anamaria vartolomei e matt dillon - maria 2

DILLON CON PAROLE TUE – MATT DILLON INTERPRETA MARLON BRANDO NEL FILM “MARIA” SULLE PRESUNTE VIOLENZE SU MARIA SCHNEIDER SUL SET DI “ULTIMO TANGO A PARIGI” (L'ATTRICE AVREBBE GIRATO LA SCENA DELLA SODOMIA CON BURRO A SUA INSAPUTA): “PER ME RESTA UN CAPOLAVORO. LA PRIMA VOLTA CHE LO VIDI MI COLPÌ PER LA TENSIONE EROTICA TRA I DUE ANCHE SE LA COSIDDETTA SCENA DEL BURRO MI SEMBRÒ FORZATA” – “IL FILM GUARDA AL CONTESTO, NON TRASFORMA BERTOLUCCI E BRANDO IN MOSTRI - MARIA ERA FRAGILE DI SUO E QUELL’ESPERIENZA L’HA SEGNATA PROFONDAMENTE” - VIDEO

 

 

Estratto dell’articolo di Valeria Vignale per www.corriere.it

 

anamaria vartolomei e matt dillon maria 2

E pensare che lo chiamavano Marlon. «Da ragazzino sapevo a stento chi fosse, per me era solo il volto de Il Padrino. Quando mi hanno preso a 14 anni sul set di Giovani guerrieri prendevo tutto alla lettera: si doveva rompere un vetro? E io ero pronto a spaccarlo. Il regista Jonathan Kaplan urlava: “Fermati Marlon!”. Per lui ero come Brando perché volevo fare tutto per davvero».

 

A 100 anni dalla nascita dell’iconico attore, celebrato in questi giorni dal Torino Film Festival, Matt Dillon ha interpretato proprio Marlon Brando […] in Maria di Jessica Palud, presentato all’ultimo Festival di Cannes e non ancora uscito da noi.

 

anamaria vartolomei e matt dillon sul set di maria con jonathan kaplan

È la storia di Maria Schneider e delle riprese di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Momento clou: la scena della sodomia girata senza che la protagonista ne sapesse nulla, idea fuori copione di Brando e Bertolucci.

 

«Per certi registi e attori, essere ignari di quanto succede rende la reazione più autentica ma questo non toglie che, in una situazione così delicata, fu un errore madornale» dice Dillon.

 

In seguito l’attrice, allora 19enne, parlò di abuso e violenza anche in alcune interviste ma rimase inascoltata, come racconta il libro che ha ispirato il film (Tu t’appelais Maria Schneider di Vanessa Schneider, ed. Grasset).

 

matt dillon liv tyler un corpo da reato

Alla sua morte, nel 2011, lo stesso Bertolucci disse che avrebbe voluto chiederle perdono ma se oggi il biopic non ha distribuzione italiana forse è anche per il timore di scalfire l’immagine del regista e di una pellicola che, nel 1972, fece scandalo e storia: figlia della contestazione e della liberazione sessuale ma ancora lontanissima dal Me Too, fu letteralmente condannata al rogo nel 1976, poi riabilitata nel 1987.

 

Con Anamaria Vartolomei nel ruolo della Schneider e Giuseppe Maggio in quello di Bertolucci, un Matt Dillon biondo e accigliato dà volto al Brando 48enne di allora.

 

matt dillon a cannes

«Non potevo rifiutare questo ruolo anche se è stato difficile, forse il più rischioso di sempre. Brando è l’attore che più ha influito sulla mia formazione e ha rivoluzionato l’immagine maschile: la sua vulnerabilità l’ha reso iconico» continua il 60enne newyorkese.

 

[…] Il film su Maria Schneider getta un’ombra su Bertolucci e Brando?

«Sicuramente racconta aspetti sconosciuti della storia ma guarda al contesto dell’epoca, senza trasformarli in mostri. È evidente che l’esperienza sul set ha segnato profondamente la Schneider, già fragile di suo: il padre non l’aveva riconosciuta, la madre l’aveva cacciata di casa giovanissima. È stata infelice, tra dipendenze dalla droga e tentativi di suicidio».

 

 

anamaria vartolomei e matt dillon maria

 

Il suo sguardo su Ultimo tango a Parigi è cambiato?

«Per me resta un capolavoro. La prima volta che lo vidi mi colpì per la tensione erotica tra i due anche se la cosiddetta scena del burro mi sembrò forzata e un po’ folle. Vederne il lato traumatico rende giustizia all’attrice e alla sua vita difficile».

 

[…] La Schneider aveva 19 anni, età in cui si è facilmente manipolabili.

«E in questo mi sono immedesimato in lei anche se ho una storia diversa: so cosa significa essere un volto nuovo, senza esperienza, timoroso di dire dei “no”».

 

Alla stessa età lei è stato diretto da Francis Ford Coppola: ricordi?

i ragazzi della 56esima strada

«Mentre giravamo I ragazzi della 56ma strada disse che mi voleva anche in Rusty il selvaggio con Mickey Rourke. Un giorno arriva sul set Dennis Hopper, col cappello da cowboy e praticamente ubriaco. Deve aver visto in noi tre una specie di famiglia disfunzionale. Poi con lui entri nella sua, di famiglia, i suoi figli li sento come cugini. Quando ho diretto il mio primo film, City of Ghosts, Francis ha letto la sceneggiatura e mi ha dato idee».

 

[…] Quest’anno ha compiuto 60 anni: che effetto le fa fatto?

«Non voglio parlarne, numeri e compleanni non mi interessano. Posso solo dire che, da artista, aver vissuto è un vantaggio: guadagni complessità. Ed esprimermi in campi diversi mi fa sentire giovane». […]

Matt Dillon - City of Ghostsmatt dillon anamaria vartolomeimatt dillon braccio vincente tatum bartoli matt dillon foto di baccomatt dillonmatt dillon foto di bacco (4)marlon brando matt dillonanamaria vartolomei e matt dillon maria

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)