VOLETE CONSERVARE UNA BUONA MEMORIA? BASTA ALLENARSI MEZZ'ORA AL GIORNO - TENERE A MENTE LE INFORMAZIONI NON DIPENDE DALLA STRUTTURA DEL CERVELLO: CON UN ESERCIZIO COSTANTE TUTTI POSSONO RAGGIUNGERE CAPACITÀ RECORD - IL “METODO DEI LOCI” PUO’ AIUTARVI, ECCO IN COSA CONSISTE
Elena Dusi per “la Repubblica”
La memoria è come un muscolo. Chi non la allena la perde. Sembrava un luogo comune, oggi è una tesi confermata dalla scienza. Una squadra di normali studenti è riuscita a tenere testa a un gruppo di campioni del mondo della mnemonica semplicemente allenandosi mezz'ora al giorno per sei settimane.
Gli "atleti" in grado di ricordare elenchi casuali di centinaia di parole o numeri, protagonisti di tornei come il World Memory Championship, di speciale nel cervello non hanno nulla. Solo la costanza di allenarsi. E a ciascuno di noi basterebbe una pratica di mezz' ora al giorno per 40 giorni per uguagliare - o quasi - le loro performance, ha dimostrato un esperimento su Neuron. «Nella vita quotidiana, i campioni si comportano come tutti. Perdono le chiavi della macchina con la stessa frequenza degli altri» racconta William Shirer, neurologo dell' università di Stanford.
«Dopo un periodo di allenamento, chiunque può aumentare enormemente le sue performance nei test» conferma Martin Dresler, il neurologo dell' università olandese di Radboud che ha coordinato l' esperimento.
Fra gli autori dello studio c' è anche Boris Nikolai Konrad, postdoc all' istituto olandese di neuroscienze Donders e detentore del Guinness dei primati per aver memorizzato 201 nomi e volti in 15 minuti. «Ho iniziato ad allenarmi prima degli esami delle superiori e ho usato il metodo dei loci per tutta l' università» racconta. «Mi ha aiutato soprattutto con le lingue. È vero, le chiavi le perdo come gli altri, ma me la cavo bene con le password e con i nomi delle persone».
Se per ricordare date e telefoni non serve un cervello speciale, allora gli unici segreti sono tecnica e allenamento. In effetti, molto prima dell'invenzione di internet, gli oratori come Cicerone memorizzavano i discorsi usando il "metodo dei loci". Raffiguravano nella loro mente un percorso familiare e associavano a ogni tappa o punto saliente un capitolo dell'orazione. Lo stesso - ma con liste di numeri o parole - fanno oggi Konrad e gli atleti come lui. Nell'esperimento di Neuron i campioni hanno recitato una lista di 72 parole.
Gli studenti normali, dopo i 40 giorni di allenamento, sono passati dalle 26 iniziali a un ragguardevole 62. «Il metodo dei loci - spiega Andrea Becchetti, professore di fisiologia all' università di Milano Bicocca ed esperto di memoria è una delle mnemotecniche più antiche. Non è un caso che l' ippocampo, l' area dove si stabilizzano i ricordi, sia anche essenziale per l' orientamento nello spazio. Il nostro cervello è predisposto per associare un percorso fisico a un percorso mnemonico».