vittorio sgarbi perugino martirio di san sebastiano quadro dipinto

VITTORIO, ANCORA TU? – IN UNA MOSTRA AD AGRIGENTO, CURATA DA SGARBI, È ESPOSTO UN “MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO” ATTRIBUITO AL PERUGINO, E DI PROPRIETÀ DELLO STESSO CRITICO D’ARTE – LA TELA  ASSOMIGLIA MOLTO A QUELLA BATTUTA ALL’ASTA A PARIGI NEL 2010 PER 9.600 EURO E ATTRIBUITA A UN “SEGUACE DEL PERUGINO” – IL QUADRO DI SGARBI È STATO RESTAURATO E “AUTOCERTIFICATO”: È PASSATO PER IL LABORATORIO DI GIANFRANCO MINGARDI, IL RESTAURATORE CHE HA MESSO MANO ANCHE ALLA “CATTURA DI SAN PIETRO” DI MANETTI, PER CUI L’EX SOTTOSEGRETARIO RISCHIA IL PROCESSO…

Estratto dell’articolo di Thomas Mackinson per “il Fatto Quotidiano”

 

martirio di San Sebastiano attribuito al Perugino

Togli una freccia, taglia la tela e salta fuori un “Perugino”. Il risultato finale resta alquanto dubbio ma soprattutto non c’è esperto nel campo dell’arte che sia disposto a crederci. Nella Valle dei Templi di Agrigento fino a pochi giorni fa c’era una mostra intitolata “I tesori d’Italia” curata da Vittorio Sgarbi e impreziosire l’offerta culturale un martirio di San Sebastiano attribuito al Perugino, il più importante pittore del Rinascimento.

 

A organizzarla è il sodale Gianni Filippini, insieme alla moglie Florinda Vicari, con cui Sgarbi è a processo ad Imperia per aver tentato di esportare illecitamente un Valentin de Boulogne: chi entra nel Parco archeologico paga 15 euro di biglietto e tre, anche senza metter piede alla mostra, vanno agli organizzatori.

 

Il dipinto è forse il pezzo forte delle sette opere prestate dalla Fondazione Cavallini-Sgarbi, tanto che nelle carte di Imperia era una delle alternative da vendere per “fare cassa”: “Vittorio mi scrivi i prezzi del Perugino e del De Boulogne per favore?” chiedeva Filippini in quel febbraio 2020.

 

vittorio sgarbi

Peccato che ad attribuire quella tela al Perugino sia sempre e solo Vittorio Sgarbi, che incidentalmente ne è anche proprietario. E che pure questa, come quella del Manetti per cui rischia il processo a Macerata, ha una storia alquanto singolare fatta di alterazioni materiali e riproduzioni digitali.

 

Il soggetto riprende un motivo classico di Perugino […] però, la versione di Sgarbi presenta alcune differenze: il perizoma del Santo è rosso anziché grigio, un iris in basso a destra diventa uno stemma con scudo cardinalizio color porpora. Da dove arrivi quel “tesoro d’Italia” nessuno lo dice, ma arriva dalla Francia.

 

il restauratore gianfranco mingardi - inchiesta di report sul quadro di sgarbi

Una tela molto (ma molto) simile fu battuta a Parigi nel 2010. Era però datata 1500-1599, le sue dimensioni erano192 cm di altezza e 82,5 di larghezza. La scheda la indicava come opera di un “seguace del Perugino”, come copia coeva o successiva. L’attribuzione non è un dettaglio ma vale la differenza tra 10mila euro e un milione. E infatti, è stata aggiudicata per 9.666.

 

Nel 2014 una tela molto (ma molto) simile compare in una mostra al Castello di Miradolo, ai piedi delle colline di Pinerolo. Il catalogo firmato dallo stesso Sgarbi non indica la provenienza e la presenta come “inedito” e “autografo del Perugino”. Accidenti però, sembra proprio la stessa venduta quattro anni prima a Parigi per meno di 10mila euro, salvo alcuni particolari: manca la freccia piantata nel costato sinistro del Santo, misura in altezza 20 cm in meno. E qui la storia, a quanto pare, si ripete.

 

LA CANDELA AGGIUNTA NEL DIPINTO LA CATTURA DI SAN PIETRO - DI RUTILIO MANETTI

Quella tela per due anni è stata nel laboratorio di Gianfranco Mingardi, lo storico restauratore di oltre 200 opere di Sgarbi, compreso il Manetti, che risulterà identico a quello rubato a Buriasco e il Valentine esportato illecitamente. A Mingardi arriva a settembre 2012. L’incarico è di ripulirla e sistemarla.

 

“Sgarbi la comprò da un antiquario della zona di Pinerolo – racconta al Fatto – . Gliel’ho sempre detto che non è un Perugino. Era di epoca successiva, un dipinto su tavola trasportato nell’800 su tela e rifoderato a cera negli anni Sessanta, il peggio che un quadro possa subire, perché la cera penetra e altera il tessuto cromatico. Lui mi chiese di pulirlo e così feci”. La fattura che Sgarbi non pagò mai recita: stuccature, rimozione rintelli a cera-resina, consolidamento supporto e colore, telaio nuovo, ritocco abrasioni… Del resto era di 11mila euro, più del prezzo di acquisto.

 

IL MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO ATTRIBUITO AL PERUGINO

[…] “Sgarbi mi chiese di riportarlo il più possibile allo stato originario”. In che modo? “Tolsi quella freccia perché nell’originale non c’era, così come 20 cm di tela superiore che erano stati aggiunti”. Il risultato è che il dettaglio diverso sparisce e l’altezza, portata a 174 cm, ora coincide esattamente con la versione originale di Stoccolma, cui Sgarbi nel catalogo paragona il suo. Riappare poi nel 2017 a Urbino nella mostra “Rinascimento segreto” dove Sgarbi la accredita sempre al Perugino paragonandola a quello svedese. Anche così, però, non c’è esperto al mondo disposto a riconoscerlo come tale.

 

“Vittorio è anche un amico, ma son certa sia una copia” dice Vittoria Garibaldi, docente alla Sapienza che fu ispettore e sovrintendente in Umbria e Marche, direttrice della Galleria Nazionale dell’Umbria. Sul Perugino ha curato fior di mostre, monografie e cataloghi. “Saltano all’occhio enormi differenze stilistiche e tecniche, dai colori alla composizione del paesaggio, tutto”. Raddoppia Antonio Natali, per 10 anni direttore degli Uffizi: “E’ solo un’opera che si rifà all’altra, sull’autografia non spenderei un euro”.

 

vittorio sgarbi in versione capra meme by edoardo baraldi

Entrambi rimandano a Francesco Mancini, già docete di storia dell’arte a Perugia, tra più autorevoli studiosi del Perugino. “Mai visto prima, è una discreta copia dell’epoca. Per questo, forse, appare in mostre periferiche che sfuggono alle obiezioni degli esperti”. Sarà un caso, ma quando fu proposto a una nota banca, gli esperti la bocciarono come non originale.

 

Una certezza però c’è: nel 2022 Sgarbi fece portare quel dipinto a Correggio ai titolari di G-Lab per farlo riprodurre, così come fece con la Cattura di San Pietro di Rutilio Manetti. Lo scopo dei cloni non è ancora stato ancora chiarito. […]

martirio di San Sebastiano attribuito al Perugino

VITTORIO SGARBI NEL CASTELLO ESTENSE DI FERRARAIl quadro di Rutilio Manetti rubato e quello di vittorio sgarbi

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…