LA VIOLENZA NON HA ETÀ - UNA SIGNORA 81ENNE VIOLENTATA IN PIENO GIORNO A MILANO, AL PARCO NORD DI BRUZZANO: ‘ERA STRANIERO, MA PARLAVA BENE ITALIANO’ - L’UOMO LE SI È AVVICINATO, LE HA PARLATO ‘IN MODO GENTILE’ E POI L’HA TRASCINATA TRA I CESPUGLI. IN OSPEDALE NON RIUSCIVANO A CREDERE ALLO STUPRO - LA POLIZIA INDAGA: TELECAMERE, TRACCE BIOLOGICHE, POSSIBILI TESTIMONI
1. ABUSI NEL PARCO A MILANO LA BELVA NON RISPARMIA NEANCHE UN' OTTANTENNE
Cristina Bassi per il Giornale
L' uomo, forse uno straniero che frequenta e conosce bene la zona, l' ha avvicinata per strada con un scusa. Si è mostrato gentile, offrendo di portarle le borse della spesa o di aiutarla in qualche modo. In meno di un secondo l' affabilità è diventata brutalità e lo sconosciuto ha assalito la vittima, una signora italiana di 81 anni. L' ha trascinata dietro gli alberi e l' ha violentata.
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Lo stupro, conferma la Procura, è avvenuto mercoledì in pieno giorno nella periferia nord di Milano. I dettagli fatti trapelare dagli inquirenti (compresi quelli anticipati ieri da alcuni quotidiani) non sono molti.
Le indagini sono affidate alla Squadra mobile e coordinate dal pm Cristiana Roveda, a capo del pool «fasce deboli», affiancata dal sostituto Gianluca Prisco. L' anziana, che abita in zona Niguarda, era uscita per fare alcune commissioni. Intorno alle 9.30 da una delle vie accanto al Bosco di Bruzzano, che è una porzione del Parco Nord, è sbucato l' aggressore. È probabile che passasse di lì per caso e che all' inizio i suoi modi non avessero suscitato sospetti. Poi all' improvviso l' uomo ha sopraffatto la vittima.
Il luogo della violenza è isolato e nessuno ha sentito chiedere aiuto. Dopo che l' assalitore si è dileguato, l' 81enne è stata soccorsa da un' ambulanza. Portata in un primo momento al vicino ospedale Niguarda, i sanitari hanno pensato a un malore. Al massimo a una rapina o a uno scippo. Quando però i medici si cono accorti che la donna aveva subito una violenza sessuale l' hanno trasferita all' Svs, il centro specializzato della clinica Mangiagalli.
Qui sono state riscontrate le lesioni ed è stato accertato lo stupro. Alla paziente è stato fornito anche il supporto psicologico del centro anti violenza. Nonostante il forte stato di choc è riuscita a raccontare alla polizia cosa le era successo. Ieri i dottori hanno ritenuto che stesse un po' meglio, almeno fisicamente, e l' hanno dimessa. È quindi affidata alle cure del figlio.
Non è stato precisato chi abbia chiamato i soccorsi e allertato le forze dell' ordine.
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Se la stessa donna violentata, un passante arrivato in un momento successivo ai fatti oppure un familiare dopo che la vittima è rientrata a casa. Nelle mani degli inquirenti, che hanno subito fatto partire la caccia all' uomo, ci sono il racconto dell' anziana, la sua cartella clinica e alcuni filmati di videosorveglianza. La zona periferica dell' agguato non è certo tra le più controllate.
Il Comune avrebbe fornito tra gli altri i video di una postazione non troppo lontana, anche se alberi e cespugli coprirebbero il luogo esatto dell' aggressione. La speranza è tuttavia quella di trovare qualche traccia, allargando l' area in cui effettuare ricerche e ascoltare testimonianze. La polizia inoltre ieri ha effettuato nuovi sopralluoghi nel parco per raccogliere reperti utili.
Anche sugli elementi a disposizione per identificare lo stupratore gli investigatori mantengono una riservatezza estrema. «Era straniero», avrebbe detto la pensionata quando è stata sentita.
