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IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA, QUASI CENTENARIO, IL LEGGENDARIO ARTISTA, PITTORE, SCULTORE E FILMMAKER CANADESE MICHAEL SNOW, UN NOME MITICO FRA CHI HA SEGUITO LE AVANGUARDIE ARTISTICHE DEL SECOLO SCORSO E, SOPRATTUTTO, FRA CHI VIDE, ALLORA, FILM COME "WAVELENGTH", 1967, O “LA RÉGION CENTRAL”, 1971. NEL CORSO DELLA SUA LUNGA CARRIERA VIENE CELEBRATO AL POMPIDOU A PARIGI NEL 2000 E AL MOMA NEL 2005. DOPO TANTI ANNI, CONFESSO CHE … - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

michael snow 1

Se ne va, quasi centenario, il leggendario artista, pittore, scultore e film-maker canadese Michael Snow, un nome mitico fra chi ha seguito le avanguardie artistiche del secolo scorso e, soprattutto, fra chi vide, allora, film come "Wavelength", 1967, o “La région central”, 1971.

 

Il primo era un film sperimentale di 45’ dove si assiste a un’unica ripresa, uno zoom che si avvicina lentissimo alla parete di un loft dove alla fine si fermerà per inquadrare l’onda del mare in una fotografia.

 

michael snow la region centrale 2

Il secondo, lungo tre ore, ma doveva esserci anche una visione molto più lunga, è costruito su quel che riprende una cinepresa a 16 mm, adagiata su un tripode nella landa desolata del Québec, mossa roboticamente a 360° con angolazioni e velocità diverse.

 

L’idea di Snow era quella di ricostruire una soggettiva non umana, se vogliamo aliena, e al tempo stesso spezzare la costruzione narrativa tradizionale del cinema e della ripresa. Dirà in un’intervista di solo un anno fa a “Il Manifesto”: “La Région Centrale è la culminazione di una serie di lavori che trattano il movimento di macchina, la prima delle quali fu Wavelength, seguita da Back and Forth e Standard Time.

michael snow wavelength

 

Tutti questi film mostrano, in modo deliberato, interni: stanze. Così ho voluto realizzare qualcosa sul movimento ma in uno spazio completamente aperto, e questa è diventata l’ambizione di fare un «film paesaggio».Quando il mio amico Graeme Ferguson ha visto La Région Centrale, mi ha immediatamente suggerito di fare una versione IMAX – sistema che ha co-inventato – ma a quel tempo non ero interessato”.

 

Lo vedemmo, io, Ghezzi e Freccero in quel di Savona con una copia in 16 mm che portò lo stesso Freccero. Non ricordo dove stavamo ma passammo quasi tutta la notte a vedere quello che, ancora oggi, è forse uno dei film che più hanno segnato una intera generazione. Mi dice Carlo che poi portò il film a Milano e lo fece vedere anche lì. E che il luogo dove era stata posata la telecamera era vicino alla casa di McLuhan. Possibile? Io ricordo poro che un giovane Alejandro Jodorowski era visibile all’interno di “Wavelenght”, ma forse sono leggende metropolitane.

michael snow la region centrale

 

Michael Snow, che ha lavorato moltissimo tutta la vita sugli stessi temi, era nato a Toronto nel 1923, aveva studiato disegno all’Ontario College of Art e aveva sviluppato un talento da jazzista e da pittore. Nel 1956 aveva girato il suo primo cortometraggio, un cartone animato sperimentale, “From A to Z”, ma nel 1963 parte per New York dove conosce Jonas Mekas e inizia a costruire i film sperimentali che verranno celebrati in tutto il mondo, "Wavelength" è appunto girato a New York nel 1967, e prendono parte alla lavorazione altri artisti del tempo, come Hollis Frampton, nonché la prima moglie di Snow, Joyce Wieland (1956-90).

Nello stesso anno gira “Standard Time”, costruito su una ripresa a 360°, due anni gira “Back and Forth”. Inutile dire che i primi film di Snow dettero ispirazione a una serie incredibile di altri film e di altre opere. Jazzista, fu uno dei quattro esecutori, assieme a Richard Serra, James Tenney, Bruce Nauman al Whitney Museum nel 1969 dell’opera di Steve Reich “Pendulum Music”.

michael snow 2

 

Il complesso “Rameau’s Nephew by Diderot (Thanks to Dennis Young) by Wilma Schoen”, che vede nel cast Jonas Mekas e Jessica Harper, è invece costruito tra il 1970 e il 1974, un’opera di 4 ore e mezzo. “Dopo aver realizzato diversi film che esploravano la natura del movimento della macchina da presa, Mr. Snow - musicista, oltre che pittore, scultore, fotografo e regista - ha rivolto la sua attenzione al rapporto tra suono e immagine, con risultati che non sono mai meno che provocatori e spesso estremamente buffi”, scrive “The New York Times” .Nel corso della sua lunga carriera viene celebrato al Pompidou a Parigi nel 2000 e al Moma nel 2005. Dopo tanti anni, confesso che ho ben presente i colori e i movimenti di macchina di “La région central”. Su MubI trovate molte delle sue opere.

michael snow 3

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