COSA FRULLA NEL TESTOLONE DI MATTEO SALVINI? IL “CAPITONE” È TORNATO IN MODALITÀ "BESTIA": PARLA DEI MIGRANTI COME DI “CANI E PORCI”, TIENE UN COMIZIO ANTI-TOGHE SUL TG1 – A COSA SI DEVE TANTA AGITAZIONE? AL PROCESSO OPEN ARMS, IN CUI RISCHIA SEI ANNI PER SEQUESTRO DI PERSONA. MA ANCHE ALLA “VANNACCIZZAZIONE” DELLA LEGA E AGLI OTOLITI SCOSSI DI GIORGIA MELONI: SE PASSA LA LINEA DURA E IL GOVERNO HA LE ORE CONTATE, MEGLIO PREPARARSI E SPARARLA SEMPRE PIÙ GROSSA, PER CAPITALIZZARE AL VOTO…
1. DAGONOTA
matteo salvini canta a pontida
Cosa frulla nel testolone di Matteo Salvini? Il leader leghista, tornato in modalità “Bestia”, ogni giorno sembra voler alzare l’asticella delle provocazioni.
Le ultime? Il comizio-propaganda anti-magistrati al Tg1, la sparata sulla morte del 26enne maliano ucciso da un poliziotto che aveva appena aggredito: “Con tutto il rispetto, non ci mancherà”, anticipato da un “non possiamo aprire le porte a cani e porci”.
Salvini è agitatissimo. E ha molte ragioni per esserlo, a partire da quella più personale e pericolosa: il 20 dicembre a Palermo i giudici decideranno se condannarlo per sequestro di persona sul caso “Open Arms”.
Poi ci sono le questioni più prettamente politiche: la progressiva “vannaccizzazione” della Lega, che lo costringe a rincorrere il generale su posizioni sempre più estreme per non perdere consensi a destra, e dall’altro questo sbraitare serve al leghista per non restare nel cono d'ombra in cui lo ha costretto Giorgia Meloni, in questi primi due anni di Governo.
Il “Capitone” è come un cavallo imbizzarrito, e per questo molto pericoloso: in caso di condanna, come potrà restare ministro? E in tal caso, cosa succederebbe all’esecutivo? Qualche indizio lo dà Tommaso Ciriaco su “Repubblica” oggi: il chigista fa capire che a Palazzo Chigi si agita, di nuovo, lo spettro elezioni.
La Meloni, ormai impelagata in una spirale autodistruttiva, infuriata con i magistrati e decisa a rompere sul caso Albania, continua a evocare le urne come ultima spiaggia per chiedere un plebiscito agli elettori (riciccia il fantasma dei "pieni poteri"?). E l’ex ministro dell’Interno, nel dubbio, si tiene pronto.
MOUSSA DIARRA - IL MALIANO UCCISO DALLA POLIZIA A VERONA
Che sia la strategia giusta, da parte di entrambi, è tutto da vedere: la Meloni dovrebbe ricordare ciò che successe proprio a Salvini nel 2018.
All’apice del suo consenso, l’allora “Truce” del Papeete fu accompagnato all'uscita dai poteri forti internazionali (che non gradivano i suoi rapporti con la Russia di Putin), e quel camaleonte di Giuseppe Conte, su input del Quirinale, si alleo' nottetempo con il Pd (Salvini tentò una sponda con l'allora segretario del Pd, Nicola Zingaretti, per andare a elezioni anticipate: Zinga era favorevole, ma fu ridotto a più miti consigli...).
Insomma, non è detto che una volta caduto un esecutivo si vada al voto: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scioglierebbe le camere? Forse solo se non ci fosse davvero un'alternativa e, in Parlamento, qualche impasto si trova sempre.
matteo salvini canta a pontida
Nel dubbio, però, Salvini tiene altissima la tensione, e si prepara. Una strategia che gli fa gioco anche in Europa, dove si affianca a Le Pen, Orban, neo-nazi e criptofasci di ogni fattura pur di rendere evidente il “tradimento” di Giorgia Meloni e i suoi tentativi di “inciuciare” con Ursula Von Der Leyen. Funzionerà?
Per ora, i sondaggi dicono di no. La Lega rimane stabile e galleggia tra 8 e 9 per cento, le stesse percentuali di Forza Italia: la retorica della “Bestia”, che si ripete uguale da anni, non fa più presa…
2. MELONI VARA IL DECRETO ALBANIA, SFIDA A GIUDICI E UE SUI MIGRANTI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
[…] Ad ascoltare quello che ha in mente Meloni, però, non sembra questo il clima. Raccontano dal cerchio magico che la presidente del Consiglio è pronta anzi a rendere lo scontro con la magistratura sui migranti il terreno su cui rompere, strappare, lucrare consenso.
