CHI SONO I NUOVI "TEEN IDOL"? - PANARARI: ADOLESCENTI CHE COSTRUISCONO IL LORO SUCCESSO PARTENDO DAL COMPUTER FINO A VENIRE ELETTI PORTAVOCE DELLA ''GENERAZIONE Z'' GRAZIE AL GRADO DI "AUTENTICITA" CHE RIESCONO A TRASMETTERE SU YOUTUBE E INSTAGRAM - "PORTATORI DI UNA GRAMMATICA SENTIMENTALE E COGNITIVA, OLTRE CHE LESSICALE, ALTERNATIVA RISPETTO A QUELLA DI NOI GRANDI. CHE DOBBIAMO SFORZARCI DI PROVARE A COMPRENDERE"
Massimiliano Panarari per 'la Stampa'
Esiste, nel variare dei tempi, una costante per quella stagione (assai complessa) della vita che risponde al nome di adolescenza. Ed è la cameretta da letto, ora superaccessoriata, che costituisce al tempo stesso il rifugio blindatissimo e la rampa di lancio verso il mondo esterno dei ragazzi e delle ragazze in quella fase di passaggio.
Valeva ai tempi dei viaggi con l' immaginazione salgariani come in quelli odierni, ove Internet e smartphone consentono ai nativi digitali di stare connessi con il mondo, e soprattutto tra loro, come mai avvenuto per i loro coetanei delle generazioni precedenti. Uno dei canali comunicativi che calamita maggiormente le attenzioni dei teenager, come risaputo, è YouTube.
Un social medium così rilevante nell' orientare i più giovani da avere meritato pochi giorni fa un autentico riconoscimento da parte delle istituzioni, sotto forma dell' incontro tra alcuni dei suoi protagonisti più influenti e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Accanto all' ormai «istituzionale» (giustappunto) «Tubo» proliferano alla velocità della luce altri social network, dal momento che gli adolescenti scoprono incessantemente, e si riposizionano rapidamente, su nuove piattaforme. Come è accaduto con Musical.ly, un' app di karaoke adorata dai nativi digitali e dai componenti della cosiddetta «generazione Z», i cui primattori vengono etichettati come «muser».
Il più versatile e capillare, con una presenza mirata su praticamente tutti i canali social, e capace di raggranellare numeri impressionanti (siamo nell' ordine delle centinaia di migliaia di followers, che lui chiama «volpini» e «volpine»), è al momento il diciassettenne Luciano Spinelli, al medesimo tempo youtuber, muser e superstar di Instagram, Ask, Snapchat.
Formidabile teen idol, notevole professionista della popolarità sui social (ci lavora dal 2015) e del marketing digitale, ma anche ragazzo autentico - o, quanto meno, percepito come tale - della provincia di Milano, tra dichiarazioni sulla propria ex timidezza e insicurezza, e video in cui discute le questioni peculiari e speciali dell' essere adolescente, dal rapporto (conflittuale) con la mamma agli amori, dalla scuola al bullismo (in carne e ossa e cyber).
Condividendo - la parola e formula magica - la sua «fantasia» e il suo «diario segreto», poiché il web ha abbondantemente sostituito, per molti versi, quel privatissimo medium cartaceo che raccoglieva il «romanzo di formazione» degli adolescenti degli anni passati. Spinelli ha talento recitativo e umorismo, targetizzati sul suo pubblico di riferimento naturalmente, e si è trasformato in un fenomeno divistico fondato, come da tavole della legge della disintermediazione, sulla normalità e il rispecchiamento mimetico.
A partire dalla capacità di proiettare di sé l' immagine di migliore amico e confidente (o fidanzato) di quelle tantissime e di quei tantissimi che costituiscono il suo sterminato fandom virtuale, un' immensa community osmoticamente ispirata alle regole di comportamento del gruppo adolescenziale dei pari, con lui, appunto, primus inter pares.
Giovanilismo allo stato puro, indubbiamente, da osservare però con premura e grande attenzione, ed evitando il moralismo, perché, per parafrasare Pascal, l' adolescenza ha le sue ragioni che la ragione adulta non comprende.
Un universo parallelo, popolato di assoluti e di profonde esitazioni, ovvero, se volessimo dirla kierkegaardianamente, di aut-aut e di timori e tremori. Portatore, in tutto e per tutto, di una grammatica sentimentale e cognitiva, oltre che lessicale, alternativa rispetto a quella di noi grandi. Che dobbiamo sforzarci di provare a comprendere.
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luciano spinelli e il suo libro