alfredo mantovano giorgia meloni elisabetta belloni mario draghi

GIORGIA, CI HAI ROTTO I MELONI. FIRMATO: I POTERI FORTI – "DOMANI": TRA LE RIGHE DEL CASO BELLONI, SI LEGGE ANCHE L’IRRITAZIONE DEL DEEP STATE VERSO IL FASCIO MAGICO DI PALAZZO CHIGI - LE DIMISSIONI DI “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (COPY BEPPE GRILLO) NON SONO STATE AFFATTO UNA DECISIONE SOLITARIA: SAREBBE STATA CONCERTATA NIENTEMENO CHE CON DRAGHI – IL POSSIBILE MEGA-INCARICO DA RAPPRESENTANTE PERSONALE DELLA VON DER LEYEN SAREBBE FARINA DEL SACCO DI “MARIOPIO”, ANCORA INFLUENTE A BRUXELLES - L'IRRITAZIONE DI MANTOVANO PER LA DIFESA A SPADA TRATTA DI GIUSEPPE DEL DEO BY BELLONI, ANCHE SUL CASO GIAMBRUNO...

ELISABETTA BELLONI - FOTO LAPRESSE

1. SPACCATURE E INCOMPRENSIONI L’ADDIO DI BELLONI AI SERVIZI SEGRETI

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

[…] Belloni ha […] escluso che la sua decisione, in anticipo di cinque mesi sulla scadenza naturale del mandato, sia dovuta ad un nuovo impegno europeo. Anche se è molto probabile che fra pochi giorni assuma un nuovo incarico sensibile e di alto livello, come rappresentante personale di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, su uno dei dossier strategici che si aprono nella nuovo legislatura Ue: dalla sicurezza all’immigrazione. […]

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

2. LE MANI DI MANTOVANO SUI SERVIZI. BELLONI IN UE: LO SPONSOR È DRAGHI

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

[…] Elisabetta Belloni, come anticipato da Repubblica, ha rassegnato le dimissioni da direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) che saranno esecutive dal 15 gennaio […] quattro mesi prima della scadenza del mandato.

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

La decisione era precedente, datata 23 dicembre. L’annuncio è slittato solo per evitare scossoni mediatici durante le festività. «Motivi personali», è la versione ufficiale. Eppure Belloni esce di scena sbattendo la porta, nonostante il buon rapporto costruito nel tempo con la presidente del Consiglio Meloni. Tra la diplomatica e il sottosegretario alla presidenza non è mai nata un’intesa.

 

Le divergenze sono aumentate, la rottura non ha meravigliato chi conosceva la situazione. L’ambasciatrice si è sentita sempre più messa ai margini dei dossier più importanti fino ad avvertire la sfiducia nei propri confronti.

elisabetta belloni foto di bacco (2)

 

Secondo qualcuno addirittura «temeva di essere spiata». Vero o no, era il sintomo di un’aria irrespirabile. Belloni ha scelto una strategia contraria a quella di Mantovano, appiattendosi sulle posizioni dell’ex direttore dell’Aisi (l’Agenzia per i servizi segreti interni), Mario Parente e successivamente sulla linea di Giuseppe Del Deo, quando era numero due dell’Agenzia, creando attrito pure con Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise (i servizi segreti all’estero).

 

GIUSEPPE DEL DEO

La direttrice dimissionaria del Dis, secondo quanto raccontano a Domani, ha difeso Del Deo di fronte ai casi più scottanti.

 

Su tutti la storia – raccontata da Domani – delle due persone viste vicine all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno di Meloni, derubricata ufficialmente a tentativo di furto.

 

Ma con ricadute all’interno degli apparati di intelligence. Nel frattempo Del Deo, ad agosto, è diventato vicedirettore del Dis, proprio al fianco di Belloni.

 

Anche il Quirinale non si è mosso a difesa dell’ambasciatrice, uscita dall’ala protettiva del Colle nel momento in cui ha accettato di farsi candidare alla presidenza della Repubblica. Nemmeno la protezione di Meloni (che tuttora ha conservato un buon rapporto con la donna che è stata la sherpa del G7) è bastata.

 

GIOVANNI CARAVELLI - FOTO LAPRESSE

La premier ha tentato di trovarle un posto nel governo, come ministra degli Affari europei, una delle deleghe lasciate da Raffaele Fitto. A mettere il veto è stato Antonio Tajani: da ministro degli Esteri era infastidito di una presenza così ingombrante agli Affari europei.

 

A quel punto Belloni ha maturato la convinzione di cambiare aria: troppa ostilità nei suoi confronti. Ha atteso solo il momento giusto con la possibilità di andare in Europa, non da rappresentante dell’esecutivo italiano, ma da consigliera della presidente della commissione, Ursula von der Leyen.

 

bruno valensise 4

Secondo quanto svelano a Domani, lo sponsor non sarebbe stato Meloni ma l’ex premier Mario Draghi, che l’ha nominata al Dipartimento per la prima volta. Belloni, a quel punto, ha rotto gli indugi.

 

[…] Per il governo si apre una partita delicata, quella della sostituzione al vertice del Dis. L’obiettivo è di fare presto, trovando una soluzione fin dal prossimo Consiglio dei ministri (da convocare). I nomi in pista sono tanti. Tra questi c’è Bruno Valensise, da poco (si è insediato ad aprile) a capo dell’Aisi. Ma l’operazione richiederebbe la necessità di avere già un sostituto pronto per l’agenzia dei servizi interni.

 

mario cinque

Il profilo potrebbe essere quello di Mario Cinque, nominato di recente vice comandante generale dei carabinieri. Qualcuno spiega che potrebbe essere spendibile anche il vertice del Dis, solo che è considerato troppo operativo.

Per questo è più plausibile l’approdo all’Aisi per cui sono in corsa – sempre se dovesse essere spostato Valensise – Vittorio Rizzi, da settembre scorso vicedirettore dell’agenzia, e Carmine Belfiore vicecapo vicario della Polizia da pochi mesi.

 

Se Valensise dovesse restare al proprio posto all’Aisi, c’è poi l’ipotesi di pescare l’attuale numero uno dell’Agenzia della cybersicurezza, Bruno Frattasi, come direttore del Dis. Nel governo, soprattutto dal ministero della Difesa, c’è l’intenzione di mettere un militare al timone di quella struttura. Per Frattasi sarebbe un’uscita di scena con promozione.

 

Nella rosa delle candidature c’è quella di Francesco Paolo Figliuolo, ex commissario per la ricostruzione in Emilia-Romagna, che poco prima di Natale è stato nominato vicedirettore dell’Aise. Più defilati il capo della polizia, Vittorio Pisani e il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, Leandro Cuzzocrea […]. Resta improbabile il passaggio alla direzione del Dis di Caravelli che da direttore dell’Aise è impegnato per la liberazione di Sala.

Vittorio RizziBRUNO FRATTASI CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D ITALIA ALLA CONVENTION DI PESCARA - APRILE 2024

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN MEME

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

 

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”