africa - joe biden vs xi jinping cina usa

LA BATTAGLIA PER IL NUOVO ORDINE MONDIALE SI GIOCA IN AFRICA – PER FRENARE L'ESPANSIONISMO CINESE NEL CONTINENTE AFRICANO, GLI STATI UNITI APRONO IL PORTAFOGLIO – LA SEGRETARIA AL TESORO USA, JANET YELLEN, ARRIVA A MARRAKECH PER IL METTING DI FMI E BANCA MONDIALE E SI PRESENTA CON UN ASSEGNO DA 27 MILIARDI DI DOLLARI, FONDI CHE IL PRESIDENTE BIDEN VUOLE DESTINARE AI PROGETTI NEI PAESI POVERI – SOLO CHE I MILLE MILIARDI INVESTITI DA PECHINO LUNGO LA VIA DELLA SETA (FERROVIE, PORTI, CENTRALI ELETTRICHE) HANNO FATTO ALZARE LA POSTA…

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

janet yellen al meeting fmi e banca mondiale a Marrakech

«Dalla Cina otteniamo un aeroporto. Dagli Stati Uniti una lezione». La frase è attribuita a un anonimo funzionario africano. E riassume bene il motivo per cui i Paesi del Sud globale guardano sempre meno a Washington e sempre di più alle miliardarie Vie della seta di Pechino. Questa volta però è diverso: a Marrakech un aeroporto – metaforico – gli Stati Uniti l’hanno portato. La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen sbarca in Marocco con un assegno da 27 miliardi di dollari, fondi che il presidente Biden vuole destinare alla Banca mondiale per moltiplicarne i progetti nei Paesi poveri.

 

L’occasione per contrastare l’avanzata cinese è propizia: dopo cinquant’anni il Fondo monetario e la World Bank, pilastri del sistema finanziario a guida americana, hanno riportato in Africa il loro meeting annuale. Ma non è detto basti, perché gli emergenti rivendicano anche altro: più voce nel nuovo ordine – o disordine – mondiale.

AFRICA - CINA CONTRO USA

 

[…]

 

La Cina cavalca questa aspirazione a suo vantaggio, boicottando il G20 e presentando i Brics allargati come una piattaforma alternativa, non occidentale. Yellen apre a parole, ma a Marrakech tutti sanno che l’America resisterà, perché ogni revisione delle quote del Fondo darebbe maggiore potere alla Cina, che oggi vale il 19% del Pil globale ma solo il 6% dei diritti di voto.

 

janet yellen al meeting fmi e banca mondiale a Marrakech

[…] Sono proprio gli Stati Uniti, il loro azionista di maggioranza, che teorizzano la necessità di un nuovo ordine post-globalizzazione, che metta la sicurezza – cioè la sfida con la Cina – al primo posto. Per i Paesi emergenti lo scenario è inquietante. La globalizzazione li ha arricchiti, ma la convergenza con il mondo sviluppato rallenta e minaccia di invertirsi: la frammentazione dei commerci li danneggia, i tassi alle stelle espongono il loro debito, il ritorno in Occidente di politiche industriali – o protezionistiche – sottrae investimenti vitali. […]

 

Solo che i mille miliardi investiti dalla Cina lungo le Via della seta, in ferrovie, porti o centrali elettriche, hanno alzato la posta. Mentre i soldi promessi da Biden sono tutt’altro che certi, in un’America spaccata: dovrà approvarli il Congresso a maggioranza repubblicana, lo stesso dove non si è trovata un’intesa per gli aiuti dell’Ucraina.

 

janet yellen al meeting fmi e banca mondiale a Marrakech

Yellen rilancia: anche il Fondo monetario, il grande prestatore di ultima istanza, deve “evolvere”. È un fronte caldissimo, ora che i maxi debiti degli emergenti stanno tornando a traballare, e anche qui si misura la penetrazione cinese: negli ultimi venti anni la Cina ha lanciato ciambelle di salvataggio per 240 miliardi di dollari. Così ora i piani per risollevare gli Stati a rischio default vanno fatti con Pechino, spesso il principale creditore. In Sri Lanka l’accordo è bloccato da mesi, con un gioco a scaricarsi le colpe, anche se in Zambia un’intesa è raggiunta.

 

È il segno, secondo alcuni, di una maggiore flessibilità cinese. Forse dettato della necessità: prestando miliardi senza molto giudizio, ora Pechino rischia di pagare un conto salato. La stessa Via della seta, piena di cattedrali nel deserto, è stata ridimensionata e riorientata verso Oriente, area più strategica. Forse gli Stati Uniti confidano che con la frenata dell’economia la diplomazia economica di Pechino si sgonfi da sola. Ma non sarebbe comunque un esito gradito per il Sud globale, che dalle superpotenze sogna un gioco al rialzo, non uno di boicottaggi, che divida il mondo in blocchi.

 

xi jinping e la colonizzazione della cina

Washington assicura che non è l’obiettivo, ma quando a Marrakech arrivano i ministri del G20 l’attenzione si sposta più lontano dall’Africa. «Difendere il popolo ucraino e il popolo israeliano sono assolute priorità », dice Yellen. Insieme al contenimento della Cina, si intende. A un Sud globale che invece vuole restare neutrale, sarà sembrata un’altra lezione.

xi jinpingESPANSIONE DELLA CINA IN AFRICA CINA E AFRICAjanet yellen al meeting fmi e banca mondiale a Marrakech

Ultimi Dagoreport

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?