covid varianti

FERMI TUTTI! – IL PRIMO CASO DI COVID NON SAREBBE STATO A WUHAN – IL TEAM DI SCIENZIATI DELLA "TEMPLE UNIVERSITY" HA GENERATO UN "ALBERO GENEALOGICO’’ DEL VIRUS E HA DETERMINATO CHE IL SUO GENOMA PROGENITORE DIFFERISCE DA QUELLO DEL PRIMO COVID-19 CAMPIONATO IN CINA – CONFERME ANCHE DALL’UNIVERSITA’ DI TOR VERGATA: "IL VIRUS HA UN TASSO DI CIRCA 2 MUTAZIONI AL MESE E SI SAREBBE MANIFESTATO ALMENO 6-8 SETTIMANE PRIMA DEL GENOMA ISOLATO IN CINA’’…

mappatura profilo evolutivo sars cov 2

Davide Cavalleri per www.lastampa.it

 

Non è stato usato il metodo del Carbonio-14, ma il risultato ottenuto va in quella direzione: datare l’origine del Covid-19 e, soprattutto, individuarne la genesi e l’evoluzione. Quello che è stato scoperto, adesso, rischia di rivoluzionare la conoscenza del mondo scientifico rispetto al virus responsabile della Sars Cov-2.

 

Grazie al gruppo di ricerca della Temple University di Philadelphia guidato da Sudhir Kumar si è arrivati a scoprire il progenitore, l’antenato, la fase embrionale del virus SarsCov2. La madre di tanta sciagura per i ricercatori ha un nome ben preciso: proCoV2 e una sua prima variante circolava nel mondo già nell’ottobre 2019.

 

Le successive evoluzioni e mutazioni del progenitore nato in Cina hanno dato il via ad una serie di sotto-ceppi di virus diventati dominanti, prendendo nel tempo l'uno il posto dell'altro in Asia ed Europa.

 

Dove il caso zero?

mutazioni sars cov 2

Uno studio a ritroso quello condotto dalla Temple University, basandosi sulle varianti, sulla diffusione e su mappe genetiche del virus. Un albero genealogico a marcia indietro, partendo dalle varianti sudafricane, inglesi, indiane e brasiliane, passando, naturalmente, per i primi casi di contagio a Wuhan.

 

«Le mutazioni del progenitore e dei suoi derivati hanno prodotto molti ceppi dominanti di Coronavirus, che si sono diffusi episodicamente nel tempo – scrive in una nota Kumar, a capo del gruppo di ricerca –. Questo genoma progenitore differisce dai genomi del primo Covid-19 campionato in Cina, il che implica che nessuno dei primi pazienti rappresenta il caso indice o ha dato origine a tutte le infezioni umane». Insomma, sappiamo da dove viene ma non in che momento è diventato il virus che oggi conosciamo.

VARIANTI COVID

 

Questo tipo di ricerca spiegherebbe in prima battuta come mai il SarsCov2 sia riuscito a diffondersi e a proliferare così velocemente in alcuni Paesi piuttosto che in altri. E, in secondo luogo, arriverebbe a stabilire con una buona dose di certezza che il caso zero potrebbe non essersi registrato a Wuhan, come rileva Kumar: «Gli eventi di dicembre a Wuhan hanno rappresentato il primo evento di superdiffusione di un virus che aveva tutti gli strumenti necessari per provocare una pandemia».

 

Un aiuto nella lotta al Covid

sars cov 2

Secondo il genetista Giuseppe Novelli, dell'Università di Roma Tor Vergata, si può ragionevolmente stimare che «il virus abbia un tasso di mutazione di circa 2 mutazioni al mese e che abbia avuto origine almeno 6-8 settimane prima del genoma isolato in Cina, noto come Wuhan-1». Una ricerca che, sempre secondo Novelli, potrebbe aiutarci nella lotta al Covid, sbloccando terapie «che funzionano sull'intera famiglia di virus, invece di uno

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