giorgia meloni joe biden emmanuel macron g7

LA SORA GIORGIA DOVRÀ FARE PIPPA: SULL'ABORTO MACRON E BIDEN NON HANNO INTENZIONE DI FARE PASSI INDIETRO. IL TOYBOY DELL'ELISEO HA INSERITO IL DIRITTO ALL'INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA IN COSTITUZIONE, E "SLEEPY JOE" SI GIOCA LA RIELEZIONE CON IL VOTO DELLE DONNE - IL PASTROCCHIO DELLA SHERPA BELLONI, CHE HA FATTO SCOMPARIRE DALLA BOZZA DELLA DICHIARAZIONE FINALE DEL G7 LA PAROLA "ABORTO", FACENDO UN PASSO INDIETRO RISPETTO AL SUMMIT DEL 2023 IN GIAPPONE, È DIVENTATO UN CASO DIPLOMATICO - FONTI ITALIANE PARLANO DI “UN DISPETTO COSTRUITO AD ARTE DA PARIGI ”

DAGONOTA

giorgia meloni emmanuel macron joe biden - g7 borgo egnazia

Alla fine la Melona dovrà inghiottire il capitolo sull’aborto, che la “Sherpa” Elisabetta Belloni aveva fatto scomparire dalla bozza della dichiarazione finale del G7 siglata un anno fa a Hiroshima. La Ducetta si è nascosta dietro l’invito al Papa al summit internazionale. Ma in realtà la battaglia contro l’interruzione di gravidanza è un tema caro alla ministra pro-life Eugenia Roccella (e al sottosegretario ultra-cattolico Alfredo Mantovano, che non a caso ha detto: "Non ne sapevo nulla... Ovviamente applaudo!")

 

Ma né Emmanuel Macron, che ha messo nella costituzione l’aborto come diritto acquisito, né Joe Biden, che si gioca la rielezione e non può perdere il voto delle donne, intendono rinunciare: deve essere messo negli accordi del G7, come del resto era stato già stabilito un anno fa.

 

FONTI ITALIANE AL G7, 'SULL'ABORTO NON SI È TOLTO NULLA'

(ANSA) -  "Nel testo che verrà pubblicato domani non si fa nessun passo indietro" rispetto al comunicato finale del G7 di Hiroshima sul tema dell'aborto "e non si è tolto nulla". Lo spiegano fonti italiane a margine del vertice di Borgo Egnazia. "Tanto è vero che c'è un esplicito riferimento agli impegni assunti a Hiroshima, che vengono tutti riconfermati", sottolineano. (ANSA).

 

giorgia meloni e joe biden al g7 di borgo egnazia

BIDEN, LA BATTAGLIA PER LA LIBERTÀ DELLE DONNE CONTINUA

(ANSA) -  "La decisione di oggi non cambia il fatto che la battaglia per la libertà" di scelta delle donne "continua. E non cambia il fatto che la sentenza" che aveva legalizzato l'aborto negli Stati Uniti "è stata ribaltata dalla Corte Suprema due anni fa". Lo afferma Joe Biden commentando al decisione dei saggi di mantenere l'accesso alla pillola abortiva. "Ma voglio essere chiaro: gli attacchi dei repubblicani ai medicinali per l'aborto rientrano nella loro agenda estrema e pericolosa di vietare le interruzioni di gravidanza a livello nazionale", ha aggiunto Biden. (ANSA).

 

ABORTO, LE RAGIONI DI UNO SCONTRO: LE TRATTATIVE NELLA NOTTE, LA DISTANZA FRA PARIGI E ROMA (E IL SOSPETTO DI UN DISPETTO DI MACRON)

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per www.corriere.it

 

MEME SU EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI AL G7 DI BORGO EGNAZIA, IN PUGLIA

Qualcuno ci vede uno scontro sui valori: la Francia di Macron, che ha appena messo il diritto all’aborto in Costituzione, contro l’Italia di Meloni, che insieme al diritto ha sempre messo l’accento sul dovere di prevenzione da parte dello Stato e sull’assistenza alle donne. Uno scontro fra due visioni del mondo.

 

Ma la vicenda si può leggere anche in modo politico: «È stato un dispetto costruito ad arte da Parigi per macchiare il G7 italiano», dicono fonti italiane, insomma l’ennesima puntata di un rapporto fra i due leader che non è mai veramente decollato, e che ora si colora di sfumature nuove, con Macron fortemente indebolito e Meloni fortemente rafforzata, dai risultati delle rispettive elezioni europee.

 

emmanuel macron giorgia meloni - g7 borgo egnazia

Le due versioni per forza di cose non collidono, si possono integrare. Di sicuro ci sono dai fatti, dei dati di cronaca, che è stato possibile ricostruire. Se non fosse stato per un briefing di ieri pomeriggio di Emanuel Bonne, sherpa francese, probabilmente del tema non si sarebbe nemmeno discusso. Se non fosse stato per una domanda capziosa oggi rivolta a Sullivan, in cui un cronista ha chiesto un’opinione di Biden, dando per scontato qualcosa che non è mai successo, ovvero la cancellazione del riferimento al diritto di interrompere la gravidanza, gli americani forse non sarebbero intervenuti.

 

 

emmanuel macron giorgia meloni g7 borgo egnazia

Di sicuro c’è che durante i negoziati di due giorni fa, alle due di notte, i sette sherpa hanno deciso di rimandare la definizione del testo finale, vista la mancanza di accordo su alcune parole. La Francia chiedeva l’elevazione dell’aborto a diritto fondamentale, un passo in più rispetto alle conclusioni del G7 di Hiroshima dell’anno scorso, l’Italia ha detto ok, però chiedendo una menzione altrettanto chiara sulle politiche di prevenzione e gli aiuti a non abortire. E la Francia ha detto no. E allora si è rinviato alla discussione di oggi e domani fra i leader.

 

Secondo fonti italiane si tratta di «polemiche stupide fomentate da chi vuole criticare e offuscare i risultati concreti di questo vertice». Secondo fonti francesi è invece uno scontro sui valori che non poteva essere taciuto. A ognuno la sua opinione.

 

EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - JOE BIDEN emmanuel macron giorgia meloni g7 di borgo egnazia puglia emmanuel macron giorgia meloni g7 borgo egnazia

joe biden giorgia meloni g7 borgo egnazia

emmanuel macron giorgia meloni g7 borgo egnazia giorgia meloni e joe biden al g7 di borgo egnazia

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…