Non sarebbe stata capace di fornire altri dettagli. La ricerca del responsabile sarebbe complicata dal fatto che la vittima sarebbe ancora scioccata e quindi non sarebbe stata in grado di effettuare un riconoscimento preciso.
Infine l' ignoto aggressore non avrebbe preso con sé il telefono cellulare che pure l' 81enne teneva nella borsetta.
2. MILANO, STUPRA 80ENNE AL PARCO NORD, SCATTATA LA CACCIA ALL’UOMO IN FUGA: «STRANIERO MA PARLA ITALIANO»
Gianni Santucci per www.corriere.it
Era da sola, molto presto al mattino, una passeggiata che sembra fosse una sua abitudine nella bella stagione, per fare movimento, un modo per tenersi attiva alla sua età: 80 anni passati da poco. In quella situazione si sentiva tranquilla, non in pericolo, niente a che fare con la sera in quella periferia tra Niguarda e Bruzzano, dove un’anziana evita di girare in strada da sola: invece no, al mattino, usciva spesso per camminare senza stare in allerta.
E in un momento del genere, mercoledì, le si è avvicinato un uomo. All’inizio aveva modi gentili: e proprio da questo breve colloquio, dalle poche parole che ha pronunciato, è partito il lavoro della Squadra mobile e della Procura per rintracciare l’aggressore che ha violentato la signora, pensionata, milanese.
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Il racconto
Gli elementi non sono molti, anche perché la violenza è avvenuta nel parco e in quelle zone verdi a Nord della città la copertura delle telecamere è piuttosto scarsa. La donna avrebbe però dato ai poliziotti alcuni elementi utili: e cioè che quell’uomo, «uno straniero», era vestito in modo «più o meno normale, comunque abbastanza bene» e parlava un «discreto italiano». Un fatto che tenderebbe ad escludere una persona arrivata in Italia da poco.
L’intera ricostruzione è però ancora tutta da approfondire. La violenza dovrebbe essere avvenuta nella zona del bosco di Bruzzano. La donna, dopo l’agguato, sarebbe riuscita a farsi forza, a muoversi, ad allertare lei stessa i soccorsi. Il telefonino non le sarebbe stato rubato.
Le analisi
Un’ambulanza ha portato la signora all’ospedale Niguarda, dove i medici del pronto soccorso si sono resi conto di quel che era accaduto e hanno allertato il posto di polizia. Dal Niguarda dunque, a metà mattinata, la donna è stata trasferita alla Mangiagalli, per essere presa in carico dagli specialisti nell’assistenza alle vittime di violenza. È subito dopo gli accertamenti medici che la segnalazione è stata trasmessa alla polizia e alla Procura. L’ inchiesta è passata al pool reati sessuali ed è ora coordinata dai pm Cristiana Roveda e Gianluca Prisco.
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L’aggressione sembra sia stata molto violenta, ed è uno di quei casi in cui tutti gli investigatori coinvolti mettono naturalmente qualcosa in più nell’impegno e nel lavoro. Nessuno al momento può giudicare quali saranno le conseguenze psicologiche sulla signora, ma pare che, per quanto possibile, stia reagendo con forza: dopo una nottata passata in ospedale, ieri è stata dimessa ed è tornata a casa.
L’inchiesta
La copertura della video sorveglianza nel parco, come detto, è minima; i poliziotti stanno quindi allargando molto il raggio nel quale esaminare telecamere di banche, uffici, negozi: un lavoro intenso per la ricerca di immagini che potrebbero essere state riprese in zone non vicinissime, anche nelle fasi precedenti e successive all’aggressione, e che potrebbero aver inquadrato una figura corrispondente alle descrizioni fatte dalla vittima.
Si cercano testimoni che potrebbero aver notato quella persona; e si lavora infine tra le persone che d’estate si trovano a passare la notte ai margini del parco. Qualche elemento utile potrebbe arrivare anche dal lavoro della polizia scientifica.