ursula von der leyen matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT! -  TUTTI I FASCI, PRIMA O POI, ARRIVANO AL PETTINE: NEI PROSSIMI GIORNI, QUANDO IL PPE UFFICIALIZZERÀ LA RICANDIDATURA DI URSULA ALLA GUIDA DELLA COMMISSIONE UE, CHE FARA' ''IO SO' GIORGIA'': ANNUNCERA' IL VOTO DI FDI A FAVORE DELL'EX COCCA DELLA MERKEL O RESTERÀ AD ASPETTARE I RISULTATI DELLE EUROPEE? PROBABILMENTE SCEGLIERÀ IL SILENZIO - UN ENDORSEMENT DI MELONI PRO URSULA, FATTO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE, LA ESPORREBBE AL FUOCO DI FILA DI SALVINI CHE AVREBBE GIOCO FACILE NELL'ACCUSARLA DI “CAMALEONTISMO”, METTENDOLA AL MURO PER “L’INCIUCIO” COGLI ODIATI SOCIALISTI E LIBERALI - PEI SONDAGGISTI, I VOTI DELLA DUCETTA NON SERVIRANNO A INCORONARE URSULA MA, SOTTO SOTTO, LEI SPERA DI POTER ESSERE DETERMINANTE PER OTTENERE UN COMMISSARIO DI PESO...

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

DAGOREPORT

Oltre al "genio" di Fazzolari, Giorgia Meloni ha fissa in testa una data: il 9 giugno, giorno in cui si voterà per le elezioni europee.

 

È il suo spartiacque, il giorno del destino che rappresenta per lei l’occasione per ottenere una legittimazione definitiva. Arrivare al 30% sarebbe per lei la certificazione di essere amata dalla “ggente” e che l’azione politica del suo governo sia piaciuta dalla maggioranza italica.

 

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

Per l'Underdog del Colle Oppio (più under che dog) il voto europeo è talmente fondamentale che sta giocando tutte le sue carte, al punto da mostrare in Italia muscoli e testosterone per tenere la situazione sotto controllo ed evitare imprevisti che possano influenzare negativamente i suoi consensi. (Dopo Santaché, Lollobrigida, Pozzolo, Sgarbi, Elkann, pure 'sti cazzi di trattori tra i piedi...).

 

Solo dopo lo scrutinio del 9 giugno, se i risultati saranno in linea con quelli attesi e pretesi, vedrete che la Ducetta diventerà via via più accomodante anche con gli alleati, ma fino al Giorno del Giudizio non si fanno prigionieri: chi non è con me, è contro di me. Amen.

 

Il suo obiettivo, però, deve tenere conto non solo degli orientamenti elettorali dei cittadini, sempre più con le tasche vuote e la testa piena di brutti pensieri, ma anche delle dinamiche politiche più alte, quelle che si sviluppano nelle segrete stanze di Bruxelles.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI

Quando nei prossimi giorni Ursula Von Der Leyen sarà ufficialmente presentata come la candidata del Partito popolare europeo alla guida della Commissione, Giorgia Meloni sarà chiamata ad esprimersi: la sostiene oppure no?

 

È chiaro che l’ex cocca di Angela Merkel si aspetta un endorsement dalla premier della Garbatella. In questi ultimi mesi, le due bionde verticalmente svantaggiate hanno stretto un rapporto sempre più intenso, al punto che Ursula ha deciso, facendo incazzare Macron, dopo gli inutili viaggi in Tunisia, di partecipare pure al summit Italia-Africa a Roma per presentare il Piano Mattei. Una sorta di benedizione politica per le ambizioni mediterranee di Giorgia Meloni.

 

emmanuel macron ursula von der leyen 5

Anche per favorire un accordo tra il Ppe e i Conservatori, si è deciso di rinviare a dopo il voto l’ingresso del puzzone Orban e del suo partito, Fidesz, all’interno di Ecr (un ingresso immediato avrebbe reso impossibile qualunque dialogo e rapporto, visto lo sprezzo con cui i Popolari guardano al primo ministro ungherese, già cacciato dal loro gruppo come impresentabile).

