i dispersi del bayesian il veliero affondato a porticello palermo

LE VITTIME DEL BAYESIAN SI POTEVANO SALVARE – IL MEGA YACHT CI HA MESSO 16 MINUTI PER AFFONDARE: UN TEMPO SUFFICIENTE PER ALLERTARE I SEI PASSEGGERI IN CABINA - CINQUE DI LORO HANNO PROVATO FINO ALL'ULTIMO A SALVARSI, CERCANDO DI RIFUGIARSI DOVE NON ERA ANCORA ENTRATA L'ACQUA – IL COMANDANTE, JAMES CUTFIELD, HA ABBANDONATO LA NAVE PRIMA DI ASSICURARSI CHE GLI ALTRI FOSSERO IN CONDIZIONE DI SOPRAVVIVERE...

1. «C’ERA IL TEMPO PER SALVARE TUTTI I PASSEGGERI»

Estratto dell’articolo di Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

LA TRAGEDIA DELLO YACHT BAYESIAN A PALERMO

C'era un uomo in plancia, che vigilava, quella notte sul veliero Bayesian. E l'equipaggio - ma solo l'equipaggio - è stato mobilitato quando i primi segnali del downburst, le fortissime raffiche di vento discendente, hanno colpito lo yacht. Eppure, nei sedici minuti trascorsi fino all'abbandono dell'imbarcazione nessuno ha pensato di andare a svegliare i sei passeggeri che si trovavano nell'area delle cabine. O quando è stato fatto, era troppo tardi. […] Questo è uno dei punti oscuri del dramma del Bayesian, affondato vicino alle coste palermitane, attorno alle 4 di lunedì.

 

recupero dei corpi dallo yacht bayesian a porticello

Ieri il procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ha fatto il punto sull'inchiesta, ma c'è una frase del pm che era al suo fianco, Raffaele Cammarano, che va soppesata: «Il veliero non si è inabissato in maniera improvvisa. In quei minuti le condizioni del tempo sono peggiorate in maniera esponenziale, sarà molto importante capire le tempistiche». […] ci sarebbe stato il tempo per avvertire i sei passeggeri che dormivano in cabina.

 

yacht bayesian

Più testimonianze, comprese quella della moglie dell'imprenditore Mike Lynch, Angela, che si è salvata, hanno confermato che i passeggeri che erano già all'esterno e dunque sono saliti sulla scialuppa, erano usciti di propria iniziativa, perché erano spaventati dal maltempo o perché si stava inclinando il veliero. Servono al massimo 120 secondi per abbandonare la zona delle cabine e uscire in coperta. […]

 

JAMES CUTFIELD, COMANDANTE DELLO YACHT BAYESIAN

Il comma 2 dell'articolo 303 del codice della Navigazione recita: «Il comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quanto possibile a salvare le carte e i libri di bordo, e gli oggetti di valore affidati alla sua custodia».

 

L'ABBANDONO DELLA NAVE

Questa domanda sarà posta al comandante James Cutfield: perché prima di salire sulla zattera insieme a 14 tra membri dell'equipaggio e passeggeri, non ha ordinato ai suoi uomini di avvertire e i viaggiatori che erano nelle cabine?

 

[…] Ciò che ieri la procura ha confermato è che cinque passeggeri (le due coppie più l'imprenditore Mike Lynch) si erano rifugiati nella cabina dove ancora non era entrata l'acqua e c'era ossigeno, mentre la povera Hannah, 18 anni, di fatto è morta da sola, perché si trovava in un altro punto dell'imbarcazione. […]

 

PRECAUZIONI E ALLERTA

la tragedia del bayesian - infografica la verita

Altro nodo: i portelloni erano stati chiusi precauzionalmente? Nel corso della conferenza stampa è stato detto che non c'era un allarme burrasca specifico, ma un'allerta temporali generico. Va capito se il comandante ha preso tutte le misure per preparare l'imbarcazione a un peggioramento della situazione. C'è un altro punto oscuro e delicato: quella sera c'era stata una festa sulla Bayesian. Ieri in conferenza stampa i giornalisti hanno chiesto al procuratore se, dopo il naufragio, è stato eseguito l'alcol test al comandante. Non c'è stato il tempo, perché era più importante - comprensibilmente - prestare le prime cure.

 

sommozzatori cercano i corpi dei passeggeri dello yacht bayesian

2. "ERAVAMO DISORIENTATI DAI MOLTI SPECCHI SOTT'ACQUA UNA BARCA È PIENA DI OSTACOLI"

Estratto dell’articolo Flavia Amabile per “La Stampa”

 

Le difficoltà dei riflessi creati dagli specchi mentre erano al lavoro dentro il Bayesian, gli oggetti che volavano ovunque, il filo di Arianna che li ha aiutati nella complessa operazione di recupero delle sei vittime rimaste intrappolate all'interno dell'imbarcazione. È il racconto di Orlando Di Muro, 54 anni, ispettore dei Vigili del Fuoco, sommozzatore con una lunga esperienza.

Insieme a un collega ha riportato in superficie il primo corpo rimasto intrappolato in una delle cabine del Bayesian. Era mercoledì scorso.

 

ricerche dei dispersi dello yacht bayesian affondato a porticello palermo

[…]  Che scenario vi siete trovati davanti?

«La situazione tipica delle imbarcazioni affondate da poco. C'erano suppellettili, guanciali, abiti, materassi. Tutto quello che si potrebbe staccare si stacca. L'affondamento è pur sempre un evento traumatico, di conseguenza la struttura non è più quella originaria e questo crea degli ostacoli alla nostra progressione. Ma non è tanto l'avanzamento il nostro problema maggiore quanto fare in modo che lo spazio che creiamo non diventi un ostacolo all'uscita dall'imbarcazione».

affondamento dello yacht bayesian

 

In che modo potrebbe diventare un ostacolo?

«Corridoi e cabine, per quanto lussuosi, sono angusti. Un materasso che è su un letto non può essere messo al centro della stanza se ho bisogno di avanzare perché occupa dello spazio e non può essere messo dietro le spalle perché non potrei più uscire. Bisogna poi assicurare gli oggetti che tendono a fluttuare per evitare che creino intralcio. […] C'è stato poi un altro elemento che abbiamo dovuto tenere in considerazione».

 

Quale?

«Come molte barche di lusso anche il Bayesian era pieno di vetri e specchi. I riflessi creati dalle nostre torce e le nostre immagini rinviate su quelle superfici creano molto disorientamento. Ecco perché è fondamentale progredire con il filo di Arianna che, come nella leggenda, fissiamo lungo il percorso. È un elemento oggettivo molto utile se si avanza in un ambiente sconosciuto. Richiede del tempo per essere collocato ma ci permette di ritrovare rapidamente l'uscita». […]

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