Da portare addirittura a pretesto per poter eventualmente evocare le elezioni, se la situazione complessiva dovesse peggiorare (soprattutto a causa di una manovra senza risorse). E questo perché considera il progetto di un hub in Albania straordinariamente popolare, cioè vantaggioso per la destra. […]
3. SCONTRO IN RAI SU SALVINI LA RIVOLTA DEI GIORNALISTI "BASTA CON LA PROPAGANDA"
Estratto dell’articolo di Alessandro Di Matteo per “La Stampa”
roberto vannacci e matteo salvini cantano generale a pontida 2
È scontro sull'intervista di Matteo Salvini al Tg1, quei quattro minuti di attacchi ai magistrati andati in onda sabato provocano la reazione delle opposizioni e dell'Usigrai che contestano lo spazio offerto al leader della Lega. Una raffica di critiche iniziata già l'altra sera, subito dopo la messa in onda dell'intervista – con la segretaria Pd Elly Schlein che aveva parlato di «comizio delirante» e di «Rai svilita a megafono del governo» – e proseguita ieri.
Salvini, che poco prima si era distinto per aver argomentato la linea dura sui migranti con il fatto che «non possiamo aprire le porte a cani e porci», aveva poi accusato «qualche magistrato» di voler «ribaltare il voto popolare», rimproverando i giudici di applicare le norme in modo più rigido per gli avversari politici mentre «per gli amici vengono interpretate in altra maniera».
l ora legale meme by carli matteo salvini giulia bongiorno
E mentre il leader leghista, indifferente alle polemiche, riattizza le braci commentando lo straniero ucciso dai poliziotti dopo una aggressione con un «non ci mancherà», in Rai si accende la battaglia. Si fa il comitato di redazione del Tg1, la rappresentanza sindacale interna: «Riteniamo che gli oltre quattro minuti di intervista al ministro Salvini, imputato nel processo Open Arms, abbiano leso uno dei principi alla base del nostro mestiere: l'equidistanza tra i soggetti di cui siamo chiamati ad occuparci. L'informazione del servizio pubblico dev'essere sempre super partes. Ci aspettiamo che, in vista della sentenza di dicembre, altrettanto spazio sia concesso alle parti civili».
Una denuncia che trova il sostegno dell'Usigrai, il principale sindacato dei giornalisti di viale Mazzini: «Condividiamo totalmente quanto scritto dal Cdr del Tg1. Ancora una volta il servizio pubblico diventa megafono dei partiti. Quell'intervento in diretta del ministro non è informazione, ma propaganda». Il governo, è l'accusa, mette «il guinzaglio all'azienda che diventa di tv di Stato, soggetta ai diktat dell'esecutivo».
migranti in albania - vignetta by vukic
[…] Ma il leader della Lega non arretra e, anzi, alza ancora i toni. Commentando l'uccisione di un immigrato che aveva aggredito degli agenti con un coltello, Salvini indossa di nuovo i panni del giustiziere della notte e scrive sui social network: «Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere». Un modo di dire che non ha paura di scandalizzare con le proprie idee, come nel caso dei migranti equiparati ai «cani e i porci». Ribatte il Pd Franco Mirabelli: «Vedere Salvini festeggiare per la scomparsa di un uomo è una vergogna per il nostro Paese, che lui dovrebbe rappresentare». E Luana Zanella, Verdi-Sinistra, aggiunge: «Salvini non perde mai occasione per spargere odio».
3. UCCISO DAGLI AGENTI CHE AVEVA AGGREDITO SALVINI SENZA FRENI “NON CI MANCHERÀ”
Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per “la Repubblica”
giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
Racconta una fonte, con accesso diretto alle telecamere che hanno ripreso la scena, «che quel ragazzo era alterato in modo pazzesco, ricordava l’episodio di Milano, anni fa, quello di Adam Kabobo». Il paragone è forte, rimanda all’uomo ghanese che l’11 maggio 2013 uccise all’alba a colpi di piccone tre sconosciuti incrociati per strada. Moussa Diarra arrivava dal Mali, aveva 26 anni e era in Italia da otto.
Il suo perenne stato di rifugiato politico non si era mai tramutato in permesso di soggiorno. Sul piazzale della stazione Porta Nuova è comparso alle 5.30, puntando due vigili che rilevavano uno scontro tra due motorini. Aveva buttato a terra un agente, poi si era scagliato contro le vetrine di una biglietteria e di una tabaccheria all’interno della stazione, crepando i vetri ma senza toccare le persone, e poi era svanito. È tornato alle 7.15, con un coltello in mano. Un assistente capo della Polfer gli ha chiesto i documenti, la lama non si è abbassata. Il poliziotto ha estratto la Beretta, Moussa gli si è avvicinato.
MEME SUL CAOS TRENI E GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Tre volte gli ha sparato l’assistente capo prima che arrivassero a contatto. Il colpo al petto è stato quello fatale, nonostante i tentativi dello stesso poliziotto di praticargli il massaggio cardiaco, ancor prima che arrivassero le ambulanze. Cinque ore dopo ecco l’inarrivabile cinismo del vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini: «Con tutto il rispetto — ha postato — non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere». […]
MATTEO SALVINI IL FERROVIARIO - VIGNETTA BY MACONDOMEME SUL CAOS TRENI E SALVINImatteo salvini pontida 2024 foto lapresseroberto vannacci e matteo salvini cantano generale a pontida 3matteo salvini viktor orban pontida 2024 foto lapresseGEERT WILDERS - MATTEO SALVINI - VIKTOR ORBAN - ANDRES VENTURA - PONTIDA 2024 matteo salvini sul palco di pontida 2024 antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse