giorgia meloni elon musk starlink

SI SCRIVE “SPACEX”, SI LEGGE MONOPOLIO – LA SOCIETÀ DI ELON MUSK HA 10 ANNI DI VANTAGGIO SULLA CONCORRENZA: IL PROGETTO EUROPEO “IRIS2” SARÀ OPERATIVO SOLO NEL 2030. MIRA A LANCIARE 290 SATELLITI ADESSO, MENTRE IL MILIARDARIO KETAMINICO NE HA GIÀ 7MILA CHE ORBITANO E GIÀ FORNISCONO INTERNET A MILIONI DI PERSONE – “IRIS2” COSTA 10 MILIARDI: 4,1 SONO A CARICO DELLE AZIENDE PRIVATE E 6 DEL BILANCIO DELL'UE -LO STATO ITALIANO VERSEREBBE 750 MILIONI DI EURO, VALE A DIRE LA METÀ DI QUANTO DAREBBE A MUSK – MA NON E' SOLO UNA QUESTIONE ECONOMICA: E' IN BALLO LA SICUREZZA NAZIONALE, LA SOVRANITA' EUROPEA E POSTI DI LAVORO (L’ITALIA È TRA I SUBAPPALTATORI DI IRIS2 CON THALES ALENIA E TELESPAZIO, CONTROLLATA DA LEONARDO) – LA DIFESA DI ANDREA STROPPA, REFERENTE ITALIANO DI MUSK...

 

1. OPUSCOLO INFORMATIVO SUL PERCHÉ FARE LA GUERRA A STARLINK

Andrea Stroppa ? Claudius Nero's Legion ?

Dal profilo “X” @andst7

 

È solo perché Musk sta antipatico?

 

GIORGIA MELONI E ELON MUSK NELLO SPAZIO - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

• No, assolutamente. Quella è la ragione per aizzare la folla e fare baccano. Le ragioni sono molto più profonde.

 

Tipo?

 

• Tipo che Starlink costerebbe meno di un decimo rispetto agli altri servizi ipotetici che ad oggi nemmeno esistono.

 

Ma Starlink è veramente il top?

 

•  Governo cinese tramite la controllata China Satellite Network Group o Qianfan in diversi report hanno affermato che bisogna assolutamente recuperare il divario tecnologico con Starlink.

 

Ma quindi chi è che non vuole l’accordo?

 

ELON MUSK GIORGIA MELONI ANDREA STROPPA

• Quindi quelli che si sfregavano le mani e che promettevano su carta un servizio simile a Starlink da realizzare in non meno di 8 anni, si vedono portati via un sacco di soldi. Miliardi di euro.

 

E chi sono questi? Aziende italiane?

 

• Ma certo che no! Le aziende stra-interessate a sostituirsi a Starlink - anche se non hanno nulla fra le mani - sono aziende francesi e tedesche.

 

Ma non è che crea problemi alle società italiane di telecomunicazioni che installano la fibra o agli operatori?

starlink satelliti

 

• No, sono servizi complementari. È avere più opzioni proprio per essere più indipendenti e poter rispondere a esigenze particolari.

 

Ma quindi in definitiva a chi non va giù questo possibile accordo?

 

• Guarda le dichiarazioni. Guarda chi è uscito allo scoperto: parlamentari stranieri, giornali a Bruxelles, parlamentari italiani che hanno fatto da consulenti per aziende tecnologiche e di comunicazioni straniere. Siamo addirittura arrivati al punto di parlamentari tedeschi che si preoccupano per la sicurezza dell’Italia.

 

Magari sono preoccupati per davvero, no?

 

• Sì, certo. Strano che però non è mai successo questo polverone per gli appalti del cloud, delle infrastrutture delle telecomunicazioni, dell’acquisto di tecnologie. Contratti da miliardi e miliardi che però non si è mai letto una riga in giro e nessuno ha detto ‘Ah’.

 

Ma tu sei di parte?

 

GIORGIA MELONI ELON MUSK

• Sì, per questo ti invito a fare le tue ricerche indipendenti e verificare quello che scrivo.

 

LE PAURE DELL'EUROPA

Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

[…] Lo scorso 16 dicembre la Commissione ha firmato il contratto con il consorzio SpaceRise per realizzare Iris², vale a dire «l'infrastruttura per la resilienza, l'interconnettività e la sicurezza via satellite». Porterà in orbita 290 satelliti per offrire un servizio di connettività sicura ai governi che servirà per esempio a gestire le frontiere e le situazioni di crisi, ma anche per assicurare la banda larga ad alta velocità alle imprese e ai cittadini.

 

DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI

Per la concessione – che avrà una durata di 12 anni – sono stati stanziati 10,6 miliardi di euro. Ma 4,1 miliardi sono a carico delle aziende private che partecipano al programma, 500 milioni li versa l'Agenzia spaziale europea e 6 miliardi provengono dal bilancio dell'Ue che è finanziato con i contributi di tutti i 27 Stati membri.

 

Il che vuol dire che il costo per le casse dello Stato italiano è di circa 750 milioni di euro, vale a dire la metà di quanto Roma verserebbe a Musk per usare i suoi satelliti durante i prossimi cinque anni.

