È INIZIATA LA LUNGA GUERRA SULL’AUTONOMIA – I PARTITI DI OPPOSIZIONE, CGIL E UIL OGGI DEPOSITANO IN CASSAZIONE IL QUESITO ABROGATIVO DELLA RIFORMA FIRMATA CALDEROLI – POI INIZIERÀ LA RACCOLTA DELLE FIRME (ALMENO 500 MILA) DA COMPLETARE ENTRO IL 30 SETTEMBRE. QUINDI LA CORTE COSTITUZIONALE SI PRONUNCERÀ SULL'AMMISSIBILITÀ DEL QUESITO. IN CASO FAVOREVOLE, SI VOTERÀ TRA FINE MAGGIO E INIZIO GIUGNO 2025 – PARALLELAMENTE, LE CINQUE REGIONI GUIDATE DAL CENTROSINISTRA PREPARANO UN ITER REFERENDARIO PARALLELO…
Estratto dell’articolo di Nic.Car. per “la Stampa”
PROTESTA DELLE OPPOSIZIONI CONTRO IL DDL AUTONOMIA
Scatta questa mattina, in Corte di Cassazione a Roma, l'operazione referendum contro l'autonomia differenziata. I partiti di opposizione, la Cgil (ci sarà Maurizio Landini) e la Uil, le associazioni laiche e cattoliche, che compongono il comitato promotore, depositeranno il quesito abrogativo della legge firmata dal ministro Roberto Calderoli.
Una domanda secca da sottoporre ai cittadini: «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione"?».
ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI
Poi inizierà la lunga estate della raccolta delle firme, almeno 500 mila, a sostegno del referendum, da completare entro il 30 settembre. Quindi la parola passerà alla Corte costituzionale per l'ammissibilità del quesito. La decisione arriverà per la fine di gennaio e, se il pronunciamento sarà favorevole, si voterà tra fine maggio e inizio giugno. Quasi un anno a partire da oggi, un percorso lungo, che segnerà il dibattito politico.
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BANDIERE DELLE REGIONI ALLA CAMERA DOPO L APPROVAZIONE DELL AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Sta avvenendo in quasi tutte le Regioni, in quelle amministrate dal centrodestra sarà un atto politico simbolico, «anche se speriamo di mettere un po' in difficoltà i governatori del Sud che non condividono questa legge», spiega il responsabile Riforme del Pd Alessandro Alfieri.
Mentre nelle cinque Regioni amministrate dal centrosinistra (Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Sardegna), si lavora per avviare un iter referendario parallelo, che potrebbe però poggiare su un quesito diverso. Puntando non a un'abrogazione totale, ma parziale del provvedimento, limitata ad alcuni articoli centrali del testo.
Una strategia dettata dal timore che «la legge afferisca a temi tributari e di bilancio, quindi non ammissibile a referendum, secondo l'articolo 75 della Costituzione», spiegano dagli uffici tecnici della Regione Toscana. In ogni caso, bisogna avviare la pratica entro la prossima settimana, prima che diventino esecutive le dimissioni di Stefano Bonaccini dalla guida dell'Emilia-Romagna. […]
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