papa francesco africa

PAPA FRANCESCO, L’ANTI-COLONIALISTA – IL 31 GENNAIO BERGOGLIO VOLERÀ IN CONGO. DON FILIPPO DI GIACOMO: “I 18 MILIONI DI ABITANTI DI KINSHASA SONO ‘CONTROLLATI’ DA UNA PLETORA DI CHIESE EVANGELICALI PROGOVERNATIVE CHE SONO LA VERSIONE 3.0 DI QUEL NEO COLONIALISMO CON CUI LE GRANDI POTENZE CONTINUANO A DEPREDARE LE RISORSE DI UNO DEI PAESI PIÙ RICCHI D'AFRICA. SARÀ QUINDI UN VIAGGIO SIMBOLICO, IN APPOGGIO A UNA COMUNITÀ CATTOLICA SEMPRE IN PRIMA LINEA, E QUASI SEMPRE SOLA, A FAVORE DEI DIRITTI…”

Filippo Di Giacomo per “il Venerdì di Repubblica”

 

papa francesco 1

Un mese esatto e nel pomeriggio del 31 gennaio il Papa sbarcherà all’aeroporto di Kinshasa-Ndjili. Doveva arrivarci a luglio dell'anno scorso, poi i malanni e la ripresa dei massacri in quel Kivu dove era stata prevista una tappa non lontano dal luogo del martirio dell'ambasciatore Attanasio, hanno consigliato di soprassedere.

 

Il soggiorno e gli eventi papali in riva al maestoso fiume Congo si svolgeranno nel quartiere della Gombe, un tempo riservato ai coloni belgi (i congolesi non vi potevano entrare prima delle otto del mattino e ne dovevano uscire prima delle otto di sera) e ora destinato alle istituzioni e agli affari.

 

papa francesco

Fuori da questo piccolo spazio, Kinshasa ingloba 18 milioni di abitanti "controllati" da una pletora di chiese evangelicali progovernative che, dopo le multinazionali, Banca Mondiale e Fondo Monetario, sono la versione 3.0 di quel neo colonialismo con cui le grandi potenze continuano a depredare le risorse di uno dei Paesi potenzialmente più ricchi del Continente.

 

Nel 1960, dopo l'indipendenza, la sua economia era la seconda dell'intero continente, dopo il Sudafrica. Sarà quindi un viaggio simbolico, in appoggio ad una comunità cattolica (il 40 per cento dei quasi 120 milioni di congolesi) sempre in prima linea, e quasi sempre sola, a favore dei diritti, del bene comune, dell'alternanza del potere, della pace e della giustizia.

 

papa francesco in africa

Il 3 febbraio il Papa arriverà a Giuba, capitale del Sud Sudan e si unirà al primate anglicano di Canterbury e al calvinista moderatore della Chiesa scozzese per un "pellegrinaggio di pace" altrettanto emblematico, segno di quella "diversità riconciliata" tra tre Chiese che, fino ad anni recenti, sarebbe stata impensabile. Perché, come diceva Jung, la realtà simbolica è la via del ritorno verso un mondo in cui una persona non si sente straniera. Anche se è Papa.

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