUTTI – DA DOMANI NIENTE GIUDICE PER INCIDENTI STRADALI E LITI FINO A 50MILA EURO – CI SARÀ UNA NEGOZIAZIONE OBBLIGATORIA TRA AVVOCATI PRIMA DI FINIRE IN TRIBUNALE

Marco Menduni per “la Stampa”

 

TRIBUNALE LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI TRIBUNALE LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI

Due auto si scontrano, i conducenti escono dall’abitacolo che sono delle furie. Ognuno ritiene di aver ragione e non c’è verso di mettersi d’accordo. Non c’è altra soluzione di finire davanti al giudice. Da domani questa semplice sequenza ha un passaggio in più. 
Debutta infatti la negoziazione obbligatoria, un percorso che ognuna delle due parti deve intraprendere assistita da un avvocato. Con tempi certi: fare il tentativo, in un periodo che va dai 30 giorni ai 3 mesi, di mettersi d’accordo prima di finire in un’aula di giustizia. L’incidente non è l’unica fattispecie prevista dalla recente riforma della giustizia civile voluta dal ministro Andrea Orlando. La negoziazione obbligatoria coprirà anche altri tipi di lite, quelle per cifre fino ai 50 mila euro. 
 

tribunale piazzale clodio tribunale piazzale clodio

Tribunali intasati
È un nuovo istituto messo in campo dal governo per risolvere un annoso problema: l’enorme numero di cause civili che intasano gli uffici dei giudici e ne rallentano il lavoro. 
La negoziazione non è il ricorso al giudice di pace (competente per le cause fino a 5 mila euro). E non è nemmeno la mediazione, nella quale gli avvocati delle parti sono davanti a un “giudice” terzo, che non è un magistrato ma è comunque arbitro tra le due posizioni. Nella negoziazione, i due avvocati sono l’uno di fronte all’altro, “all’americana”. E, prima di far decollare la causa, devono provare a trovare un accordo che dia soddisfazione ai clienti. Solo se il tentativo va a vuoto può iniziare la causa civile.
 

«In realtà - spiega l’avvocato Francesca Cuomo Ulloa - gli avvocati hanno sempre tentato di trovare una soluzione prima di arrivare davanti a un giudice. Ora la questione è più strutturata». Che cosa accadrà da domani? L’avvocato di chi dà il via alla lite invita l’altra parte a una negoziazione «in lealtà e buona fede». Se non arriva risposta, oppure il tentativo fallisce entro i 3 mesi, si va dal giudice. Se l’accordo viene stretto «ha lo stesso valore di una sentenza».
 

MAGISTRATI MAGISTRATI

Le controversie escluse
Una serie di controversie sono sottratte però alla negoziazione. Tutte quelle relative al lavoro. Poi quelle che riguardano le obbligazioni contrattuali nei contratti conclusi tra professionisti e consumatori. Se poi si parla del recupero di un credito, la negoziazione non è indispensabile se il creditore intende procedere con un decreto ingiuntivo. 
In realtà il ventaglio delle ipotesi è molto frastagliato e non è facile capire quando vada usata la mediazione obbligatoria e quando la negoziazione. «Anche in questo caso - spiega Cuomo Ulloa - è l’avvocato che deve guidare il cliente». 
 

Le due critiche
Due obiezioni si sono subito abbattute sulla negoziazione. La prima: è un modo per dar più lavoro agli avvocati. La risposta: «Non è così: chi vuol dare il via a una causa civile deve comunque rivolgersi a un legale. E se arriva l’accordo, si risparmiano parcelle e spese del processo». E se il cliente ha diritto al gratuito patrocinio? «Pare proprio che dobbiamo lavorare gratis, non è previsto il pagamento da parte dello Stato». Altra contestazione: è un regalo alle compagnie assicurative, perché se l’accordo tra le parti non arriva sono di fatto tre mesi di tempo “regalati” sul momento del risarcimento. «Come ogni meccanismo - conclude - può funzionare alla perfezione o meno. È una sfida anche per noi».

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