PANE E VELENO - IL VIMINALE ASSEGNA LA SCORTA A PANEBIANCO DOPO LE DUE AGGRESSIONI IN DUE GIORNI DA PARTE DEI COLLETTIVI DI SINISTRA - ROBA DA ANNI DI PIOMBO: IERI DUE BLINDATI E DECINE DI AGENTI PER LA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO A BOLOGNA CON ROMANO PRODI
Fausto Carioti per “Libero Quotidiano”
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Alla fine qualcuno del mondo accademico ha capito che è arrivato il momento di muoversi. Ci sono volute due aggressioni in due giorni e la decisione di assegnare una scorta (roba da anni di piombo) ad Angelo Panebianco per assistere a una reazione dei suoi colleghi. Settanta di loro, professori dell' Alma Mater, sono i primi firmatari dell' appello di solidarietà diffuso ieri.
Si tratta del primo vero gesto di sostegno pubblico nei confronti del politologo, il quale a tutt' oggi però non risulta avere ricevuto alcuna solidarietà ufficiale dalla Conferenza dei rettori italiani. Si è sentita (era ora) la voce del ministro dell' Istruzione, Stefania Giannini, che raggiunta da Radio Radicale ha definito «brutto e inquietante» quanto successo a Panebianco.
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Lunedì e martedì il politologo, che insegna Sistemi internazionali comparati nella Facoltà di Scienze Politiche di Bologna, era stato costretto a interrompere le lezioni perché decine di antagonisti di sinistra lo avevano aggredito al grido di «guerrafondaio», impedendogli di parlare e negando il suo diritto a insegnare.
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In un articolo apparso sul Corriere della Sera nei giorni precedenti, Panebianco aveva infatti dato per scontato l' intervento militare italiano in Libia, e tanto è bastato a farne il bersaglio degli autonomi bolognesi, che già in passato si erano "occupati" di lui. La polizia ieri ha identificato alcuni degli autori dei due blitz: una dozzina di studenti che il rettore vuole sottoporre a provvedimenti disciplinari.
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La prefettura intanto sta decidendo le misure da mettere in atto per la protezione di Panebianco e ieri, per consentirgli di presentare senza rischi un libro nel centro di Bologna assieme a Romano Prodi, è stato necessario schierare decine di uomini in borghese e in divisa, oltre a due veicoli blindati. Anche se il conforto maggiore probabilmente glielo ha dato l' applauso di solidarietà della platea.
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Nell' appello messo in rete dagli altri professori dell' ateneo di Bologna si legge che «ogni intimidazione» nei confronti di Panebianco «rappresenta una ferita inaccettabile per chiunque difenda il valore fondamentale della libertà, fondamento dell' idea stessa di Università».
Tra i primi firmatari Filippo Andreatta, Sofia Ventura, Sergio Belardinelli e Fulvio Cammarano. Il sociologo Ilvo Diamanti ha scritto in difesa di Panebianco, pur non condividendone le idee, e lo storico Giovanni Sabbatucci ha ricordato che gli anni di piombo iniziarono con irruzioni simili nelle università.
Ma da qui a dire che il mondo accademico è schierato compatto ce ne passa. La stragrande maggioranza dei docenti preferisce guardare altrove o minimizzare. E non manca chi testimonia il dissenso nei confronti di Panebianco e il sostegno alla lotta di classe degli antagonisti. È il caso di Giulio Itzcovich, che insegna Filosofia del diritto all' Università di Brescia.
«Non esprimo la mia solidarietà a Panebianco», ha scritto Itzcovich sul Secolo XIX di ieri, preferendo schierarsi dalla parte degli autori dei blitz ai danni del politologo, «studenti che cercano di fare politica nell' università e che si prendono da soli quella tribuna che nessuno dona loro così generosamente». Secondo il principio per cui l' università «può essere, deve essere un terreno di lotta politica».