“VOGLIONO UCCIDERE IL MIO BAMBINO” – A VICENZA UNA RAGAZZA DI 16 ANNI VIENE PORTATA IN OSPEDALE PER ABORTIRE – UN’ASSOCIAZIONE PRO-LIFE DENUNCIA: “L’HANNO COSTRETTA I GENITORI” – LA RICHIESTA D’AIUTO VIA WHATSAPP A UN’AMICA. MA SECONDO I CARABINIERI LE PROCEDURE SONO STATE SEGUITE CORRETTAMENTE…
OSPEDALE ALTO VICENTINO SANTORSO 1
«Ragazza di 16 anni costretta ad abortire», dopo l'allarme intervengono i carabinieri ma è tutto in regola. La concitata e per certi versi drammatica giornata di martedì all'ospedale “Alto Vicentino” di Santorso è stata segnalata dall'associazione “Ora et labora in difesa della vita” tramite il presidente Giorgio Celsi.
La versione dell'uomo, che non trova completo riscontro nelle verifiche dei militari e si basa sulle testimonianze di alcune persone che fanno capo all'associazione e che sarebbero state presenti nei corridoi del nosocomio, non lascerebbe spazio ad interpretazioni.
«Nella mattinata del 12 giugno, all'ospedale di Santorso era programmato un intervento di aborto su una ragazzina di sedici anni. La giovane, nel disperato tentativo di salvare il proprio bambino contro le pressioni dei genitori, è riuscita ad inviare una richiesta di aiuto, tramite whatsapp, all'amica, che l'ha raggiunta alle 13.30.
OSPEDALE ALTO VICENTINO SANTORSO
La ragazza si trovava in una stanza con una psicologa, che ha cercato di tranquillizzarla e le ha promesso di parlare con i genitori, per convincerli ad accettare la gravidanza della figlia. L'amica è riuscita ad entrare nella camera e ad abbracciare la ragazza».
In quel momento, la ragazzina le avrebbe detto: «Ho paura, tanta paura perché vogliono uccidere il mio bambino».
Secondo invece quanto ricostruito dai militari, e confermato dall'Ulss 7, tutte le procedure sono state eseguite correttamente, con i consensi del caso.