 

starlink satelliti

L'Italia ha un ruolo chiave in Iris² perché tra le imprese coinvolte c'è Telespazio, controllata da Leonardo, e soprattutto perché il Centro spaziale del Fucino (vicino L'Aquila) sarà il principale centro di controllo del programma satellitare. Tanto che, meno di un anno fa, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva celebrato l'annuncio descrivendo il programma come un passo «cruciale per la sicurezza e la sovranità digitale del nostro continente».

 

A spingere il governo tra le braccia di Starlink potrebbero essere stati i ritardi che hanno fatto slittare l'avvio di Iris². Inizialmente previsto per il 2027, il lancio avverrà soltanto nel 2030.

 

iris2

Ma nei prossimi cinque anni i governi Ue si sono impegnati a collaborare tra di loro con un'iniziativa temporanea che assicurerà l'integrazione attraverso «un approccio incrementale».

 

Per superare la frammentazione, quest'anno partirà il programma GovsAtCom che prevede la messa in rete e la condivisione della capacità satellitare dei singoli Stati membri.

 

Ma è chiaro se uno di questi dovesse scegliere di imboccare la nuova Via della Seta satellitare tracciata da Musk, il tentativo di fare fronte comune nel nome dell'autonomia e della sovranità digitale finirebbe per disintegrarsi.

 

2. ELON SUI SATELLITI VA DI FRETTA, PER SCHIANTARE I RIVALI EUROPEI

Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia per “il Fatto quotidiano”

 

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA

[…] Della trattativa si parla da tempo. In ballo c’è un contratto quinquennale da 1,5 miliardi per fornire un sistema di comunicazione satellitare sicuro.

 

Il governo ha spalancato la strada a Musk a giugno con la legge sull’economia dello spazio (ora in discussione alla Camera) che consente di dotarsi di una rete internet di riserva via satelliti a bassa quota, da affidare a società europee o di Paesi Nato.

 

Musk ne è quasi monopolista. L’attenzione per l’affare è emersa per caso nell’inchiesta della Procura di Roma sulla presunta corruzione nel colosso pubblico Sogei.

 

Gli uomini della Finanza hanno intercettato l’ufficiale di Marina Antonio Masala, distaccato allo Stato Maggiore della Difesa, a passare informazioni a Stroppa sulla commessa miliardaria per un sistema di comunicazioni satellitari di tipo militare per connettere ambasciate e sedi di intelligence. Entrambi sono indagati per corruzione.

 

ANDREA STROPPA ELON MUSK

L’inchiesta non ha fermato i colloqui, che però non si sono chiusi. A giugno in SpaceX hanno festeggiato la legge sullo spazio, perché oggi in bassa orbita sono gli unici a fornire quel servizio sia in ambiti civili (Starlink) sia militari (Starshield). Musk è partito prima, ha investito di più, ha già in orbita 7 mila satelliti e nel 2025 progetta di lanciarne altri 180.

 

L’alternativa Ue, il progetto franco-spagnolo-lussemburghese Iris 2 sta partendo solo ora e punta per il 2030 a 290 satelliti operativi, di cui 270 in orbita bassa. Dieci miliardi i fondi previsti, ma il ritardo accumulato, specie sui lanciatori, è enorme, al punto che quelli del sistema Ue Galileo ad aprile scorso li ha mandati in orbita SpaceX (il francese Ariane 6, costoso, è solo all’inizio).

 

antenna starlink

L’Italia è fuori dal consorzio, ma è tra i subappaltatori con Thales Alenia Space (joint venture tra la francese Thales al 67% e Leonardo al 33%) e Telespazio (Leonardo al 67% e Thales al 33%). Proprio un accordo tra SpaceX e Telespazio, a giugno scorso, ha aperto la porta di Starlink in ambito civile a diversi ministeri, dalla Difesa agli Esteri, con i primi (piccoli) contratti. Leonardo dialoga da tempo con SpaceX, tanto più che non si riesce a chiudere l’accordo con Thales/Airbus per una piattaforma comune sullo spazio.

 

La richiesta di una rete di riserva satellitare è arrivata da Palazzo Chigi, condivisa dalla Difesa, ma è difficile capire se l’esigenza imponga davvero tempi così stretti o se a pesare sia soprattutto la possibilità di accontentare il miliardario più vicino al futuro presidente Usa, l’uomo di punta nei programmi spaziali dove il tycoon promette investimenti miliardari.

 

elon musk spada laser

Di certo Musk ha fretta, non vuole rivali nemmeno potenziali, tantomeno a livello europeo, e vuole sfruttare gli ottimi rapporti con Meloni per chiudere il primo accordo del genere con un Paese Ue.

 

La stessa legge italiana aprirebbe poi a Starlink la possibilità di entrare nei bandi Pnrr per portare la connessione ultraveloce nelle aree rurali del Paese. In quelle “grigie”, a parziale fallimento di mercato, l’ex Tim Fibercoop (venduta al colosso Usa Kkr) e Open Fiber (controllata dalla pubblica Cdp) gestiscono 1,8 miliardi di fondi Ue, ma finora hanno collegato solo un terzo degli edifici previsti. […]

elon musk con la capsula dragon crew elon musk festeggia il lancio della crew dragon di spacex

LA CENTRALE DI TELESPAZIO

lancio satelliti starlink spacexiris2lancio satelliti starlink spacex GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPAlancio satelliti starlink spacex lancio satelliti starlink spacex lancio satelliti starlink spacex lancio satelliti starlink spacex

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…