julio velasco

IL DIVO JULIO! DOPO L'ORO OLIMPICO JULIO VELASCO E' DIVENTATO UNA VIA DI MEZZO TRA L'ORACOLO DI DELFI E UN INTELLO' DELLA RIVA GAUCHE - NELL'ENNESIMA, ALLUVIONALE, INTERVISTA IL CT DELL'ITALVOLLEY DONNE CI RIFILA SUPERCAZZOLE DELUXE, DA SOCRATE A DANTE, PASSANDO PER JFK E MALCOM X (MANCANO SOLO MADRE TERESA E GEGIA), BACCHETTA GLI ALLENATORI CHE PENSANO SOLO A FORMARE I GIOCATORI (“IL RISULTATO È FONDAMENTALE, QUINDI BISOGNA ESSERE PRAGMATICI E VINCENTI”) E SI ALLARGA DICENDO CHE "LE PARTITE DI CALCIO SONO NOIOSE: "C’È TROPPO POSSESSO PALLA. POTREBBERO MODIFICARE LE REGOLE E FAR VINCERE CHI GIOCA MEGLIO..." (VELASCO, POSA ER FIASCO!)

Andrea Sorrentino per il Messaggero - Estratti

JULIO VELASCO E PAOLA EGONU

 

Un oro olimpico non si scorda mai. Eppure bisognerà rimuoverlo: «Per vincere ancora si deve dimenticare di aver vinto», è il compito che Julio Velasco affida alle ragazze del volley azzurro, al termine di un 2024 che è stato il migliore di sempre: l'oro ai Giochi di Parigi e la vittoria in Nations League.

 

Ci voleva il Divo Julio, l'argentino che è anche italiano ormai da 40 anni: ha guarito l'Italia in crisi e l'ha portata sul tetto del mondo. Ora Julio si gode il riposo del guerriero, anzi del generale. Tra qualche mese si ricomincia, per puntare ai Mondiali in Thailandia.

 

JULIO VELASCO DOPO LA VITTORIA DELLA NAZIONALE FEMMINILE DI PALLAVOLO ALLE OLIMPIADI

Julio, ma lei cosa fa quando non ha niente da fare?

«Fare niente è ben difficile... La vita del ct del volley è molto particolare: da fine marzo siamo in ballo per sei mesi, in una full immersion in cui si scompare letteralmente da casa e dalla vita di tutti i giorni. Così nel periodo di riposo si curano le cose personali, la famiglia, io poi tengo conferenze e lezioni nelle aziende. In più studio e mi aggiorno su tattiche e metodologie di allenamento, è pieno di libri al riguardo. E ovviamente seguo tutte le partite di club delle ragazze della Nazionale. Poco volley maschile, sia perché non vedo grandi novità sia perché devo concentrarmi su quello femminile».

 

velasco il laureato

Lei ha 72 anni ed è un mito della pallavolo e dello sport mondiale: le giocatrici le danno del lei?

«Ma per carità! Mi chiamano Julio, preferisco così. Tempo fa una ragazzina mi ha dato del lei, e le ho detto "Se lo fai ancora ti escludo dalla squadra...". Mi danno del tu e mi fa sentire giovane».

 

Come ci si sente dopo un'annata così perfetta?

«Molto gratificato, è stato un anno straordinario, mi sono trovato molto bene con le ragazze e lo staff. Mi piace lavorare con le donne, sarà che sono padre e nonno di femmine e difendo il sesso femminile dai luoghi comuni. A volte ancora qualche allenatore mi dice "le donne non capiscono..." e io "ma con chi vivi tu? Tutte le donne che conosco capiscono benissimo ogni cosa, e più di me".

 

giovanni malago con julio velasco

Dire che le donne non capiscono è una bestemmia della ragione. Poi sulle differenze tra i sessi c'è tutto un discorso culturale molto lungo, che ho già fatto in passato. Le donne vengono da millenni di condizione di inferiorità, solo negli ultimi decenni hanno cominciato a uscirne. Il percorso è ancora lungo ma intanto parecchie cose sono cambiate».

 

Come si ricarica una squadra che ha vinto tutto?

«Continuare a vincere è molto difficile, lo so perché ci furono problemi dopo il Mondiale 1990 che vincemmo con gli uomini, e anche di recente con la Nazionale di De Giorgi. È un meccanismo mentale che ancora non conosciamo bene, però qualcosa accade. Ci si allena allo stesso modo, non si è presuntuosi, ma poi ripetersi è arduo. Forse è l'obbligo di vincere, che pesa come una condanna.

 

julio velasco

Con la gente che si stupisce: ma come, avete vinto e ora non rivincete? È bestiale. Meno male che Dante è morto, sennò gli direbbero: bella la Divina Commedia, ma possibile che adesso non scrivi un'altra cosa, magari migliore? Mi preoccupano, questi meccanismi che provocano pressione insostenibile. L'unico modo per uscirne è immaginare di aver perso, convincersene. E continuare a imparare dagli altri, quelli che abbiamo battuto; è quello che fai quando perdi davvero. Sarebbe un errore imperdonabile avere la presunzione di non imparare dagli avversari. Se non faremo bene tutto questo, non ci confermeremo».

 

Lei adotta anche il metodo di Socrate: domande, più che risposte.

