olaf scholz 1

I TEDESCHI CI PRENDONO PER IL CULO: PRIMA CI FANNO CREDERE CHE VOGLIONO APRIRE AL DEBITO COMUNE CONTRO IL CARO ENERGIA, POI FRENANO – ALL’INTERNO DEL GOVERNO CI SONO DUE FRONDE OPPOSTE E IN QUESTA FASE LA STANNO SPUNTANDO I SOLITI FALCHI (CAPITANATI DAL MINISTRO DELLE FINANZE, LINDNER) CON SCHOLZ IN MEZZO A FARE DA PARAFULMINE – MENTRE NOI SIAMO APPESI ALL’INTERVENTO EUROPEO, LORO INTANTO PROCEDONO CON IL MEGA SCUDO DA 200 MILIARDI, VARATO IN AUTONOMIA IN BARBA ALLA SOLIDARIETÀ EUROPEA…

OLAF SCHOLZ

Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

Prima un'apertura, poi di nuovo la conferma della chiusura di Berlino nei confronti di una forma di debito comune per aiutare con prestiti i Paesi Ue in grave difficoltà per il caro energia. Fughe in avanti e poi frenate sui media stranieri.

 

Secondo Bloomberg , che ha dato per primo ieri la notizia citando fonti vicine al governo tedesco , il cancelliere Olaf Scholz avrebbe mostrato un cambio di atteggiamento a margine del summit di Praga venerdì scorso. Poi in serata è Reuters a riferire la smentita di un'altra fonte governativa: «Tali piani non sono noti nel governo». Ma già prima a Bruxelles l'invito era alla cautela.

 

È probabile che le fonti riflettano le diverse posizioni all'interno del governo tedesco e che sia ancora in corso un confronto con il cancelliere socialista Scholz più a favore e il ministro delle Finanze, il liberale Lindner, sempre contrario. La pressione su Berlino da parte di molti Paesi Ue è forte. Secondo Bloomberg sarebbero state determinanti le critiche rivolte alla Germania dai leader Ue dopo l'annuncio dello scudo da 200 miliardi per aiutare famiglie e imprese tedesche messe in ginocchio dalle bollette insostenibili di elettricità e gas.

christian lindner.

 

Berlino è stata accusata di frammentare il mercato interno. Tuttavia Scholz nella conferenza stampa finale a Praga, in risposta a una domanda sulla possibile creazione di nuovi strumenti di debito comune, si era limitato a dire di avere «fatto notare che abbiamo il nostro programma di Recovery, la maggior parte del quale non è stato ancora attuato».

emmanuel macron olaf scholz

 

Il modello da usare e la cifra da mettere a disposizione non sarebbero ancora stati identificati, anche se salgono le quotazioni dello strumento Sure (garanzie degli Stati membri) usato per aiutare le capitali a finanziare la cassa integrazione durante la pandemia. Secondo Bloomberg , Scholz sarebbe stato cauto verso l'ipotesi di nuovo debito comune anche per «l'incertezza sul nuovo governo italiano».

 

KADRI SIMSON

Oggi e domani si incontrano a Praga i ministri dell'Energia per un consiglio infornale. Domani la commissaria Kadri Simson andrà nel dettaglio delle misure d'emergenza: piattaforma per gli acquisti congiunti, nuovo mercato del gas e price cap ma solo martedì prossimo saranno presentate le proposte legislative. Servirà un consiglio Energia straordinario a novembre, ha detto la presidenza ceca, per il via libera.

olaf scholz testimonianza su banca warburg 6olaf scholzolaf scholz emmanuel macron

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…