 

Senza contare l’insofferenza dei popolari polacchi, che fanno capo al nuovo premier, Donald Tusk, di fronte alla storica alleanza tra Fratelli d’Italia e il Pis, il partito che ha governato Varsavia fino a ottobre e che da anni è membro del gruppo dei Conservatori e riformisti guidato dalla Meloni.

 

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

Tornando al cuore della questione, resta il dubbio: "Io so' Giorgia" farà una dichiarazione di sostegno pre-voto in favore di Ursula? Sono in molti a credere che la Ducetta resterà in silenzio, dimostrando ancora una volta di voler giocare su più tavoli, tenendo il suo piede in molte staffe.

 

La Thatcher della Garbatella deve aver capito che un eventuale endorsement per Ursula fatta durante la campagna elettorale  la esporrebbe al fuoco di fila del suo alleato, Matteo Salvini. Il leghista avrebbe gioco facile nel bersagliarla accusandola di “camaleontismo”, mettendola all’indice per “l’inciucio”, vista l’alleanza allargata che sostiene la Von der Leyen, al cui interno ci sono anche gli odiati socialisti e i liberali del nemico Macron.

 

QUANDO ERIC ZEMMOUR VOLEVA ANNETTERE IL NORD ITALIA

A proposito di liberali, l’ingresso del partito di Eric Zemmour, “Reconquete”, in Ecr, ha fatto incazzare il gruppo Renew Europe, che ha subito escluso un possibile accordo con i Conservatori.

 

Ieri la capogruppo in Europa del partito di Macron, Valerie Hayer, ha tuonato: “È la linea rossa. L’unica cosa che il gruppo Ecr ha appena conquistato accogliendo Reconquete è la sua esclusione definitiva dalle trattative politiche. Anche prima che arrivasse Orbán. Nessuna compiacenza nei confronti dell’estrema destra europea”.

 

Come ha ricordato oggi Claudio Tito su “Repubblica”: “Nonostante le avances nei confronti della presidente del Consiglio italiana, l’inquilina di Palazzo Berlaymont sa bene che senza i voti di Pse e Renew […] nessuno ha i numeri per essere eletto alla guida dell’esecutivo europeo.

 

Tutti i sondaggi, infatti, confermano che non esiste una maggioranza nel prossimo Parlamento Ue senza socialisti e popolari. E che l’ipotizzata alleanza tra Ppe e Ecr è solo nella testa di qualche dirigente italiano di Fratelli d’Italia. Ma del tutto impraticabile. La base, insomma, resta la cosiddetta ‘maggioranza Ursula’”.

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

Alla luce dello scenario tratteggiato dalla maggior parte dei sondaggisti, la strategia di Giorgia Meloni sarà attendista: aspetterà i risultati del voto europeo coltivando la residua speranziella di poter essere determinante con Fratelli d'Italia per eleggere il prossimo presidente della Commissione, come già avvenne nel 2019 con il Movimento 5 stelle, che fu necessario per dare il via al primo mandato di Ursula.

 

I voti del partito meloniano sarebbero infatti ben accetti, in caso di necessità, mentre quelli di un gruppo (Ecr) che comprenda gli oltranzisti Orban e Seymour difficilmente potrebbero essere graditi dal PPE.

 

Il sogno nel cassetto della Ducetta è far pesare i suoi voti all’Europarlamento: è l'unica speranza per poi ottenere un commissario di peso nella prossima Commissione Ue.

 

morawiecki meloni

 

emmanuel macron ursula von der leyen

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLIGIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLIgiorgia meloni ursula von der leyen sergio mattarella vertice italia africa

 

ursula von der leyen stefano bonaccini gian luca zattini francesco paolo figliuolo giorgia meloni

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz MorawieckiMARION MARECHAL LE PEN ERIC ZEMMOUR

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI. LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UNA FRECCIATA-AVVERTIMENTO ALL’AMICO LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)