marine le pen jordan bardella

LA FRANCIA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI – IL VENTILATO TRIONFO DI LE PEN STA PROVOCANDO, SECONDO DIVERSI PSICOLOGI, UN'IMPENNATA DI SINTOMI COME DEPRESSIONE, STRESS, TACHICARDIA, INSONNIA - LA POLITOLOGA: “POTREBBE ESSERE UNO DEI PIÙ GRANDI SHOCK DA DECENNI” – “L’ONDATA D’ODIO” CONTRO MACRON CHE PROMETTE (“NON MI DIMETTO MA CAMBIERÒ”) E LE MOSSE DI BARDELLA CHE ARRUOLA IL NEO-GOLLISTA CIOTTI NELLA SUA SQUADRA E ANNUNCIA LA ROSA DEI MINISTRI IN CASO DI VITTORIA…

Francesca Pierantozzi per “il Messaggero” - Estratti

 

marine le pen jordan bardella

«Non mi dimetto, ma cambierò tutto» promette Emmanuel Macron. A una settimana dalle elezioni «più importanti della Quinta Repubblica» il presidente entra a gamba tesa nella campagna elettorale. Ieri sera è arrivata nelle redazioni dei giornali una lettera aperta ai francesi a sua firma, mentre fuori i sondaggi continuano ad annunciare sciagure per il suo campo (sempre terzo, e distanziato, dietro i blocchi delle destre e delle sinistre).

 

Di tutt'altro umore, il candidato premier della Rassemblement National Jordan Bardella dichiara di avere già pronto il suo governo, di avere tutti i nomi in testa (ne cita uno: Eric Ciotti, il gollista che ha attraversato per primo il Rubicone verso l'estrema destra), di avere sondato tutte le disponibilità, e di aspettare ormai soltanto la maggioranza assoluta dei seggi dopo i ballottaggi del 7 luglio (con la maggioranza relativa, ripete, non andrà a governare).

 

Bardella parla di «unione nazionale». A 28 anni, tra due settimane potrebbe diventare il più giovane premier della République.

marine le pen jordan bardella

 

In una lunga intervista al "Journal du Dimanche", annuncia di avere già in mente una squadra che sarà aperta «a tutti quelli che amano la Francia», a personalità «del Rassemblement National, naturalmente» ma avrà anche un posto i Républicains di Eric Ciotti, «e Ciotti stesso».

 

Secondo alcune fonti, un «governo ombra» è già pronto, sul tavolo di Marine Le Pen. Dalla sera del 9 giugno, annuncio dello scioglimento dell'Assemblea, è diventato operativo il «Piano Matignon», dal nome della sede del governo francese, su cui un'équipe del partito lavora da mesi.

 

Nell'esecutivo di estrema destra, ci sarebbero anche «personalità della società civile, selezionate non solo per la loro competenza e la serietà, ma anche per il loro istinto politico».

 

MILITANTI DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL

A dirigere i «colloqui» di reclutamento c'è Philippe Olivier, eurodeputato del Rassemblement.

 

Tra i nomi citati, l'ex centrista e ex magistrato Jean-Paul Garraud, per la Giustizia, il portavoce del Rassemblement Sébastien Chenu o l'economista Jean-Philippe Tanguy. Bardella pensa comunque a un governo «ristretto», con «alcuni ministeri importanti» sostenuti «da ministri senza portafoglio». Di sicuro prevede un ministero per l'Oltremare, territori dove l'estrema destra ha avuto risultati molto alti. A quelli che temono l'estrema destra al potere in Francia, Bardella risponde che sarà «il premier di tutti, anche di quelli che non hanno votato per me».

ERIC CIOTTI

(…) LA LETTERA DEL PRESIDENTE Macron invece aveva lasciato intendere che sarebbe rimasto abbastanza dietro le quinte, a fare il presidente, ma i tempi sono gravi, e le sue truppe riunite nel movimento «Ensemble pour la république» (anche se stare insieme diventa sempre più difficile per le diverse componenti) appaiono avanzare in ordine sparso. Eccolo dunque tentare il tutto per tutto. Intanto sgombra il terreno dalle voci di sue dimissioni in caso di assenza di maggioranza chiara e crisi di governabilità: «non dubitate, sarò al lavoro fino al maggio 2027», scadenza del suo mandato, promette (o minaccia, visto che di sue dimissioni probabili ha parlato molto Marine Le Pen).

