YANKEE, GO HOME! - A VICENZA ARRIVA IL PRIMO LOCALE IN ITALIA VIETATO AI SOLDATI AMERICANI - I MILITARI USA SONO SPESSO PROTAGONISTA DI RISSE, ABUSO DI ALCOL, VIOLENZE SESSUALI - TRA LE MISURE STRAORDINARIE C’E’ ANCHE UNA PATTUGLIA CONGIUNTA, CARABINIERI SETAF E MILITARY POLICE, PER FAR RIGARE DRITTO I SOLDATI SCAPOCCHIONI…
Giulio Todescan per www.corriere.it
RONDA DI CONTROLLO DEI SOLDATI AMERICANI A VICENZA
Misure straordinarie per far rigare dritto i soldati che, fuori dalle caserme della Us Army, cercano uno sfogo nei piaceri della notte vicentina. E qualche volta esagerano. Con risultati che non di rado finiscono nelle pagine di cronaca: risse, abuso di alcol, violenze sessuali e infrazioni minori come l’utilizzo di tassisti abusivi.
È una nuova pattuglia congiunta, Carabinieri Setaf e Military Police (MP) insieme, la soluzione già in campo dallo scorso novembre, e che venerdì ha accompagnato a seguirla, per la prima volta, un gruppo di giornalisti. Ogni 15 giorni, in una notte del weekend, escono a mezzanotte dalla Ederle e presidiano i luoghi caldi della movida, da viale della Pace al centro storico, fino ai capannoni di via Zamenhof, di giorno luoghi di lavoro e di notte discoteche ad alta frequentazione yankee.
E c’è una prima vittima: «Dal 15 gennaio una commissione interna, l’Armed forces disciplinary board, ha vietato ai militari l’accesso al Custom, un locale in via Zamenhof – annuncia James Brooks, addetto agli affari pubblici della guarnigione vicentina -. È la prima volta che accade in Italia, mentre negli Usa e in Germania è prassi diffusa». Ma che significa vietare? Nulla per la legge italiana. Molto per le regole dell’esercito: «Chi viene trovato nel locale bandito – spiega il colonnello Michael S. Parsons, direttore dei servizi di emergenza della Ederle – di fatto disobbedisce a un ordine. E viene punito con una sanzione amministrativa, da una trattenuta sullo stipendio alla perdita di alcuni privilegi come vivere con la famiglia in città».
La pattuglia congiunta parte dalla Ederle a mezzanotte e conclude il suo giro alle sei. «Non è una novità in senso stretto – spiega Francesco Provvidenza, comandante della compagnia dei Carabinieri Setaf di Vicenza -. Le pattuglie congiunte esistono dal 1954, quando nacque la caserma Ederle. Ogni volta che la MP fa un intervento dev’essere accompagnata dai Carabinieri. Abbiamo deciso di rafforzare questa sinergia con una pattuglia bisettimanale, concentrata nel weekend».
La comunità militare americana comprende 15 mila cittadini, famiglie comprese, tra Vicenza e la provincia. Per ogni cento di loro, c’è un carabiniere Setaf: sono 150, mentre 65 sono i poliziotti militari Usa. Nel 2018 sono stati 48 i cittadini americani denunciati per i più vari reati, dagli incidenti stradali a risse e violenze.
Tutto è gestito dalla doppia centrale operativa presente alla Ederle, Carabinieri da un lato e Military Police dall’altro. Pochi metri più in là, una porta con una scritta in evidenza: «Deve rimanere sempre aperta». Dentro ci sono gli etilometri, un live scan per le identificazioni tramite impronte digitali e foto segnaletiche, una camera di sicurezza con quattro piccole celle. I soldati possono essere privati della libertà fino a 72 ore se violano le norme militari, ad esempio in caso di dissidi familiari.
Sono diversi i locali sotto osservazione. I militari prendono contatti con i gestori, e a quelli dove i disordini sono più frequenti chiedono di migliorare la sicurezza o di istituire un biglietto d’ingresso. Se le risposte non arrivano, si può arrivare alla sanzione estrema, il divieto d’accesso. Il giro di ricognizione inizia al Caffè Colorado di viale della Pace. Musica alta e aria di festa: 500 soldati sono appena tornati da un’esercitazione in Germania. Un gruppo misto entra nel locale, dove subito la musica si abbassa. Controlli leggeri, per capire se qualcuno sta esagerando. Uno dei cinque interpreti in forze alla Setaf accompagna il gruppo.
Qualche militare abbraccia gli agenti della MP. Si conoscono, in fondo controllati e controllori condividono la stessa vita di caserma, gli stessi riti e la stessa mensa. I controlli successivi toccano il centro: Bar 27, in piazza XX Settembre, la cui titolare non sembra apprezzare i frequenti controlli, e poi Ai 2 Calici, in contra’ Pescherie Vecchie. Qui la situazione è tranquilla. Si torna verso est, e ormai sono le due e mezza quando si arriva in via Zamenhof, per un controllo al Nu Club.
Tanti i soldati che vi arrivano a quest’ora, ma la frequentazione è mista. Ultima tappa alla caserma Del Din, a caccia di tassisti abusivi. «Gli abusivi si fanno trovare fuori dai locali più frequentati e costano meno di quelli ufficiali, per questo i soldati li usano» spiega Provvidenza. A volte si nascondono in via Albricci, una laterale a mezzo chilometro dalla caserma. Uno si avvicina lungo viale Ferrarin e fa retromarcia quando vede le luci delle pattuglie.