
"TUTTI VOI CHE FATE USO DI DROGHE, FIGLI DI PUTTANA, VI UCCIDERÒ" - ERA QUELLO CHE DICEVA RODRIGO DUTERTE, EX PRESIDENTE DELLE FILIPPINE ARRESTATO IERI A MANILA SU MANDATO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE - IL "TRUMP D'ASIA" È STATO FERMATO DALL'INTERPOL CHE LO HA IMBARCATO SU UN AEREO DIREZIONE TRIBUNALE DELL'AIA - L'EX PRESIDENTE È ACCUSATO DI AVER FATTO AMMAZZARE CIRCA 30 MILA PERSONE DURANTE LA SUA CAMPAGNA ANTIDROGA - LE FOLLIE DELL'EX PRESIDENTE: DISSE CHE ERA UN PO' GAY E CHE SI CURÒ CON TANTE DONNE - QUELLA VOLTA CHE MINACCIÒ DI SPARARE ALLE COMUNISTE NELLA VAGINA
Estratto dell'articolo di Gianluca Modolo per "La Repubblica"
Per il “Trump d’Asia”, come era soprannominato quando era presidente, per l’uomo che non nascondeva la sua ammirazione per Vladimir Putin – «il mio idolo» –, per il capo di Stato che si vantava di voler uccidere fino a centomila persone e poi gettare i loro cadaveri in mare affinché i pesci ingrassassero cibandosene, è arrivato l’arresto.
Rodrigo Duterte, ex presidente delle Filippine, è stato fermato ieri mattina all’aeroporto di Manila dopo che la Corte penale internazionale aveva emesso un mandato di arresto contro di lui accusandolo di crimini contro l’umanità per la sua spietata “guerra alla droga”. E nella serata di ieri Duterte è stato fatto imbarcare su un aereo: direzione L’Aia.
«Nelle prime ore del mattino Interpol Manila ha ricevuto la copia ufficiale di un mandato d’arresto emesso dalla Cpi», ha affermato ieri la presidenza. Un arresto che arriva sullo sfondo della lunga faida tra le due dinastie politiche più potenti del Paese: i Duterte e i Marcos.
L’ex presidente, in carica dal 2016 al 2022, 79 anni, che tornava da un viaggio a Hong Kong, al momento dell’arresto ha chiesto: «Che crimine ho commesso?». Il governo filippino ha riconosciuto 6.248 morti dovute alla campagna antidroga. Ma si stima siano almeno 30mila.
L’indagine della Cpi si concentra nel periodo che va dal 1° novembre 2011, quando Duterte era ancora sindaco di Davao, al 16 marzo 2019. La maggior parte delle vittime venivano uccise per strada. Delle vere e proprie esecuzioni portate a termine da squadroni della morte. Duterte non si è mai scusato, anzi. Ex procuratore, incentrò la campagna elettorale del 2016 sulla guerra alla droga promettendo di ripulire il Paese: «Tutti voi che fate uso di droghe, figli di puttana, vi ucciderò», disse in uno degli eventi elettorali di quell’anno.
Per i sostenitori di Duterte – che rimane molto popolare nel Paese – l’arresto è illegale. Le Filippine si sono ritirate dalla Cpi nel 2019, ma il tribunale, che ha sede all’Aia, sostiene di avere giurisdizione sui crimini avvenuti prima di quella data. […]
Le Filippine si erano rifiutate di cooperare con la Cpi inizialmente, ma Marcos Jr ha cambiato rotta nei mesi scorsi dopo che l’alleanza con la famiglia Duterte è implosa. A febbraio la vicepresidente Sara Duterte, figlia dell’ex leader, è stata messa sotto impeachment: accusata di aver pianificato l’assassinio del presidente Marcos Jr. […]
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