ERIC CIOTTI

 

«Avrei potuto non sciogliere il parlamento dopo i risultati delle Europee, sarebbe stato più comodo per me» scrive il presidente francese. Attacca l'estrema destra («pretende di rispondere meglio all'immigrazione ma non propone niente» e «divide la nazione») e l'estrema sinistra (che «rifiuta la chiarezza su laicità e antisemitismo»), difende il bilancio dei suoi sette anni all'Eliseo e del suo governo, «anche se imperfetto», ma giura: cambierà «profondamente modo di governare». 

 

(...)

 

LA FRANCIA IN CRISI DI NERVI

Anais Ginori per “la Repubblica” - Estratti

 

marine le pen jordan bardella

«Coraggio». «Grazie, anche a te». Il cortile della scuola elementare è pieno di stand per la festa prima delle vacanze. Tra un tiro al piattello e una pesca di anatroccoli, nel mezzo di bambini che giocano incuranti, i genitori si danno man forte. «Sembra di essere tornati ai tempi del Covid» dice un papà nel sentire gli inviti alla resilienza.

 

Manca solo uno slogan: andrà tutto bene. «Non riesco a immaginare come mi sveglierò l'8 luglio, è anche il mio compleanno» confida una maestra. La domenica 7 luglio, secondo turno delle legislative, provoca un senso di vertigine e secondo diversi psicologi, sta provocando un'impennata di sintomi come depressione, stress, tachicardia, insonnia.

 

Certo, la scuola vicino a place des Vosges non è un buon osservatorio per tastare il polso del Paese. Nella capitale, il Rassemblement National ha registrato appena l'otto per cento dei voti alle europee. «È uno scarto impressionante» osserva il sociologo Jérôme Fourquet. «La testa del Paese non corrisponde più al corpo elettorale dove invece è ormai egemonica l'estrema destra. E questo significa che nei pranzi di famiglia, davanti alla macchinetta del caffè in ufficio, al bistrot dell'angolo, a dominare è ormai la griglia di lettura del Rn».

 

jordan bardella marine le pen

Per Gladys Mondière, presidente della Federazione francese di psicologi, si è propagata la «demo-ansia», un panico da democrazia sotto minaccia. Nel suo studio a Lille, racconta, molti pazienti faticano ancora a realizzare le conseguenze di quello che Emmanuel Macron ha annunciato la sera del 9 giugno.

 

«I fattori che contribuiscono all'ansia sono riuniti in un solo evento: l'imprevisto, la preoccupazione e l'incertezza per il futuro». Sébastien Pélissier è psicologo a Marsiglia. «A un certo punto della consultazione, quasi tutti i pazienti affrontano questa situazione. E sono persone che non mi avevano mai parlato prima di politica». C'è chi ha pianto sentendo l'annuncio in tv del capo dello Stato – seguito da oltre 15 milioni di francesi - chi si rifugia nell'alcool o negli ansiolitici per dimenticare.

 

macron mbappè

Il ritorno «al popolo sovrano», come ripete Macron, spazza via quel poco di leggerezza all'orizzonte. «Il paradosso è che stavamo entrando in un periodo in cui era possibile godersi l'arrivo dell'estate, le vacanze, gli Europei e poi le Olimpiadi» osserva Rémy Oudghiri, sociologo e direttore generale di Sociovision all'Ifop.

 

«Ogni scadenza politica è conflittuale per natura ma, in questo caso, le tensioni sono esasperate». Gli elettori di destra si dividono sull'idea di alleanza con i lepenisti, quelli di sinistra sulla coalizione insieme ai melenchonisti. «Potrebbe essere uno dei più grandi shock politici da decenni» sottolinea la politologa Chloé Morin che definisce queste legislative anticipate come una «mini-presidenziale organizzata in due settimane». «La carica emotiva è molto forte e divora gli argomenti più razionali».

emmanuel macron g7 borgo egnazia.

 

Chi ancora sostiene Macron resta discreto. «Quello che si sente dire sul capo dello Stato nelle riunioni di lavoro o in alcune cene è di una violenza inaudita, cose terribili anche su sua moglie. È una deriva inquietante tanto da domandarsi: ma cosa giustifica un tale odio?» confida Pascal Perrineau, professore emerito a Sciences Po

 

Marine Le Pen Jordan BardellaJordan Bardella e Marine Le Pen

(...)

MACRON E LA DURA LEGGE DE GAULLE - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...