(…) Alla fine una cosa è chiara: noi allenatori non facciamo NIENTE, al limite facciamo fare ai giocatori. Se non ci riusciamo, abbiamo fallito. Bisogna aiutarli a saper prendere decisioni e a gestire i momenti difficili, quella è la chiave. È inutile che noi siamo bravi a gestire le situazioni complicate se non lo sanno fare loro. Prima di correggere le giocatrici chiedo: trova una soluzione, ma non gliela dico, e spesso la trovano. Gli atleti di alto livello e i giovani sono intelligenti. A volte addormentiamo l'intelligenza dando solo noi le risposte. Svegliarla, si deve. Noi allenatori, lo ricordo sempre, siamo soprattutto insegnanti».

julio velasco

 

E lodiamoli dunque, che se lo meritano, questi nostri giovani.

«Ma certo, sono bravissimi. Io li difendo contro i vecchi, però gli dico pure di saper imparare dall'esperienza dei più anziani. Anche tra generazioni ci deve essere gioco di squadra. I vecchi criticano il presente per nostalgia di quando erano giovani, per carità, li capisco. Ma ogni epoca ha le sue rogne. La mia generazione era giovane negli anni '60 e li ha mitizzati, ma non è che fosse tutto così meraviglioso: uccisero due Kennedy, Martin Luther King e Malcolm X, c'era la guerra in Vietnam, l'apartheid, la crisi missilistica a Cuba. Cose che se accadessero adesso, in America la gente non uscirebbe neppure a comprare il pane... Invece noi preferiamo ricordare i Beatles, l'amore libero, il Maggio Francese, il rock'n'roll, la voglia di cambiare tutto. Oggi è un altro mondo ma non possiamo darne la colpa ai giovani, mica l'hanno creato loro. E in questa epoca ci sono anche cose straordinarie come Internet, l'avessi avuto ai miei tempi di studente... e la medicina ha fatto progressi enormi. Anche se alcune cose procedono a ritmo disumano».

JULIO VELASCO DOPO LA VITTORIA DELL'ORO OLIMPICO DELLA NAZIONALE FEMMINILE DI PALLAVOLO

 

Il volley femminile ha ormai lo stesso pubblico di quello maschile, o di più.

«C'è stato un cambiamento culturale enorme. Le ragazzine una volta andavano a vedere le partite dei maschi, adesso quelle delle donne. Negli ultimi anni il volley femminile ha fatto un grande salto sul piano atletico e motorio, ormai nei settori giovanili le ragazze sono brave almeno quanto i ragazzi, e sono sportive vere, una volta invece magari le mamme le frenavano, gli dicevano di non fare "cose da maschi".

E a differenza di calcio o basket, la pallavolo delle donne non è una versione più lenta di quella maschile: c'è meno potenza nelle schiacciate quindi più difesa, il che piace molto perché gli scambi sono più lunghi, e tecnica eccellente».

 

Perché secondo lei calcio e basket femminili sembrano meno divertenti? Questione anche di misure del campo? Nel volley la rete per le donne è più bassa.

«Calcio e basket femminile non hanno caratteristiche femminili che li rendano più attraenti della disciplina al maschile. Le calciatrici sono sempre più brave, ma le differenze sono ancora evidenti. E sì, vedendo calcio femminile ho avuto la sensazione che il campo sia troppo grande, mentre nel basket forse bisognerebbe abbassare il canestro: è dura per una donna schiacciare a 3.05».

julio velasco 22

 

Nel calcio, la tecnologia non piace a tutti.

«Nel volley è stata fondamentale: ha cancellato le discussioni infinite e certi furti clamorosi. Nel calcio il Var ha diminuito il gioco violento, ed è già una conquista, mentre ascolto molte lamentele ma mi sembrano le solite polemiche per creare pressione sugli arbitri, spesso da parte degli allenatori. Del resto gli allenatori sono sempre i più conservatori, in ogni sport. Nel volley il 95% dei tecnici era contrario all'abolizione del cambio palla, e aveva torto marcio: il "rally point" ha migliorato il gioco. Gli allenatori, temono ogni mutamento: se ho fatto sempre così, perché devo cambiare? È il risveglio delle insicurezze».

 

L'allenatore deve solo insegnare, o è necessario che vinca?

«A livello giovanile è importante migliorare i giocatori a livello tecnico e culturale. Poi ogni sport è un gioco, ed è necessario che qualcuno vinca, altrimenti è una noia mortale.

VELASCO italia usa

Anche a tressette, anche a nascondino, in ogni gioco, la vittoria e la sconfitta non sono affatto secondarie. L'importante è che non creino isteria. L'amore è una cosa bellissima, ma poi esistono anche gli stalker... Poi sento allenatori che non vincono però "formano i giocatori"... Ma qualche partita bisognerà pur vincerla, sennò che lavoro hai fatto? Nelle squadre professionistiche poi il risultato è fondamentale, in fondo ci chiamano per quello, quindi bisogna essere pragmatici. E vincenti».

 

Nel calcio si distingue anche tra allenatori che giocano bene e che giocano male.

julio velasco

«Il calcio non ha mai modificato le sue regole, per le quali si può vincere una partita anche giocando male, cioè difendendosi e basta, segnando un gol fortunoso. A volley, basket o tennis è chiaramente impossibile giocare male e vincere, per le caratteristiche del gioco in cui non ci si può solo difendere, infatti non c'è mai la discussione sulla qualità del gioco stesso. Il calcio potrebbe fare modifiche per arrivare a far vincere chi gioca meglio. Io non sono tifoso, lo sono soltanto del mio Estudiantes, ma anche se il calcio mi piace tanto, ormai tendo a vedere solo gli highlights della Champions. Le partite sono noiose: gran possesso palla, poi arrivano in area avversaria, poi non c'è spazio e tornano indietro fino al portiere... che spettacolo è?».

velasco bernardivelasco bernardi 2

 

julio velascojulio velasco

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…